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Condotta del danneggiato: quando esclude la colpa

Un automobilista ha un incidente stradale per eccesso di velocità. La Cassazione conferma che la condotta del danneggiato, se imprudente e imprevedibile, costituisce caso fortuito, escludendo la responsabilità del gestore stradale per i danni subiti.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Condotta del danneggiato e responsabilità: quando il custode non paga

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nella responsabilità civile da sinistro stradale: il ruolo della condotta del danneggiato. Una guida imprudente può arrivare a escludere completamente la responsabilità del gestore della strada? La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ribadisce che un comportamento anomalo e imprevedibile dell’utente può integrare il cosiddetto ‘caso fortuito’, interrompendo ogni legame causale tra lo stato della strada e l’incidente.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un grave incidente stradale avvenuto di notte su una strada statale. Un automobilista perdeva il controllo del proprio veicolo, andando a urtare violentemente contro il terminale di un guard-rail e finendo in una scarpata. L’uomo citava in giudizio l’ente gestore della strada, sostenendo che la responsabilità dell’accaduto fosse da attribuire all’inadeguatezza del dispositivo di sicurezza e alla mancata segnalazione di un incrocio.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello rigettavano la domanda. I giudici di merito concludevano che l’unica causa del sinistro era stata l’eccessiva velocità del veicolo, una condotta di guida non adeguata alle condizioni di tempo e di luogo, che aveva reso inevitabile l’impatto. L’automobilista, non soddisfatto, proponeva ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto le decisioni dei precedenti gradi di giudizio. Gli Ermellini hanno stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente applicato i principi in materia di responsabilità da cose in custodia (art. 2051 c.c.).

Il punto centrale della decisione è che la condotta del danneggiato, quando assume i caratteri dell’imprudenza e dell’eccezionalità, è idonea a costituire ‘caso fortuito’. Questo evento, imprevedibile e inevitabile per il custode (l’ente gestore), spezza il nesso di causalità tra la cosa (la strada e le sue pertinenze) e il danno, liberando così il custode da ogni responsabilità.

Le Motivazioni: l’analisi sulla condotta del danneggiato

La Cassazione ha ritenuto inammissibili i motivi di ricorso presentati dall’automobilista. In primo luogo, il ricorrente contestava una presunta errata valutazione della consulenza tecnica, che non era stata in grado di determinare con esattezza la velocità del veicolo. La Corte ha chiarito che il giudice di merito non è vincolato alle sole conclusioni del consulente tecnico, ma deve valutare l’intero compendio probatorio. In questo caso, elementi come il verbale della Polizia, le testimonianze, lo stato del veicolo dopo l’urto e l’assenza di tracce di frenata erano sufficienti a fondare, in modo logico e coerente, la convinzione di una velocità eccessiva e imprudente.

In secondo luogo, la Corte ha respinto la censura relativa alla presunta mancata conformità del guard-rail alle normative più recenti. I giudici hanno sottolineato che tale motivo era, in realtà, un tentativo di rimettere in discussione la valutazione dei fatti, operazione non consentita in sede di legittimità. Inoltre, la Corte d’Appello aveva già chiarito che la decisione si fondava sull’esclusiva rilevanza causale della condotta del danneggiato, rendendo secondaria ogni altra considerazione sulla conformità delle barriere.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: la responsabilità del custode, prevista dall’art. 2051 c.c., non è assoluta. L’utente della strada ha un preciso dovere di cautela e deve adeguare la propria guida alle condizioni concrete. Quando un incidente è causato da un comportamento gravemente imprudente e non prevedibile (come una velocità eccessiva in un tratto stradale in buone condizioni), tale comportamento diventa l’unica causa giuridicamente rilevante dell’evento. Per le vittime di incidenti, ciò significa che non è sufficiente dimostrare un difetto della strada per ottenere un risarcimento; è necessario anche provare che la propria condotta sia stata diligente e che il danno sia una conseguenza diretta e non evitabile di tale difetto.

Quando la condotta del conducente esclude la responsabilità del gestore della strada?
Quando la condotta di guida è talmente imprudente, anomala e imprevedibile da costituire essa stessa la causa esclusiva dell’incidente. In tal caso, si configura il ‘caso fortuito’ che interrompe il nesso di causalità tra la cosa in custodia (la strada) e il danno.

Il giudice è obbligato a seguire le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio (CTU)?
No, il giudice non è vincolato. Può fondare la sua decisione su un esame complessivo di tutte le prove disponibili (come verbali di polizia, testimonianze, condizioni dei luoghi e del veicolo), anche se queste portano a conclusioni diverse o più ampie rispetto a quelle del CTU.

Il gestore stradale è sempre obbligato ad adeguare i dispositivi di sicurezza (es. guard-rail) alle normative più recenti?
No, secondo la sentenza, se il dispositivo era conforme alle normative vigenti al momento della sua installazione, non sussiste un obbligo automatico di adeguamento. La responsabilità viene esclusa a priori se la causa dell’incidente è la condotta esclusiva e colposa del danneggiato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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