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Competenza tribunale acque pubbliche: quando è esclusa

La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere una controversia tra un Comune e una società energetica, relativa al pagamento di un corrispettivo previsto in una convenzione per la realizzazione di un impianto idroelettrico, spetta al tribunale ordinario e non al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche. La Suprema Corte ha chiarito che la competenza del tribunale specializzato sussiste solo quando la lite riguarda direttamente la legittimità, la portata o i limiti di una concessione di derivazione d’acqua pubblica. Nel caso di specie, la controversia verteva unicamente sugli obblighi di natura patrimoniale derivanti da un accordo privato, sebbene presupponesse l’esistenza di una concessione, senza però inciderne il contenuto o gli interessi pubblici connessi. Di conseguenza, è stata confermata la competenza territoriale del tribunale ordinario indicata nell’accordo stesso.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Tribunale Acque Pubbliche: la Cassazione traccia i confini con il Giudice Ordinario

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiarificazione sui limiti della competenza del Tribunale delle Acque Pubbliche, distinguendola da quella del giudice ordinario. La decisione riguarda una controversia nata da un accordo tra un Comune e una società energetica per la realizzazione di un impianto idroelettrico, stabilendo che le liti su obblighi puramente contrattuali, anche se legate a una concessione idrica, restano di competenza del tribunale civile.

I Fatti di Causa

Un Comune citava in giudizio una società energetica dinanzi al Tribunale di Brescia, chiedendo il pagamento di circa 120.000 euro a titolo di corrispettivo, come previsto da una convenzione stipulata anni prima. Tale accordo definiva gli obblighi reciproci legati alla realizzazione e gestione di un impianto idroelettrico sul territorio comunale.

La società convenuta si opponeva, sollevando un’eccezione di incompetenza. In via principale, sosteneva che la materia del contendere rientrasse nella competenza specializzata del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Torino, poiché la controversia era intrinsecamente legata all’utilizzo di risorse idriche pubbliche. In subordine, indicava come competente il Tribunale di Torino in base a una clausola di foro esclusivo presente nella convenzione.

Il Tribunale di Brescia accoglieva l’eccezione di incompetenza territoriale, dichiarando la causa di competenza del Tribunale di Torino in base alla clausola contrattuale, ma rigettando implicitamente l’eccezione sulla competenza per materia. La società, non soddisfatta, proponeva regolamento di competenza alla Corte di Cassazione, insistendo sulla giurisdizione del tribunale specializzato.

La Decisione della Corte e la competenza del tribunale acque pubbliche

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, dichiarando definitivamente la competenza del Tribunale ordinario di Torino. La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato per distinguere le due giurisdizioni.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione netta tra l’oggetto della controversia e il suo presupposto. La Corte ha spiegato che la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche è limitata alle controversie che investono direttamente il nucleo della concessione pubblica. Questo include questioni sulla demanialità delle acque, sul contenuto o i limiti della concessione stessa, o sui diritti di derivazione e utilizzazione nei confronti della Pubblica Amministrazione concedente.

Al contrario, le controversie tra privati (o tra un privato e un ente pubblico che non agisce in veste di autorità concedente) che, pur presupponendo l’esistenza di una concessione, riguardano esclusivamente l’attuazione di obblighi reciproci derivanti da un accordo privato, rientrano nella competenza del giudice ordinario. In questo caso, la lite non verteva sulla legittimità della concessione (peraltro rilasciata dalla Città Metropolitana e non dal Comune) né ne metteva in discussione i termini. L’oggetto del contendere era unicamente il pagamento di una somma di denaro pattuita in una convenzione che regolava i rapporti tra il Comune e la società per facilitare la realizzazione dell’impianto.

La Corte ha specificato che gli impegni assunti dalle parti – come la gestione dell’impianto, l’uso di manodopera locale, il rilascio di permessi comunali e il pagamento di un corrispettivo – costituiscono obbligazioni di natura privata. Questi accordi non incidono sull’interesse pubblico legato al regime delle acque, ma solo sugli interessi patrimoniali e operativi delle parti contraenti.

Le Conclusioni

La decisione consolida un importante principio di diritto processuale: la semplice connessione di una controversia con una concessione di acque pubbliche non è sufficiente a radicare la competenza del tribunale specializzato. È necessario che l’oggetto del giudizio metta in discussione il provvedimento amministrativo della concessione o i diritti e gli interessi pubblici ad essa sottesi. Quando, invece, la lite si limita a questioni patrimoniali o contrattuali tra le parti, la giurisdizione spetta al giudice ordinario, secondo le normali regole di competenza. Questa pronuncia offre quindi un criterio chiaro per operatori del settore e legali, evitando incertezze procedurali in casi analoghi.

Quando una controversia legata a un impianto idroelettrico rientra nella competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche?
Una controversia rientra nella competenza di tale tribunale specializzato solo quando investe direttamente l’atto di concessione, ad esempio contestandone la legittimità o la portata, oppure quando riguarda questioni sulla demanialità delle acque o il diritto alla loro derivazione e utilizzazione nei confronti dell’amministrazione pubblica concedente.

Un accordo tra un Comune e una società energetica per la realizzazione di un impianto idroelettrico è di competenza del giudice ordinario o di quello specializzato?
È di competenza del giudice ordinario. Secondo la Corte, un simile accordo, che regola i rapporti e gli obblighi reciproci tra le parti (come pagamenti, permessi, utilizzo di terreni), ha natura privatistica e non incide sugli interessi pubblici legati al regime delle acque. Pertanto, le liti che ne derivano spettano al tribunale civile.

La presenza di un ente pubblico (un Comune) come parte in causa sposta automaticamente la competenza verso il giudice specializzato in materia di acque pubbliche?
No. La sola presenza di un ente pubblico non è determinante. Ciò che conta è l’oggetto della controversia. Se il Comune agisce non come ente concedente ma come parte di un accordo di natura patrimoniale, la lite rimane nell’ambito della giurisdizione ordinaria, poiché non vengono in rilievo gli interessi pubblici specifici tutelati dalla giurisdizione specializzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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