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Concorso di colpa assegno: spedizione e responsabilità

Una società assicurativa ha citato in giudizio un fornitore di servizi postali per aver pagato un assegno rubato e contraffatto, spedito tramite posta ordinaria. La Corte di Cassazione ha stabilito che la scelta di un metodo di spedizione non sicuro costituisce un concorso di colpa assegno da parte del mittente. La negligenza dell’ente pagatore non esclude quella di chi ha spedito il titolo, portando all’annullamento della precedente sentenza e al rinvio per una nuova valutazione della responsabilità condivisa.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Concorso di Colpa per Assegno Spedito con Posta Ordinaria: La Decisione della Cassazione

La spedizione di un assegno tramite posta ordinaria è una pratica comune, ma quali sono i rischi e le responsabilità in caso di furto e incasso fraudolento? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia: la scelta di un metodo di spedizione non sicuro può integrare un concorso di colpa assegno da parte del mittente, riducendo il suo diritto al risarcimento. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una compagnia di assicurazioni emetteva un assegno non trasferibile a favore di un beneficiario e lo spediva utilizzando il servizio di posta ordinaria. Il titolo, tuttavia, non giungeva mai a destinazione. Veniva rubato, il nome del beneficiario veniva alterato in modo palese – con una spessa riga nera sotto la quale era stato scritto un nuovo nome – e infine incassato presso un ufficio postale da una persona sconosciuta, la quale aveva aperto un libretto di risparmio appositamente per l’operazione.

La compagnia assicuratrice, ritenendo l’operatore postale responsabile per non aver rilevato la palese contraffazione, lo citava in giudizio per ottenere il risarcimento del danno pari all’importo dell’assegno.

Il Percorso Giudiziario e la questione del concorso di colpa assegno

In primo grado, la domanda veniva respinta. In appello, il Tribunale ribaltava la decisione, condannando l’ente postale. Secondo i giudici di secondo grado, la contraffazione era talmente evidente (ictu oculi) che l’operatore avrebbe dovuto effettuare controlli più approfonditi. Il Tribunale, inoltre, escludeva la possibilità di un concorso di colpa da parte della compagnia mittente, ritenendo irrilevante la scelta di aver spedito l’assegno con posta ordinaria.

L’ente postale, non soddisfatto della decisione, ricorreva in Cassazione, sostenendo che la scelta imprudente del mittente avesse contribuito in modo determinante al verificarsi del danno.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il motivo di ricorso relativo al concorso di colpa del mittente, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. Il ragionamento dei giudici si fonda su un principio consolidato, già espresso dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 9769/2020.

La Corte ha specificato che la scelta di avvalersi della posta ordinaria per la trasmissione di un assegno, pur in presenza di alternative decisamente più sicure (come la posta raccomandata, l’assicurata o strumenti di pagamento elettronici), si traduce in una consapevole assunzione di un rischio da parte del mittente.

Questo comportamento negligente non può essere ignorato e costituisce un antecedente causale necessario dell’evento dannoso. In altre parole, se il mittente avesse usato la dovuta prudenza scegliendo un metodo di spedizione tracciabile e sicuro, il furto e la successiva riscossione fraudolenta sarebbero stati, se non impossibili, quantomeno molto più difficili.

Il Tribunale ha errato nell’escludere a priori il rilievo causale della spedizione con posta ordinaria, concentrandosi unicamente sulla negligenza dell’operatore postale. La colpa di quest’ultimo, per quanto grave, non interrompe il nesso di causalità con la condotta imprudente del mittente, ma concorre con essa. La responsabilità, quindi, deve essere valutata tenendo conto del comportamento di tutti i soggetti coinvolti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza ribadisce un messaggio chiaro per chiunque si trovi a spedire documenti di valore come un assegno: la prudenza è d’obbligo. La decisione di utilizzare la posta ordinaria, sebbene economica, espone il mittente a un rischio significativo che, in caso di problemi, può avere conseguenze legali dirette.

In pratica, se un assegno spedito con posta ordinaria viene rubato e incassato, il mittente potrebbe vedersi riconoscere solo un risarcimento parziale, in quanto ritenuto corresponsabile del danno per aver scelto una modalità di spedizione intrinsecamente insicura. Questa pronuncia serve da monito a preferire sempre metodi di spedizione tracciabili e sicuri o, meglio ancora, strumenti di pagamento digitali che eliminano del tutto i rischi legati al trasporto fisico del titolo.

Spedire un assegno con posta ordinaria è considerato una negligenza?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la scelta di spedire un assegno con posta ordinaria, a fronte di alternative più sicure come la raccomandata o i pagamenti elettronici, costituisce una ‘consapevole assunzione di un rischio’ e può essere qualificata come condotta negligente che contribuisce a causare il danno in caso di furto.

La colpa dell’operatore che paga un assegno contraffatto annulla quella del mittente?
No. La negligenza dell’operatore postale o bancario nel verificare la regolarità del titolo e l’identità del presentatore non esclude la colpa del mittente che ha scelto un metodo di spedizione insicuro. Le due condotte colpose concorrono a produrre il danno, e la responsabilità deve essere ripartita tra i soggetti coinvolti.

Cosa avrebbe dovuto valutare il giudice di merito secondo la Cassazione?
Il giudice di merito non avrebbe dovuto escludere a priori la rilevanza della modalità di spedizione. Avrebbe dovuto, invece, esaminare le circostanze specifiche per verificare se la scelta della posta ordinaria avesse comportato ‘l’esposizione ad un margine di rischio superiore a quello ritenuto accettabile alla stregua delle regole di comune prudenza’, valutando così il contributo causale del mittente alla produzione del danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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