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Composizione collegio giudicante: nullità sentenza

Una società costruttrice si opponeva a un decreto ingiuntivo per la fornitura di macchinari. Dopo la condanna in Appello, ricorreva in Cassazione lamentando un vizio procedurale. La Suprema Corte ha annullato la sentenza d’appello perché la composizione del collegio giudicante era mutata tra l’udienza di discussione e la deliberazione della decisione, violando il principio di immutabilità del giudice e causando la nullità insanabile del provvedimento. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Composizione Collegio Giudicante: Quando la Sentenza è Nulla?

Il principio di immutabilità del giudice è un cardine del nostro ordinamento processuale, posto a garanzia del corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza che qualsiasi variazione nella composizione del collegio giudicante tra l’udienza di discussione e la camera di consiglio per la decisione determina la nullità insanabile della sentenza. Approfondiamo questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: Una Controversia su Forniture e Pagamenti

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso per il mancato pagamento di una fornitura di macchinari. Una società costruttrice si opponeva al decreto, sostenendo l’inadempimento della fornitrice, titolare di uno studio commerciale, che non avrebbe completato il montaggio e il collaudo degli impianti.

Il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto l’opposizione, revocato il decreto ingiuntivo e, dopo aver compensato i rispettivi crediti, condannato la società costruttrice al pagamento di una somma residua. La Corte d’Appello, successivamente adita da entrambe le parti, aveva confermato la decisione di primo grado, rigettando entrambi gli appelli.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione sulla Composizione Collegio Giudicante

La società costruttrice ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando tre motivi di ricorso. Il primo, e decisivo, motivo denunciava la violazione di diverse norme del codice di procedura civile (artt. 157, 158, 189, 276, 352 e 359 c.p.c.).

In particolare, la ricorrente sosteneva che la sentenza d’appello fosse stata emessa da un collegio giudicante composto in modo diverso rispetto a quello davanti al quale si era tenuta l’ultima udienza di discussione e precisazione delle conclusioni. Questa variazione, intervenuta dopo l’udienza, avrebbe determinato una nullità insanabile della sentenza.

Gli Altri Motivi di Ricorso

Gli altri due motivi, relativi a questioni di merito come la tardività dell’eccezione di inadempimento e la giustificazione della sospensione della prestazione contrattuale, non sono stati esaminati dalla Suprema Corte, in quanto assorbiti dall’accoglimento del primo motivo.

Le Motivazioni della Suprema Corte: Il Principio di Immutabilità del Giudice

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il primo motivo. I giudici hanno riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale: la decisione deve essere deliberata dagli stessi giudici dinanzi ai quali si è svolta la discussione finale della causa. Questo principio, sancito dagli articoli 276 e 352 del codice di procedura civile, garantisce che la decisione sia frutto della piena conoscenza degli atti e delle argomentazioni finali delle parti.

Dall’esame degli atti processuali, la Corte ha riscontrato un serio dubbio sull’identità tra il collegio presente all’udienza del 15 ottobre 2019 e quello che ha poi deliberato la sentenza. La mancanza di certezza sulla corretta composizione del collegio giudicante costituisce un vizio procedurale (error in procedendo) talmente grave da comportare la nullità della sentenza.

La Suprema Corte ha specificato che, anche in grado d’appello, il collegio che delibera la decisione deve essere composto dagli stessi giudici che hanno partecipato all’ultima attività processuale. Un mutamento successivo nella sua composizione viola le regole fondamentali del contraddittorio e della formazione del convincimento del giudice.

Le Conclusioni: Nullità della Sentenza e Rinvio alla Corte d’Appello

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, dichiarando assorbiti gli altri. Di conseguenza, ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Bologna, in diversa composizione, affinché proceda a una nuova valutazione. Questa decisione sottolinea l’importanza inderogabile del rispetto delle norme procedurali, la cui violazione può vanificare l’intero giudizio, a prescindere dal merito della controversia. Il caso dovrà quindi essere nuovamente discusso e deciso da un collegio correttamente costituito, a garanzia di un processo giusto ed equo.

Cosa succede se i giudici che emettono la sentenza sono diversi da quelli che hanno assistito alla discussione della causa?
La sentenza è nulla. Secondo la Corte di Cassazione, il principio di immutabilità del giudice impone che la decisione sia presa dallo stesso collegio giudicante davanti al quale si è svolta l’ultima fase processuale, come la discussione o la precisazione delle conclusioni.

Perché la corretta composizione del collegio giudicante è così importante?
È una garanzia fondamentale per un giusto processo. Assicura che la decisione sia basata sulla diretta conoscenza degli atti e delle argomentazioni finali delle parti, maturata dai giudici che hanno effettivamente partecipato all’udienza conclusiva.

Cosa significa che gli altri motivi di ricorso sono stati ‘assorbiti’?
Significa che, avendo la Corte accolto il primo motivo sulla nullità procedurale della sentenza, non è stato necessario esaminare gli altri motivi relativi al merito della controversia. L’accoglimento del primo motivo è stato di per sé sufficiente ad annullare la decisione impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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