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Concorso di colpa per velocità: la Cassazione decide

Una recente ordinanza della Cassazione ha confermato il principio del concorso di colpa per un automobilista che, pur avendo subito un incidente causato da un altro veicolo che non ha rispettato lo stop, procedeva a velocità eccessiva. La Corte ha stabilito che la violazione del limite di velocità contribuisce all’evento dannoso, giustificando una riduzione del risarcimento. È stato inoltre negato il danno personalizzato per mancanza di prove specifiche.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Concorso di Colpa per Velocità Eccessiva: Quando la Ragione non è Tutta da una Parte

Anche quando la responsabilità principale di un incidente stradale è chiaramente di un altro conducente, superare i limiti di velocità può portare a un’attribuzione di concorso di colpa, con una conseguente riduzione del risarcimento. Questo è il principio ribadito dalla Corte di Cassazione in una recente ordinanza, che ha analizzato il caso di un sinistro in cui un veicolo, pur avendo la precedenza, procedeva a una velocità non commisurata alle condizioni della strada.

I Fatti del Caso: L’incidente e il Percorso Giudiziario

Una automobilista veniva urtata da un’altra vettura che, uscendo da una via laterale, non rispettava il segnale di stop. La danneggiata citava in giudizio la conducente, la proprietaria del veicolo e la relativa compagnia di assicurazione per ottenere il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non, subiti.

Il Tribunale di primo grado, pur riconoscendo la colpa principale della conducente che aveva omesso di dare la precedenza, attribuiva un concorso di colpa del 20% alla danneggiata. La ragione? Aveva superato il limite di velocità e, secondo il consulente tecnico, una velocità inferiore avrebbe ridotto la gravità delle conseguenze, sebbene non avrebbe evitato l’impatto. Il Tribunale, inoltre, negava il risarcimento per la personalizzazione del danno e per la perdita di capacità lavorativa specifica per carenza di prove.

La Corte d’Appello confermava la decisione di primo grado, sottolineando la ‘soccombenza complessiva sostanziale’ dell’appellante e condannandola alle spese di entrambi i gradi di giudizio.

La Decisione della Cassazione sul concorso di colpa

La danneggiata ricorreva in Cassazione, lamentando principalmente l’errata attribuzione del concorso di colpa. Sosteneva che, se l’incidente si sarebbe verificato comunque anche rispettando i limiti, non le si poteva addebitare alcuna responsabilità. La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito.

L’Eccesso di Velocità e l’Aggravamento del Danno

Il punto centrale della decisione riguarda il nesso tra velocità e danno. La Cassazione chiarisce che l’accertamento del concorso di colpa del danneggiato è un’indagine di fatto riservata al giudice di merito. La Corte ha ritenuto che i giudici precedenti avessero correttamente motivato la loro decisione. Essi hanno considerato che, sebbene l’incidente non si sarebbe potuto evitare nemmeno alla velocità consentita di 50 km/h, l’eccesso di velocità della danneggiata aveva comunque contribuito ad aggravare le conseguenze del sinistro. Questo basta per configurare una corresponsabilità ai sensi dell’art. 1227 del codice civile.

La Personalizzazione del Danno: l’Onere della Prova

Un altro motivo di ricorso respinto riguardava il mancato riconoscimento della ‘personalizzazione’ del danno non patrimoniale e del danno da perdita della capacità lavorativa. La Corte ha evidenziato che la danneggiata si era limitata ad allegazioni generiche (stati d’ansia, insonnia) senza fornire prove concrete e specifiche di come le lesioni avessero inciso in modo anomalo e peculiare sulla sua vita relazionale, oltre le normali conseguenze di un simile infortunio. Inoltre, la consulenza tecnica medico-legale aveva escluso che le lesioni potessero incidere sulla sua specifica capacità lavorativa di operaia addetta alle pulizie, e questa ratio decidendi non era stata adeguatamente contestata nel ricorso.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su principi consolidati. In primo luogo, ha ribadito che, in caso di scontro tra veicoli, anche quando la colpa di uno dei conducenti è accertata, il giudice ha il dovere di verificare se l’altro conducente abbia tenuto una condotta di guida corretta e prudente. La presunzione di pari responsabilità (art. 2054 c.c.) non viene superata automaticamente dall’accertamento della colpa di uno solo dei coinvolti.

La Corte ha specificato che la condotta di guida deve essere sempre improntata alla massima prudenza, e il superamento dei limiti di velocità costituisce una violazione che, se ha contribuito causalmente all’aggravamento del danno, giustifica l’attribuzione di un concorso di colpa. Il fatto che l’impatto fosse inevitabile non esime il conducente dal rispettare le norme del codice della strada, la cui violazione può determinare conseguenze dannose più gravi.

Infine, per quanto riguarda la personalizzazione del danno, la Corte ha ricordato che spetta al danneggiato allegare e provare circostanze specifiche e peculiari che dimostrino come il danno abbia inciso sulla sua vita in maniera più grave rispetto ai pregiudizi ordinariamente derivanti da lesioni simili.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre importanti spunti pratici per chiunque sia coinvolto in un sinistro stradale. Insegna che il rispetto del Codice della Strada è sempre fondamentale, anche quando si ha la precedenza. L’eccesso di velocità, anche se non è la causa primaria dell’incidente, può essere considerato un fattore concorrente se aggrava le conseguenze, portando a una riduzione del risarcimento. Inoltre, chi richiede un risarcimento per danni ‘personalizzati’ deve essere in grado di fornire prove concrete e dettagliate delle specifiche ripercussioni negative sulla propria vita quotidiana, non potendosi basare su mere affermazioni generiche.

Guidare oltre il limite di velocità costituisce concorso di colpa anche se non ho causato io l’incidente?
Sì. Secondo la Corte, se l’eccesso di velocità ha contribuito ad aggravare le conseguenze del sinistro, si configura un concorso di colpa che giustifica una riduzione del risarcimento, anche se la causa principale dell’incidente è la condotta di un altro conducente.

Per ottenere un risarcimento ‘personalizzato’ per un danno alla persona, cosa devo dimostrare?
È necessario allegare e provare in modo specifico e documentato che le lesioni subite hanno avuto un’incidenza particolare e anomala sugli aspetti dinamico-relazionali della propria vita, superando le conseguenze ordinarie che derivano da quel tipo di pregiudizio.

Se un giudice d’appello modifica anche solo in piccola parte una sentenza, può ricalcolare tutte le spese legali?
Sì. Il giudice d’appello, quando riforma anche solo parzialmente la sentenza impugnata, ha il dovere di procedere d’ufficio a un nuovo regolamento delle spese processuali per entrambi i gradi di giudizio, basandosi sull’esito complessivo della lite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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