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Concorso di colpa per assegno spedito via posta

La Cassazione stabilisce il principio del concorso di colpa per chi spedisce un assegno via posta ordinaria. Se il titolo viene rubato e incassato illecitamente, la negligenza del mittente riduce la responsabilità dell’intermediario negoziatore. La Corte ha accolto il ricorso di un operatore postale, cassando la sentenza d’appello che ne aveva dichiarato la responsabilità esclusiva.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Assegno spedito per posta: chi paga se viene rubato?

La spedizione di un assegno tramite posta ordinaria è una pratica comune ma rischiosa. Cosa succede se il titolo viene sottratto e incassato da un truffatore? La banca che ha effettuato il pagamento è l’unica responsabile? Con l’ordinanza n. 21029/2024, la Corte di Cassazione torna su un tema cruciale, chiarendo il principio del concorso di colpa del mittente e ridisegnando i confini della responsabilità. L’analisi di questa decisione offre spunti fondamentali per chiunque utilizzi questo metodo di pagamento.

I Fatti del Caso

Una società assicurativa, dopo aver spedito un assegno di traenza tramite posta ordinaria, si vedeva costretta a effettuare un secondo pagamento al legittimo creditore. Il titolo, infatti, era stato rubato e successivamente incassato da un soggetto non autorizzato presso uno sportello di un operatore postale. La compagnia assicurativa agiva quindi in giudizio contro l’operatore postale, chiedendo il risarcimento del danno subito per la negligente gestione dell’operazione di incasso. Sia in primo grado che in appello, i giudici davano ragione alla società assicurativa, condannando l’operatore postale al risarcimento e negando che la modalità di spedizione potesse configurare un concorso di colpa da parte del mittente.

La Decisione della Corte e il Concorso di Colpa

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la prospettiva. Accogliendo il ricorso dell’operatore postale, ha cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa per un nuovo esame. Il cuore della decisione si basa su un principio consolidato, già espresso dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 9769/2020: la spedizione di un assegno, anche se non trasferibile, per posta ordinaria costituisce una condotta negligente del mittente che contribuisce a causare il danno.

Le Motivazioni: Perché Spedire per Posta Ordinaria è Negligenza

La Corte ha spiegato che il mittente, scegliendo un metodo di spedizione non sicuro come la posta ordinaria, si espone volontariamente a un rischio superiore a quello consentito dalle normali regole di prudenza. Le norme postali stesse, infatti, vietano l’inserimento di valori nella corrispondenza ordinaria, prevedendo servizi dedicati e più sicuri come la posta assicurata.

Questo comportamento negligente non è un evento secondario o remoto, ma si configura come un “antecedente necessario dell’evento dannoso”. In altre parole, la scelta imprudente del mittente crea le condizioni per il furto e la successiva riscossione fraudolenta. Di conseguenza, la colpa dell’intermediario finanziario che non identifica correttamente il presentatore del titolo non annulla la colpa originaria del mittente, ma vi si aggiunge. Si verifica, quindi, un concorso di colpa ai sensi dell’art. 1227 del Codice Civile, che impone una ripartizione della responsabilità tra i soggetti coinvolti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un messaggio chiaro per cittadini e aziende: la sicurezza nella trasmissione di valori non è un’opzione. Chi sceglie di spedire un assegno tramite posta ordinaria deve essere consapevole che, in caso di furto e incasso fraudolento, non potrà pretendere un risarcimento integrale. La sua negligenza iniziale sarà valutata e comporterà una riduzione della somma dovuta dall’intermediario che ha eseguito il pagamento.

La decisione, quindi, non assolve le banche o gli operatori postali dai loro obblighi di diligenza nell’identificazione dei clienti, ma riequilibra le responsabilità, attribuendo un ruolo attivo e un dovere di prudenza anche a chi invia il titolo. Per evitare rischi, è fondamentale utilizzare sempre metodi di spedizione tracciabili e sicuri, come la posta assicurata o il corriere, specialmente quando si tratta di documenti di valore.

Spedire un assegno per posta ordinaria è considerato un comportamento negligente?
Sì, la Corte di Cassazione afferma che la spedizione di un assegno per posta ordinaria, anche se munito di clausola di intrasferibilità, costituisce una condotta negligente perché espone volontariamente il mittente a un rischio superiore a quello consentito dalle regole di comune prudenza e dalla disciplina del servizio postale.

Se un assegno spedito con posta ordinaria viene rubato, l’intermediario che lo paga a una persona non autorizzata è l’unico responsabile?
No, non è l’unico responsabile. Secondo la Corte, la negligenza del mittente nella scelta del metodo di spedizione configura un concorso di colpa. Pertanto, la responsabilità del danno viene ripartita tra il mittente e l’intermediario che ha effettuato il pagamento senza la dovuta diligenza nell’identificazione del presentatore.

Perché la scelta della posta ordinaria è considerata un “antecedente necessario” del danno?
È considerata un “antecedente necessario” perché questa condotta imprudente crea le condizioni affinché il danno (furto e riscossione fraudolenta) possa verificarsi. Si tratta di un anello fondamentale nella catena causale che porta al danno, e quindi è giuridicamente rilevante per l’affermazione del concorso di colpa del mittente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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