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Competenza Tribunale Acque: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche in una controversia sulla proprietà di un terreno. Una società costruttrice rivendicava un’area che le amministrazioni pubbliche ritenevano parte del demanio idrico. La Corte ha stabilito che, quando è necessaria un’indagine tecnica per determinare se un’area rientri o meno nell’alveo di un corso d’acqua, la competenza esclusiva spetta al tribunale specializzato, respingendo così il ricorso della società.

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Competenza del Tribunale delle Acque: la Cassazione fa chiarezza sulla proprietà dei terreni fluviali

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale in materia di diritto immobiliare e processuale: la competenza del Tribunale delle Acque. Il caso riguardava la disputa sulla proprietà di alcuni terreni situati in prossimità di un torrente, contesi tra una società di costruzioni e diverse amministrazioni pubbliche. La decisione ribadisce il ruolo fondamentale del tribunale specializzato quando la natura demaniale di un bene è oggetto di contesa e richiede accertamenti tecnici specifici.

I fatti di causa

Una società di costruzioni aveva avviato una causa per far accertare il proprio diritto di proprietà su alcune aree situate nel comune di Valfurva. Tuttavia, l’Agenzia del Demanio, il Comune e la Regione sostenevano che tali terreni appartenessero al demanio idrico, in quanto parte dell’alveo di una ramificazione di un torrente locale.
Il Tribunale di Milano, inizialmente adito, aveva declinato la propria competenza, indicando come giudice competente il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche. La motivazione di tale scelta risiedeva nella necessità di condurre indagini tecniche per stabilire se le aree in questione, non più coperte dall’acqua, fossero o meno da considerarsi parte del letto del fiume. Insoddisfatta della decisione e della condanna alle spese, la società ha proposto ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione e la competenza del Tribunale delle Acque

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando in toto la decisione del giudice di primo grado. Gli Ermellini hanno chiarito che il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche è un organo specializzato della giurisdizione ordinaria con una competenza specifica e funzionale.
Nello specifico, la legge gli attribuisce la giurisdizione sulle controversie relative ai “limiti dei corsi o bacini, loro alvei e sponde”. Questa competenza si attiva ogni volta che la risoluzione della controversia dipende dall’individuazione dei confini del demanio idrico e richiede valutazioni di carattere eminentemente tecnico.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la propria decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il punto centrale è che la competenza del Tribunale delle Acque sussiste non solo quando l’oggetto principale della causa è la delimitazione di un corso d’acqua, ma anche quando tale accertamento è necessario per risolvere una questione di proprietà. Non importa se la questione sia sollevata in via principale, incidentale o come eccezione dalla controparte. Ciò che rileva è la necessità di un’indagine tecnica per stabilire se un terreno, la cui natura pubblica è contestata, rientri o meno nel demanio idrico.

Nel caso specifico, la controversia verteva proprio sulla “esatta collocazione del terreno” rivendicato dalla società: era all’interno o all’esterno dell’alveo del torrente? Poiché la risposta a questa domanda era dirimente per decidere sulla proprietà e richiedeva accertamenti tecnici complessi, la competenza non poteva che essere del tribunale specializzato. Il ricorso è stato quindi rigettato, così come il motivo relativo alla condanna alle spese, ritenuta corretta applicazione del principio della soccombenza.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale nel riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e Tribunale delle Acque. Per i proprietari di terreni confinanti con corsi d’acqua e per gli operatori del settore immobiliare, ciò significa che qualsiasi controversia sulla proprietà che implichi una contestazione dei confini del demanio idrico sarà, con ogni probabilità, devoluta alla cognizione del giudice specializzato. La decisione sottolinea come la specializzazione tecnica sia un valore irrinunciabile per il corretto funzionamento della giustizia in materie complesse come quelle relative alla gestione e alla tutela delle acque pubbliche.

Quale tribunale è competente a decidere sulla proprietà di un terreno se si contesta che faccia parte del letto di un fiume?
È competente il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche. La sua giurisdizione è attivata quando sorge la necessità di accertare, tramite indagini tecniche, l’appartenenza del bene al demanio idrico, anche con riferimento al passato.

La questione sulla natura demaniale del terreno deve essere l’oggetto principale della causa per radicare la competenza del Tribunale delle Acque?
No, non è necessario. La competenza del Tribunale delle Acque sussiste anche se la questione della determinazione dell’alveo ha carattere pregiudiziale o meramente incidentale rispetto alla domanda principale, come quella sull’accertamento della proprietà.

Quando un tribunale ordinario può decidere sulla proprietà di un terreno che un tempo era parte di un fiume?
Il tribunale ordinario è competente solo nelle controversie in cui non si pone alcuna questione sulla determinazione dei limiti dell’alveo e delle sponde. In pratica, quando le parti non contestano che il terreno, “pacificamente”, faccia o facesse parte dell’alveo di un fiume.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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