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Conguagli regolatori: la Cassazione attende le S.U.

Una società di gestione del servizio idrico ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione che negava il suo diritto di richiedere pagamenti retroattivi, noti come conguagli regolatori, agli utenti. La Corte di Cassazione, rilevando l’esistenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sulla materia, ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha sospeso il giudizio. La decisione finale è stata rinviata in attesa di una pronuncia risolutiva da parte delle Sezioni Unite, chiamate a fare chiarezza sulla legittimità di tali pretese.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Conguagli Regolatori: La Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa delle Sezioni Unite

La questione della legittimità dei conguagli regolatori nelle bollette del servizio idrico è da tempo al centro di un acceso dibattito legale che coinvolge gestori e utenti. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di fermarsi e attendere un chiarimento definitivo da parte delle sue Sezioni Unite, sospendendo una causa che potrebbe definire i confini di questa pratica. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante vicenda giudiziaria.

I Fatti di Causa: La Richiesta di Pagamenti Retroattivi

Una società che gestisce il servizio idrico integrato in Sardegna ha citato in giudizio numerosi utenti per ottenere il pagamento di somme a titolo di ‘partite pregresse’, relative a consumi idrici degli anni 2005-2011. Secondo la società, tali somme erano dovute come conguaglio per adeguare le tariffe passate ai costi reali del servizio, in base a delibere delle autorità amministrative competenti (ARERA e l’ente d’ambito locale). La pretesa si fondava sul principio del ‘full recovery cost’, secondo cui le tariffe devono coprire integralmente i costi del servizio.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale, in grado di appello, hanno respinto le richieste della società. I giudici hanno ritenuto illegittima l’introduzione di una tariffa integrativa legata a consumi già effettuati in passato. In particolare, la Corte d’Appello ha seguito un orientamento giurisprudenziale secondo cui i conguagli retroattivi sono ammissibili solo se i maggiori costi derivano da circostanze impreviste e imprevedibili. Non sono invece dovuti se scaturiscono da errori di gestione, amministrazione o pianificazione da parte del gestore. In questo caso, il Tribunale ha concluso che la società non aveva fornito la prova (l’onere della prova, o onus probandi, gravava su di essa) dell’imprevedibilità di tali costi.

I Conguagli Regolatori e la Questione Davanti alla Cassazione

Contro la sentenza d’appello, la società ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo la violazione di numerose norme nazionali e comunitarie. La tesi della ricorrente è che le determinazioni tariffarie delle autorità di regolazione, inclusi i conguagli regolatori, si inseriscono di diritto nei contratti di fornitura, privando il gestore di qualsiasi autonomia decisionale e rendendo il recupero di tali somme un atto obbligatorio. La società ha inoltre evidenziato l’esistenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti all’interno della stessa Corte di Cassazione, chiedendo la remissione della questione alle Sezioni Unite per un chiarimento definitivo.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, investita del caso, ha preso atto della complessità e della rilevanza della questione. I giudici hanno constatato che un’altra causa, avente ad oggetto la medesima problematica dei conguagli, era già stata trasmessa alla Prima Presidente per valutare l’assegnazione alle Sezioni Unite. L’obiettivo è quello di risolvere il contrasto interpretativo e fornire un principio di diritto stabile e uniforme, data la natura ‘nomofilattica’ della Corte. Di fronte a questa situazione, e in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino, la Corte ha ritenuto opportuno sospendere il presente giudizio.

Conclusioni: Cosa Succede Ora?

Con questa ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione non entra nel merito della legittimità dei conguagli regolatori, ma ‘congela’ la decisione. La causa è stata rinviata a nuovo ruolo, il che significa che il suo esame riprenderà solo dopo la pubblicazione della sentenza delle Sezioni Unite. La futura pronuncia delle Sezioni Unite avrà un impatto fondamentale non solo su questo caso, ma su innumerevoli contenziosi simili in tutta Italia, stabilendo una volta per tutte se e a quali condizioni i gestori dei servizi idrici possano richiedere agli utenti pagamenti per partite pregresse.

Un gestore del servizio idrico può richiedere pagamenti retroattivi tramite conguagli regolatori?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma evidenzia che la questione è oggetto di un profondo contrasto giurisprudenziale. La legittimità di tali richieste è proprio il punto che le Sezioni Unite della Cassazione sono state chiamate a chiarire.

Su chi ricade l’onere di provare la legittimità dei conguagli?
Secondo la decisione della Corte d’Appello, riportata nell’ordinanza, l’onere della prova grava sul gestore del servizio. Quest’ultimo deve dimostrare che i maggiori costi da recuperare erano dovuti a circostanze impreviste e imprevedibili, e non a errori di gestione.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione?
La Corte ha rinviato la decisione perché è emerso un contrasto di interpretazioni tra le diverse sezioni della Cassazione sulla stessa materia. Per garantire una risposta uniforme e autorevole (funzione nomofilattica), ha sospeso il giudizio in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino sulla questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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