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Concorso di colpa e stato di ebbrezza: la decisione

Analisi di una sentenza del Tribunale di Milano su un incidente tra auto e bici. A causa di testimonianze incerte, il giudice applica il concorso di colpa al 50%, nonostante lo stato di ebbrezza del conducente. La decisione stabilisce che lo stato di ebbrezza non implica automaticamente piena responsabilità se non è provato il nesso causale diretto con l’incidente, portando a un risarcimento dimezzato per il ciclista.

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Pubblicato il 3 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Concorso di Colpa in Incidente Stradale: L’impatto dello Stato di Ebbrezza

Quando avviene un incidente stradale, stabilire le responsabilità non è sempre immediato. Un recente caso esaminato dal Tribunale di Milano offre spunti fondamentali su come viene gestita l’incertezza probatoria e su quale peso abbia lo stato di ebbrezza di uno dei conducenti. La sentenza illustra perfettamente l’applicazione del principio del concorso di colpa, un concetto chiave nel diritto della responsabilità civile.

I Fatti del Caso: Incidente Notturno e Versioni Contrastanti

Una ciclista veniva investita da un’automobile durante l’attraversamento di un incrocio semaforizzato in tarda serata. La ciclista sosteneva di aver attraversato con il semaforo pedonale verde, mentre la conducente dell’auto affermava il contrario. A complicare il quadro, la conducente dell’auto è risultata positiva al test alcolemico, trovandosi quindi in stato di ebbrezza al momento del sinistro.

Il cuore del processo è ruotato attorno alle testimonianze raccolte. Tuttavia, nessuna di esse è riuscita a confermare con certezza quale dei due soggetti avesse effettivamente il semaforo rosso. Le dichiarazioni dei testimoni si sono rivelate frammentarie e non univoche, creando una situazione di stallo probatorio.

Il Problema delle Prove e l’Applicazione del Concorso di Colpa

Dinanzi all’impossibilità di ricostruire con esattezza la dinamica e, di conseguenza, di attribuire la colpa esclusiva a una delle parti, il Giudice ha fatto ricorso a un principio cardine del nostro ordinamento in materia di circolazione stradale: la presunzione di concorso di colpa ai sensi dell’art. 2054, comma 2, del Codice Civile. Questa norma stabilisce che, in caso di scontro tra veicoli, si presume fino a prova contraria che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno.

L’incertezza sulle rispettive condotte di guida ha quindi portato il Tribunale a ritenere entrambi i soggetti responsabili al 50% per il verificarsi dell’incidente.

Stato di Ebbrezza: Non è Sinonimo di Colpa Assoluta

Un punto cruciale della decisione riguarda il valore probatorio dello stato di ebbrezza. Il Tribunale ha specificato che la sola circostanza che la conducente dell’auto fosse alla guida in stato di ebbrezza non è di per sé sufficiente per addebitarle l’intera responsabilità dell’incidente. Affinché ciò avvenga, è necessario dimostrare un nesso di causalità diretto tra la condizione di alterazione e la causa specifica del sinistro. In altre parole, si deve provare che l’incidente non si sarebbe verificato se la conducente fosse stata sobria. Poiché tale prova non è emersa nel corso del processo, lo stato di ebbrezza non ha potuto superare la presunzione di concorso di colpa.

Le Motivazioni

Il Tribunale ha motivato la propria decisione basandosi sulla radicale incertezza probatoria emersa dall’istruttoria. Le testimonianze raccolte non hanno permesso di stabilire quale dei due semafori fosse rosso al momento dell’impatto. In questa situazione, l’unica via percorribile è l’applicazione della presunzione di pari responsabilità stabilita dall’art. 2054 c.c. Il giudice ha chiarito che l’esclusiva responsabilità di una parte può essere affermata solo superando questa presunzione, ovvero fornendo la prova liberatoria di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno e, contestualmente, la prova della colpa altrui. Mancando tale duplice prova, il concorso di colpa è la conseguenza legale inevitabile.

Per quanto riguarda i danni, il Tribunale ha proceduto a una puntuale quantificazione del danno patrimoniale (spese mediche, danni alla bicicletta e agli occhiali) e non patrimoniale (danno biologico e morale) subito dalla ciclista. L’importo totale così determinato è stato poi dimezzato in applicazione della ripartizione paritaria della responsabilità. Infine, la Corte ha accolto la domanda riconvenzionale della compagnia assicurativa, condannando la propria assicurata (la conducente) a rimborsare una parte del risarcimento in virtù della clausola contrattuale che esclude la copertura in caso di guida in stato di ebbrezza.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce due principi fondamentali. Primo, in assenza di prove certe, la responsabilità in un incidente stradale si presume condivisa in parti uguali. Secondo, lo stato di ebbrezza, pur costituendo una grave infrazione e un fattore di rischio, non si traduce automaticamente in una piena responsabilità per l’incidente, se non viene provato che sia stato la causa determinante dello stesso. Questa decisione sottolinea l’importanza di raccogliere prove chiare e inconfutabili subito dopo un sinistro, poiché l’incertezza processuale si traduce, nella maggior parte dei casi, in un concorso di colpa e, di conseguenza, in un risarcimento parziale del danno.

Lo stato di ebbrezza di un conducente comporta automaticamente la sua piena responsabilità in un incidente?
No, la sentenza chiarisce che lo stato di ebbrezza non è sufficiente da solo. È necessario dimostrare che tale stato sia stato la causa diretta e determinante dell’incidente. In assenza di questa prova, la responsabilità può essere condivisa.

Cosa succede se le testimonianze su un incidente sono incerte o contraddittorie?
Se le prove, incluse le testimonianze, non permettono di stabilire con certezza la dinamica dell’incidente e le responsabilità, il giudice applica la presunzione di concorso di colpa prevista dall’art. 2054 c.c., suddividendo la responsabilità in parti uguali tra i conducenti coinvolti.

Come viene calcolato il risarcimento in caso di concorso di colpa?
Il giudice prima calcola l’ammontare totale dei danni subiti dalla parte lesa (danni patrimoniali come spese mediche e danni al veicolo, e danni non patrimoniali come lesioni fisiche e danno morale). Successivamente, tale importo totale viene ridotto in base alla percentuale di colpa attribuita alla stessa parte lesa. In questo caso, essendo un concorso paritario al 50%, il risarcimento è stato dimezzato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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