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Conguagli regolatori: Cassazione rinvia alle Sezioni Unite

In una disputa tra una società idrica e un utente, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria sospendendo il giudizio. La questione centrale riguarda la legittimità dei conguagli regolatori, ovvero addebiti retroattivi in bolletta. Riconoscendo l’importanza e la complessità della materia, la Corte ha deciso di attendere la pronuncia delle Sezioni Unite, già investite di un caso analogo, per garantire un’interpretazione uniforme della legge.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Conguagli regolatori in bolletta: la Cassazione passa la palla alle Sezioni Unite

La questione dei conguagli regolatori nelle bollette dei servizi idrici rappresenta un tema caldo e complesso, che contrappone gestori e utenti. Con l’ordinanza interlocutoria in commento, la Corte di Cassazione sceglie una via prudenziale: sospendere il giudizio e attendere una pronuncia delle Sezioni Unite, riconoscendo la necessità di un indirizzo univoco su una materia di vasta portata.

I fatti di causa

La vicenda trae origine dalla domanda di un’utente contro la società fornitrice del servizio idrico. In primo grado, il Tribunale aveva accolto le richieste dell’utente, dichiarando prescritto il diritto della società a richiedere corrispettivi per consumi risalenti, riconoscendo il diritto all’applicazione di una tariffa agevolata per residenti e condannando la società a ricalcolare le fatture. Inoltre, il giudice aveva ritenuto illegittima la pretesa di pagamento dei cosiddetti “Conguagli Regolatori o Conguaglio Partite Pregresse 2005/2011”.

La Corte d’Appello aveva parzialmente modificato la sentenza di primo grado, ma aveva confermato la decisione sulla maggior parte dei punti, inclusa l’illegittimità dei conguagli. Contro questa decisione, la società di gestione del servizio idrico ha proposto ricorso per Cassazione.

I motivi del ricorso e il nodo dei conguagli regolatori

La società ricorrente ha basato il proprio ricorso su due motivi principali. Il primo riguardava la presunta negligenza dell’utente nel comunicare il proprio status di residente, chiedendo un concorso di colpa. Il secondo, e più rilevante motivo, contestava la decisione dei giudici di merito di aver ritenuto illegittima la pretesa dei conguagli regolatori.

Secondo la società, tali conguagli, sebbene richiesti retroattivamente, sarebbero legittimi in quanto imposti da delibere delle autorità di regolazione del settore (AEEGSI, ora ARERA) e dalle autorità d’ambito locali. Si tratterebbe, in sostanza, di un meccanismo di adeguamento tariffario necessario a coprire i costi del servizio, la cui applicazione sarebbe imposta dalla legge e non potrebbe essere derogata contrattualmente. La Corte d’Appello, invece, aveva ritenuto che tali pretese violassero il principio di irretroattività degli atti amministrativi e modificassero unilateralmente il corrispettivo pattuito tra le parti.

La decisione della Corte di Cassazione

Di fronte a questa complessa questione, la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione non entra nel merito della controversia. Rileva, invece, che la problematica della “spettanza al gestore del servizio idrico integrato dei conguagli regolatori” è già stata rimessa all’attenzione delle Sezioni Unite con un’altra ordinanza.

Considerata la rilevanza nomofilattica della questione – ovvero la sua importanza per garantire un’interpretazione uniforme e certa del diritto su tutto il territorio nazionale – la Corte ha ritenuto opportuno disporre il rinvio della causa a nuovo ruolo. In pratica, il processo viene sospeso in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino, fornendo un principio di diritto vincolante che risolverà il contrasto giurisprudenziale esistente.

Le motivazioni

La motivazione dietro questa scelta è eminentemente procedurale e ispirata a principi di economia processuale e certezza del diritto. La Corte riconosce che la questione dei conguagli regolatori è stata oggetto di decisioni contrastanti nei tribunali di merito e che essa investe principi fondamentali del diritto dei contratti e del diritto amministrativo. Permettere che diverse sezioni della stessa Cassazione si pronuncino in modo potenzialmente difforme creerebbe ulteriore incertezza. L’attesa della decisione delle Sezioni Unite è quindi la via più logica per assicurare che la soluzione adottata in questo, come in molti altri casi simili, sia coerente, stabile e uniforme.

Le conclusioni

L’ordinanza interlocutoria segna una tappa importante nel dibattito sui conguagli regolatori. Se da un lato lascia gli utenti e i gestori in attesa, dall’altro preannuncia una risoluzione definitiva e autorevole della questione. La futura pronuncia delle Sezioni Unite sarà fondamentale per chiarire se e a quali condizioni i gestori dei servizi pubblici possano addebitare agli utenti costi relativi a periodi pregressi sulla base di successive delibere amministrative. Tale decisione avrà un impatto significativo non solo sul settore idrico, ma potenzialmente su tutte le utenze regolate da autorità indipendenti.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la questione principale, relativa alla legittimità dei conguagli regolatori, è già stata sottoposta alle Sezioni Unite in un altro procedimento. Per garantire una decisione uniforme e autorevole, la Corte ha preferito attendere la pronuncia del massimo organo nomofilattico.

Cosa sono i conguagli regolatori oggetto della controversia?
Sono degli addebiti richiesti in bolletta dalla società fornitrice per coprire costi relativi a periodi già fatturati. Tali conguagli derivano da decisioni delle autorità di regolazione del settore e mirano ad adeguare retroattivamente le tariffe ai costi effettivi del servizio.

Quale sarà il prossimo passo in questa causa?
La causa è stata “rinviata a nuovo ruolo”, il che significa che è temporaneamente sospesa. Riprenderà solo dopo che le Sezioni Unite della Corte di Cassazione avranno pubblicato la loro decisione sulla questione generale dei conguagli regolatori, fornendo il principio di diritto da applicare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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