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Conflitto di competenza: inammissibile se tardivo

A seguito di un contenzioso per danni causati da una voragine, si è generato un rimpallo di competenza tra il Tribunale ordinario e il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche. Quest’ultimo ha sollevato un conflitto di competenza, ma la Corte di Cassazione lo ha dichiarato inammissibile per due motivi: la richiesta è stata presentata tardivamente, ben oltre la prima udienza, e non è stata formulata correttamente, poiché non individuava una specifica competenza per materia in capo a un altro giudice.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Conflitto di Competenza: Inammissibile se Tardivo o Mal Formulato

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sulle rigide regole procedurali che governano il conflitto di competenza sollevato d’ufficio. Attraverso l’analisi di un caso di risarcimento danni per il crollo di un terreno, la Corte ribadisce due principi fondamentali: la perentorietà del termine della prima udienza per sollevare il conflitto e la necessità di una corretta formulazione della questione di competenza. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti: Il Danno da Rete Idrica e il Rimpallo Giudiziario

La controversia ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da due cittadini nei confronti di un Comune. I loro immobili erano stati gravemente danneggiati da una voragine apertasi nel terreno, causata, a loro dire, da una perdita nella rete idrica e fognaria locale. Il giudizio, inizialmente instaurato presso il Tribunale ordinario, vedeva l’estensione del contraddittorio alla società che gestiva l’acquedotto e alla sua compagnia di assicurazioni.

Il Tribunale ordinario, accogliendo un’eccezione, dichiarava il proprio difetto di competenza, indicando come giudice competente il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche (TRAP). La causa veniva quindi riassunta davanti a quest’ultimo. Tuttavia, il TRAP, dopo aver tenuto diverse udienze e aver persino fissato quella per la precisazione delle conclusioni, sollevava a sua volta un conflitto negativo di competenza, dubitando della propria giurisdizione specializzata.

Il Conflitto di Competenza Sollevato dal TRAP

Il TRAP sosteneva che la causa non rientrasse nella sua competenza, in quanto il danno non derivava dalla gestione di “acque pubbliche” demaniali o da opere idrauliche primarie, ma dalla rottura di una condotta idrica comunale, un’opera secondaria per la distribuzione di acqua già prelevata da un acquedotto principale. Secondo il TRAP, si trattava di una questione di manutenzione ordinaria, estranea alle scelte di governo delle acque e del territorio, e quindi di competenza del giudice ordinario.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Duplice Ragione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il regolamento di competenza inammissibile, senza entrare nel merito della questione, sulla base di una duplice e gradata motivazione di carattere procedurale.

Il Principio della Prima Udienza: Un Limite Temporale Invalicabile

In primo luogo, la Corte ha rilevato che il TRAP ha sollevato il conflitto ben oltre i termini previsti. L’art. 38 del codice di procedura civile, applicabile anche ai procedimenti davanti al TRAP, stabilisce che il giudice deve eccepire la propria incompetenza e sollevare il conflitto nella prima udienza di trattazione. Nel caso di specie, il processo era stato riassunto nel 2016 e il giudice aveva già compiuto diverse attività processuali prima di sollevare la questione. Questa tardività è stata ritenuta sufficiente a rendere la richiesta inammissibile.

L’Errore nella Formulazione del Conflitto di Competenza

In secondo luogo, e in via subordinata, la Cassazione ha evidenziato un vizio sostanziale nella modalità con cui il conflitto è stato proposto. Il TRAP si è limitato a negare la propria competenza per materia, ma non ha affermato l’esistenza di una competenza per materia di eguale natura in capo al giudice ordinario (o a un terzo giudice). Quando un giudice della riassunzione contesta la competenza per materia attribuitagli, non è sufficiente dissentire; è necessario che individui una specifica competenza per materia in capo al giudice che ha originariamente declinato la propria giurisdizione. In assenza di ciò, la competenza del giudice ordinario si fonderebbe solo su un criterio generale per valore, il che non legittima l’elevazione di un conflitto sulla competenza per materia.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha motivato la propria decisione richiamando consolidati principi giurisprudenziali. Ha sottolineato che le norme sulla competenza sono poste a garanzia della certezza del diritto e della ragionevole durata del processo. Permettere a un giudice di sollevare un conflitto in una fase avanzata del giudizio, dopo anni dalla riassunzione, violerebbe tali principi. La regola della prima udienza, prevista dall’art. 38 c.p.c., costituisce una barriera temporale invalicabile. Inoltre, la Corte ha precisato la logica del meccanismo del conflitto: esso serve a risolvere un contrasto tra due o più uffici giudiziari che si ritengono entrambi competenti (conflitto positivo) o incompetenti (conflitto negativo) sulla base di una specifica regola di competenza, tipicamente per materia o territorio inderogabile. Non può essere utilizzato semplicemente per dissentire dalla valutazione di un altro giudice, senza indicare un’alternativa competenza per materia.

Conclusioni: Le Regole sulla Competenza non Ammettono Deroghe

L’ordinanza riafferma il rigore formale che il legislatore e la giurisprudenza impongono nella gestione delle questioni di competenza. La decisione ha due implicazioni pratiche fondamentali. Primo, i giudici devono esaminare la propria competenza come una delle prime questioni da affrontare, senza rinvii. Secondo, un giudice che intende sollevare un conflitto deve farlo secondo schemi precisi, non limitandosi a negare la propria giurisdizione ma individuando positivamente la regola di competenza che attribuisce la causa a un altro ufficio giudiziario. Queste regole, seppur tecniche, sono essenziali per evitare che i processi si arenino in dispute procedurali a danno dei cittadini in attesa di giustizia.

Quando può un giudice sollevare d’ufficio un conflitto di competenza?
Un giudice può sollevare d’ufficio un regolamento per conflitto di competenza solo entro la prima udienza di trattazione, come stabilito dall’art. 38 del codice di procedura civile. La presentazione della richiesta dopo tale termine la rende inammissibile.

Perché il regolamento di competenza è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
È stato dichiarato inammissibile per due ragioni distinte: in primo luogo, perché il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche lo ha sollevato tardivamente, ben dopo la prima udienza e dopo aver già compiuto atti processuali; in secondo luogo, perché era mal formulato, in quanto si limitava a negare la propria competenza per materia senza individuare una specifica competenza per materia in capo al giudice ordinario o a un terzo giudice.

Qual è la condizione necessaria per sollevare validamente un conflitto di competenza per materia?
Secondo la Corte, quando il giudice della riassunzione intende sollevare un conflitto, non è sufficiente che neghi la propria competenza per materia. È necessario che individui e affermi l’esistenza di una competenza, sempre per materia, in capo al giudice che gli ha trasmesso la causa o a un terzo giudice. Non è possibile sollevare il conflitto se la competenza dell’altro giudice si fonderebbe solo su un criterio generale, come quello per valore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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