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Congedo Legge 104: licenziamento se manca il requisito

La Corte di Cassazione conferma la legittimità di un licenziamento disciplinare inflitto a un lavoratore che ha fruito di un congedo Legge 104 senza possedere i requisiti documentali necessari. La Corte ha stabilito che, in assenza della certificazione richiesta, il periodo di permesso si configura come assenza ingiustificata. Se tale assenza supera la soglia prevista dal contratto collettivo, il licenziamento è giustificato, rendendo irrilevante una precedente prassi aziendale tollerante.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Congedo Legge 104: Quando l’Assenza Diventa Causa di Licenziamento

Il congedo Legge 104 rappresenta una tutela fondamentale per i lavoratori che devono assistere familiari con gravi disabilità. Tuttavia, la sua fruizione è subordinata al rispetto di precisi requisiti formali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le gravi conseguenze che possono derivare dalla negligenza nella gestione della pratica, fino a giustificare il licenziamento disciplinare. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire come un diritto possa trasformarsi in un rischio se non gestito correttamente.

I Fatti del Caso

Un lavoratore dipendente si assentava dal lavoro per un periodo di dieci giorni, richiedendo un congedo straordinario ai sensi della Legge 104/1992 per assistere il padre disabile. La richiesta, però, era priva della necessaria certificazione medica che attestasse la condizione di disabilità. A seguito di ciò, l’azienda contestava al dipendente l’assenza ingiustificata e, poiché questa si era protratta per un numero di giorni superiore a quello massimo consentito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato, procedeva al licenziamento per giusta causa.

Il lavoratore impugnava il licenziamento, sostenendo, tra le altre cose, che l’azienda aveva sempre mostrato in passato una certa tolleranza, accettando le richieste di congedo anche solo sulla base della domanda online presentata all’INPS. La vicenda, dopo un lungo iter giudiziario, è giunta nuovamente all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul congedo Legge 104

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del lavoratore, confermando la piena legittimità del licenziamento. I giudici hanno chiarito che il caso in esame doveva essere deciso applicando il principio di diritto già stabilito in una precedente pronuncia di Cassazione sulla stessa vicenda. Tale principio impone di qualificare l’assenza del lavoratore come “ingiustificata” quando mancano i presupposti legali per la concessione del congedo.

La Corte ha ritenuto che il giudice del rinvio avesse correttamente applicato questo principio, valutando la condotta del lavoratore come un grave inadempimento contrattuale. La negligenza dimostrata nella gestione della pratica, unita alla durata dell’assenza, è stata considerata sufficiente a ledere in modo irrimediabile il vincolo di fiducia con il datore di lavoro.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su alcuni pilastri giuridici chiari e rigorosi.

Assenza Ingiustificata e Rilevanza del CCNL

Il punto centrale è la qualificazione giuridica dell’assenza. Senza la documentazione necessaria, il diritto al congedo Legge 104 non sorge. Di conseguenza, l’assenza del lavoratore perde la sua causa giustificativa e viene ricondotta alla fattispecie di “assenza ingiustificata”. A questo punto, la valutazione della sua gravità non dipende più dalla disciplina speciale della Legge 104, ma dalle previsioni del contratto collettivo. Nel caso specifico, il CCNL sanzionava con il licenziamento l’assenza ingiustificata protratta oltre un certo numero di giorni, soglia superata dal lavoratore.

L’Irrilevanza della Prassi Aziendale Tollerante

La Corte ha specificato perché la precedente tolleranza dell’azienda non potesse salvare il lavoratore. In passato, infatti, la tolleranza si era manifestata in situazioni in cui, sebbene in ritardo, la documentazione necessaria o il provvedimento autorizzatorio dell’INPS erano comunque sopraggiunti, sanando a posteriori la richiesta. Nel caso attuale, invece, il presupposto del diritto (la certificazione) non è mai stato regolarizzato, creando una situazione di assenza priva di qualsiasi giustificazione, attuale o futura.

I Limiti del Giudizio di Rinvio

Molti dei motivi di ricorso del lavoratore (relativi alla tempestività della contestazione, alla specificità delle accuse, etc.) sono stati dichiarati inammissibili. La Cassazione ha ribadito che il giudizio di rinvio è una fase “chiusa”, in cui non è possibile introdurre nuove questioni o prove. Il giudice deve limitarsi ad applicare il principio di diritto enunciato dalla Cassazione ai fatti già accertati, senza poter riaprire il dibattito su aspetti non contestati in precedenza.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti lezioni pratiche. Per i lavoratori, emerge l’assoluta necessità di gestire con la massima diligenza e precisione le pratiche per la richiesta di permessi e congedi, specialmente quelli legati a tutele importanti come la Legge 104. Un errore formale o una negligenza possono avere conseguenze disciplinari gravissime. Per i datori di lavoro, la sentenza conferma la possibilità di applicare le sanzioni previste dal CCNL per le assenze ingiustificate, anche quando queste originano da una richiesta di congedo formalmente incompleta o infondata. La prassi aziendale tollerante non costituisce un salvacondotto universale e non può sanare inadempimenti sostanziali del lavoratore.

Un’assenza per fruire del congedo Legge 104 senza i requisiti necessari può essere considerata assenza ingiustificata?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che se mancano i presupposti legali e documentali per ottenere il congedo, come la necessaria certificazione, l’assenza del lavoratore deve essere ricondotta alla disciplina dell’assenza ingiustificata prevista dal contratto collettivo.

La prassi aziendale di tollerare ritardi nella presentazione dei documenti per il congedo Legge 104 giustifica sempre l’assenza del lavoratore?
No. Secondo la sentenza, una precedente prassi tollerante non è rilevante se, a differenza dei casi passati, l’assenza risulta definitivamente priva di giustificazione perché il presupposto del diritto (in questo caso, la certificazione medica) non è mai stato soddisfatto, nemmeno a posteriori.

Nel giudizio di rinvio, è possibile presentare nuove domande o eccezioni non sollevate nei precedenti gradi di giudizio?
No, il giudizio di rinvio è definito “a struttura chiusa”. In questa fase è preclusa la proposizione di nuove domande, eccezioni o l’acquisizione di nuove prove. Il giudice deve limitarsi ad applicare il principio di diritto stabilito dalla Corte di Cassazione ai fatti già accertati nel processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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