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Concorso di colpa assegno: la Cassazione decide

Una compagnia assicurativa ha inviato assegni non trasferibili via posta ordinaria, che sono stati rubati e incassati fraudolentemente da soggetti con documenti falsi. La Corte di Cassazione, riformando le decisioni precedenti, ha stabilito il principio del concorso di colpa assegno a carico del mittente. Secondo la Corte, l’invio tramite un mezzo non sicuro costituisce una negligenza che contribuisce al danno, riducendo così la responsabilità dell’ente pagatore che non ha identificato correttamente il presentatore.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Spedizione di Assegni e Concorso di Colpa: La Svolta della Cassazione

L’invio di un assegno tramite posta ordinaria è una pratica comune ma rischiosa. Cosa succede se il titolo viene sottratto e incassato da un truffatore? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: chi sceglie un metodo di spedizione non sicuro si assume una parte della responsabilità. Si parla in questo caso di concorso di colpa assegno, un principio che distribuisce l’onere del danno tra il mittente negligente e l’istituto che ha effettuato il pagamento.

I Fatti del Caso: Assegni Smarriti e Pagamenti Fraudolenti

Una compagnia assicurativa aveva citato in giudizio un ente postale chiedendo il risarcimento di circa 14.500 euro. La somma corrispondeva a cinque assegni non trasferibili che la compagnia aveva spedito tramite posta ordinaria ai legittimi beneficiari. I titoli, tuttavia, non giunsero mai a destinazione. Furono invece intercettati da terzi che, presentandosi presso gli sportelli dell’ente postale con documenti d’identità falsificati, riuscirono a incassarli dopo aver aperto dei libretti di risparmio sul momento.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla compagnia assicurativa, condannando l’ente postale al risarcimento totale. Secondo i giudici, l’ente aveva agito con negligenza, non avendo adottato la dovuta cautela nell’identificare i presentatori degli assegni. Le modalità sospette dell’operazione (clienti non conosciuti che aprivano libretti appositamente per versare gli assegni) avrebbero dovuto far scattare un campanello d’allarme e indurre a controlli più approfonditi, come la richiesta di un secondo documento di identità.

Il Principio del concorso di colpa assegno secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato la prospettiva, accogliendo il motivo di ricorso dell’ente postale basato sul concorso di colpa assegno del mittente. I giudici supremi hanno richiamato un loro precedente orientamento, consolidato dalle Sezioni Unite (sentenza n. 9769/2020), affermando un principio di diritto molto chiaro: la spedizione di un assegno non trasferibile per posta ordinaria costituisce una condotta negligente da parte del mittente. Questa scelta lo espone volontariamente a un rischio superiore a quello consentito dalle normali regole di prudenza.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che la condotta del mittente che sceglie la posta ordinaria rappresenta un “antecedente necessario dell’evento dannoso”. In altre parole, se l’assegno non fosse stato spedito in modo così insicuro, la sottrazione e il successivo incasso fraudolento non si sarebbero potuti verificare. Tale comportamento colposo del mittente concorre con quello, anch’esso colposo, dell’operatore che paga l’assegno senza una corretta identificazione. La responsabilità del danno, quindi, non può ricadere interamente su quest’ultimo, ma deve essere ripartita in base alla gravità delle rispettive colpe.

La Cassazione ha annullato la sentenza precedente e ha rinviato la causa al Tribunale affinché decida nuovamente la questione, tenendo conto del concorso di colpa della compagnia assicurativa mittente. Il nuovo giudice dovrà quantificare la percentuale di responsabilità da attribuire a ciascuna parte e, di conseguenza, ricalcolare l’eventuale risarcimento dovuto dall’ente postale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Mittenti e Istituti di Credito

Questa decisione ha importanti conseguenze pratiche. Per chi spedisce assegni o altri titoli di valore, il messaggio è inequivocabile: è necessario utilizzare metodi di spedizione tracciabili e sicuri (come la posta raccomandata) per non essere considerati corresponsabili in caso di furto. Scegliere la via più economica della posta ordinaria significa accettare un rischio che, legalmente, si traduce in un concorso di colpa. Per le banche e gli istituti di pagamento, pur rimanendo fermo l’obbligo di diligenza nell’identificazione del cliente, questa giurisprudenza offre uno strumento per mitigare la propria responsabilità quando il danno è stato agevolato dalla negligenza del mittente. Si afferma, in sostanza, un principio di corresponsabilizzazione nella prevenzione delle frodi.

Chi spedisce un assegno non trasferibile con posta ordinaria è responsabile se viene rubato e incassato?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la spedizione per posta ordinaria di un assegno costituisce una condotta negligente che espone il mittente a un rischio elevato. Questo comportamento configura un concorso di colpa che riduce la responsabilità dell’ente pagatore in caso di incasso fraudolento.

L’ente che paga un assegno a una persona con documenti falsi è sempre responsabile al 100%?
No. Sebbene l’ente pagatore abbia il dovere di identificare con diligenza il presentatore dell’assegno, la sua responsabilità può essere diminuita se il mittente ha contribuito al verificarsi del danno spedendo il titolo con un mezzo insicuro come la posta ordinaria.

Cosa ha stabilito la Corte di Cassazione riguardo al concorso di colpa nella spedizione di assegni?
La Corte ha stabilito che la spedizione di un assegno tramite posta ordinaria è una condotta idonea a giustificare l’affermazione del concorso di colpa del mittente. Tale azione è considerata un antecedente necessario dell’evento dannoso, concorrente con l’eventuale comportamento colposo della banca o dell’ente postale nell’identificazione del presentatore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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