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Competenza trattenimento stranieri: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato la proroga del trattenimento di un cittadino straniero disposta da un Giudice di Pace. La sentenza stabilisce un principio fondamentale sulla competenza trattenimento stranieri: la presentazione di una domanda di protezione internazionale sposta la giurisdizione al Tribunale specializzato, modificando la natura stessa della detenzione.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Trattenimento Stranieri: la Domanda d’Asilo Sposta il Giudizio al Tribunale

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale del diritto dell’immigrazione, definendo con chiarezza la competenza sul trattenimento degli stranieri quando viene presentata una domanda di protezione internazionale. La Suprema Corte ha stabilito che, in tali circostanze, la giurisdizione non appartiene più al Giudice di Pace, ma si radica esclusivamente presso le sezioni specializzate del Tribunale. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni di questa decisione.

I fatti del caso

Un cittadino di origine algerina era trattenuto presso un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) in Italia. Il Giudice di Pace aveva inizialmente convalidato il trattenimento e, successivamente, ne aveva disposto la proroga per ulteriori 30 giorni. Tuttavia, nel frattempo, il cittadino straniero aveva manifestato la volontà di richiedere la protezione internazionale, presentando formale istanza. La sua difesa aveva immediatamente eccepito l’incompetenza del Giudice di Pace a decidere sulla proroga, sostenendo che la pendenza della domanda di asilo trasferisse la competenza al Tribunale di Cagliari, in particolare alla sua sezione specializzata in materia di immigrazione. Nonostante l’eccezione, il Giudice di Pace aveva proceduto comunque a prorogare la misura, accogliendo le argomentazioni dell’Amministrazione.

La questione di competenza nel trattenimento degli stranieri

Il ricorso per cassazione si è incentrato proprio sulla violazione delle norme che regolano la competenza giurisdizionale. Il ricorrente ha sostenuto che la presentazione della domanda di protezione internazionale cambia la natura stessa del trattenimento. Non si tratta più di una misura finalizzata unicamente al rimpatrio, ma di un periodo di detenzione necessario per consentire l’esame della richiesta di asilo. Questa trasformazione del “titolo” del trattenimento, secondo la difesa, impone l’applicazione di una disciplina specifica, che attribuisce la competenza esclusiva alle sezioni specializzate istituite presso i Tribunali, come previsto dal D.Lgs. n. 142/2015 e dal D.L. n. 13/2017.

La normativa di riferimento

La normativa italiana, in particolare l’art. 6, comma 5, del D.Lgs. n. 142/2015, è chiara nel prevedere che in presenza di una domanda di protezione internazionale, la competenza per la convalida e la proroga del trattenimento del richiedente asilo spetti al Tribunale in composizione monocratica. La giurisprudenza della stessa Corte di Cassazione aveva già confermato questo orientamento in precedenza, sottolineando come la domanda di protezione determini un “mutamento del titolo del trattenimento”.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni del ricorrente, ritenendo il primo motivo di ricorso fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio ormai consolidato: la presentazione di una domanda di protezione internazionale da parte di uno straniero già trattenuto in un CPR radica la competenza sulla convalida e sulle proroghe in capo alla sezione specializzata del Tribunale.

La Corte ha spiegato che la ratio della norma è quella di assicurare che la valutazione sulla libertà personale di un potenziale rifugiato sia affidata a un giudice specializzato nella materia, in grado di considerare tutte le implicazioni connesse alla richiesta di asilo. Il Giudice di Pace, pertanto, nel momento in cui viene a conoscenza della domanda di protezione, perde la propria competenza e non può pronunciarsi sulla richiesta di proroga del trattenimento.

Di conseguenza, il provvedimento del Giudice di Pace è stato annullato perché emesso da un giudice funzionalmente incompetente.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato il provvedimento impugnato “senza rinvio”. Questa formula significa che la decisione è stata annullata in via definitiva, senza che il caso debba essere riesaminato da un altro giudice. La ragione di questa scelta risiede nel fatto che, al momento della decisione della Corte, i termini massimi per disporre una nuova proroga del trattenimento erano ormai scaduti, rendendo di fatto inutile un nuovo giudizio.

Questa ordinanza rafforza la tutela dei diritti dei richiedenti asilo e riafferma un principio fondamentale di procedura: la specializzazione del giudice è una garanzia essenziale, soprattutto in un ambito così delicato come quello della limitazione della libertà personale connessa al diritto di asilo.

Chi è competente a decidere sulla proroga del trattenimento di uno straniero se questo presenta domanda di protezione internazionale?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza spetta in via esclusiva alla sezione specializzata istituita presso il Tribunale, e non al Giudice di Pace.

Cosa succede al titolo del trattenimento quando un cittadino straniero detenuto in un CPR chiede asilo?
La presentazione della domanda di protezione internazionale determina un mutamento del titolo del trattenimento. La detenzione non è più finalizzata solo al rimpatrio, ma prosegue per il tempo necessario a consentire l’esame della domanda di protezione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione senza rinviarla a un altro giudice?
La Corte ha cassato senza rinvio perché, al momento della decisione, i termini massimi per disporre legittimamente un’ulteriore proroga del trattenimento erano già decorsi, rendendo impossibile la prosecuzione del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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