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Concorso di colpa assegno: spedizione e responsabilità

Una compagnia assicurativa invia un assegno per posta ordinaria, che viene rubato e incassato fraudolentemente. La Cassazione stabilisce che il mittente ha un concorso di colpa per aver scelto un metodo di spedizione non sicuro, riducendo la responsabilità della banca che ha pagato l’assegno alterato. La sentenza di merito è cassata con rinvio.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Concorso di colpa per assegno spedito via posta ordinaria: la Cassazione fa chiarezza

L’invio di un assegno tramite posta è una pratica ancora diffusa, ma quali sono i rischi e chi paga se qualcosa va storto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta proprio il tema del concorso di colpa per un assegno non trasferibile spedito con posta ordinaria, rubato e incassato fraudolentemente. Questa decisione chiarisce come la responsabilità del danno debba essere ripartita tra il mittente e la banca che ha effettuato il pagamento.

I fatti del caso

Una compagnia di assicurazioni aveva citato in giudizio un istituto di credito chiedendo il risarcimento di un danno di 2.200 euro. La compagnia aveva inviato un assegno di traenza non trasferibile tramite posta ordinaria. Il titolo, però, non era mai giunto al destinatario: era stato intercettato, il nome del beneficiario era stato contraffatto e l’importo era stato incassato da un soggetto non legittimato.
Il Tribunale, in secondo grado, aveva dato ragione alla compagnia assicuratrice, ritenendo la banca unicamente responsabile per non aver agito con la diligenza professionale richiesta, data la presenza di evidenti tracce di contraffazione sul titolo. La banca, ritenendo ingiusta la decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse omesso di valutare la condotta imprudente della compagnia assicuratrice nell’inviare un assegno con un mezzo così insicuro come la posta ordinaria.

L’analisi della Corte e il concorso di colpa assegno

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della banca, ribaltando la prospettiva del giudice di merito. La decisione si fonda su un principio consolidato, in particolare quello espresso dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 9769/2020. Secondo la Suprema Corte, la scelta di spedire un assegno tramite posta ordinaria non è una condotta neutra, ma un’azione che espone il mittente a un rischio significativo e prevedibile di smarrimento o sottrazione.
Questa scelta integra un’ipotesi di concorso di colpa assegno ai sensi dell’art. 1227 c.c. Il mittente, optando per un metodo di spedizione privo di tracciabilità e di garanzie di consegna (a differenza della posta raccomandata o assicurata), contribuisce attivamente a creare le condizioni per il verificarsi del danno.

La responsabilità del mittente nella scelta della spedizione

La Corte ha sottolineato che la responsabilità non può ricadere interamente sulla banca negoziatrice. Se è vero che la banca ha l’obbligo di verificare l’identità di chi presenta l’assegno all’incasso, è altrettanto vero che il comportamento del mittente è un antecedente causale fondamentale. Senza la disponibilità materiale dell’assegno, il truffatore non avrebbe mai potuto presentarlo in banca.
La scelta di usare la posta ordinaria, quindi, è qualificata come una violazione delle elementari regole di prudenza. Tale condotta aumenta la probabilità del danno e non può essere ignorata nella valutazione complessiva delle responsabilità.

Le motivazioni

La Cassazione ha motivato la sua decisione affermando che il giudice di merito ha errato nel limitare la sua analisi alla sola condotta della banca. Non ha indagato il rilievo causale della spedizione per posta ordinaria, un fatto decisivo per il giudizio. Il Tribunale avrebbe dovuto verificare se la scelta del mittente avesse comportato l’esposizione “ad un margine di rischio superiore a quello ritenuto accettabile alla stregua delle regole di comune prudenza”. Poiché questa valutazione è mancata, la sentenza è stata ritenuta viziata. La Corte ha quindi cassato la sentenza e ha rinviato il caso al Tribunale di Parma, che dovrà riesaminare la vicenda applicando il principio del concorso di colpa e ripartire correttamente le responsabilità.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale cruciale: chi spedisce un assegno ha il dovere di utilizzare modalità sicure e tracciabili per tutelare sé stesso e i terzi. La scelta della posta ordinaria, sebbene economica, costituisce una negligenza che, in caso di furto e incasso fraudolento, porta a un concorso di colpa, con conseguente riduzione del risarcimento dovuto dalla banca. È un monito importante per privati e aziende: la prudenza nella gestione dei titoli di credito non è un’opzione, ma un obbligo che discende dai principi di correttezza e buona fede.

Chi è responsabile se un assegno non trasferibile, spedito per posta ordinaria, viene rubato e incassato da un truffatore?
La responsabilità è condivisa. Il mittente è corresponsabile (concorso di colpa) per aver scelto un metodo di spedizione insicuro, mentre la banca è responsabile se ha agito con negligenza nel verificare l’identità del presentatore e l’autenticità del titolo.

Spedire un assegno con posta semplice costituisce una condotta negligente?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, l’utilizzo della posta ordinaria per spedire un assegno comporta l’assunzione di un rischio evidente e superiore a quello accettabile secondo le normali regole di prudenza, integrando così una condotta colposa.

La negligenza della banca nell’identificare il presentatore dell’assegno esclude la colpa del mittente?
No, la negligenza della banca non esclude la colpa del mittente. Le due condotte colpose (quella del mittente nella spedizione e quella della banca nel pagamento) concorrono entrambe a causare il danno, che quindi deve essere ripartito tra i due soggetti in base al rispettivo grado di colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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