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Competenza territoriale pagamento: decide il domicilio

Una società fornitrice ha ottenuto un decreto ingiuntivo contro un cliente per fatture non pagate. Il cliente si è opposto eccependo l’incompetenza territoriale del tribunale adito. La Corte di Cassazione, intervenendo sulla questione della competenza territoriale pagamento, ha stabilito che nei contratti di vendita con pagamento differito, in caso di inadempimento, il foro competente è quello del domicilio del venditore-creditore, in applicazione della norma speciale dell’art. 1498 c.c., e non quello del debitore.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Territoriale Pagamento: La Regola del Domicilio del Venditore

In un contesto commerciale sempre più dinamico, le controversie legate al mancato pagamento delle forniture sono all’ordine del giorno. Una delle prime questioni da risolvere in questi casi è puramente procedurale, ma fondamentale: qual è il tribunale competente a giudicare? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla competenza territoriale pagamento, chiarendo un punto cruciale per le imprese che si trovano a dover recuperare i propri crediti.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’azione di recupero crediti intrapresa da una società specializzata in forniture alimentari contro una società cliente. La fornitrice aveva ottenuto dal Tribunale della propria circoscrizione un decreto ingiuntivo per il pagamento di circa 8.500 euro, a saldo di diverse fatture insolute.

La società cliente, tuttavia, si opponeva al decreto, sollevando in via preliminare un’eccezione di incompetenza territoriale. A suo dire, il tribunale competente non era quello della sede della società fornitrice, bensì quello del luogo in cui essa stessa aveva la propria sede legale. Nel merito, contestava anche l’avvenuta consegna della merce.

Il Tribunale di primo grado accoglieva l’eccezione, dichiarando la propria incompetenza in favore del foro del debitore. La motivazione si basava sull’idea che il credito non fosse ‘liquido’ (cioè non determinato nel suo esatto ammontare in modo certo) e che, pertanto, il pagamento dovesse essere richiesto presso il domicilio del debitore.

Il Ricorso in Cassazione e la questione sulla competenza territoriale pagamento

Insoddisfatta della decisione, la società fornitrice ha proposto ricorso in Cassazione tramite un regolamento di competenza. Il punto centrale del ricorso era la violazione e falsa applicazione dell’articolo 1498 del Codice Civile.

Secondo la ricorrente, le fatture prevedevano un pagamento posticipato (a 30 giorni dalla fine del mese) e non contestuale alla consegna. In questi casi, il terzo comma dell’art. 1498 c.c. stabilisce chiaramente che il pagamento deve avvenire al domicilio del venditore. Di conseguenza, il foro competente per l’azione giudiziale, il cosiddetto forum destinatae solutionis, doveva essere identificato con quello del creditore, ovvero il tribunale che aveva emesso il decreto ingiuntivo.

Il Tribunale di primo grado, invece, aveva erroneamente applicato i principi generali sulle obbligazioni (art. 1182 c.c.), basando la propria decisione sulla distinzione tra debiti portable e querable, senza considerare la norma speciale prevista per i contratti di vendita.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema di Cassazione ha ritenuto il motivo di ricorso fondato, accogliendo le argomentazioni della società fornitrice. I giudici hanno riaffermato un principio consolidato in giurisprudenza: ai fini della determinazione della competenza territoriale pagamento nei contratti di compravendita di beni mobili, la regola speciale dell’art. 1498 c.c. prevale su quella generale.

La norma prevede che, se il prezzo non deve essere pagato al momento della consegna, il pagamento si effettua al domicilio del venditore. La Corte ha specificato che questa regola riprende vigore soprattutto nel caso di inadempimento, quando il venditore è costretto ad agire in giudizio per ottenere quanto gli spetta. In tale scenario, il luogo dell’adempimento coincide con il domicilio del creditore, radicando lì la competenza territoriale.

La Cassazione ha quindi smontato la tesi del primo giudice, chiarendo che la discriminante tra obbligazioni portable e querable non era pertinente al caso di specie. La legge, per la compravendita, offre una soluzione specifica che non può essere derogata da criteri generali. Per questo motivo, la Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha dichiarato la competenza del Tribunale originariamente adito, quello del domicilio della società venditrice.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un’importante conferma per tutte le imprese che operano tramite contratti di fornitura. Stabilisce con chiarezza che, in presenza di pagamenti differiti, l’azienda creditrice ha il diritto di avviare l’azione di recupero del credito presso il proprio tribunale. Questo rappresenta un notevole vantaggio pratico, in quanto semplifica la gestione del contenzioso, riducendo costi e disagi legati a cause da intentare in fori lontani.

Per le aziende acquirenti, invece, emerge la consapevolezza che, in caso di contestazioni sul pagamento, dovranno probabilmente difendersi presso la sede legale del proprio fornitore. La decisione rafforza la tutela del venditore e la certezza del diritto, fornendo un criterio chiaro e univoco per individuare il giudice competente nelle dispute su fatture insolute.

In caso di mancato pagamento di una fornitura con pagamento differito, qual è il tribunale competente a decidere la causa?
Se il contratto di vendita prevede un pagamento non immediato alla consegna, la legge stabilisce che il pagamento deve avvenire presso il domicilio del venditore. Di conseguenza, il tribunale competente per l’azione di recupero del credito è quello del luogo in cui ha sede legale il venditore (creditore).

La regola del domicilio del venditore si applica anche se l’importo del debito è contestato?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che, nell’azione giudiziaria per l’inadempimento dell’obbligo di pagare il prezzo, la regola speciale dell’art. 1498 c.c. (domicilio del venditore) si applica a prescindere da eventuali contestazioni sull’esatto ammontare del credito, prevalendo sui criteri generali legati alla ‘liquidità’ del debito.

Perché il giudice di primo grado aveva deciso diversamente?
Il giudice di primo grado aveva erroneamente applicato le regole generali sulle obbligazioni, ritenendo che, poiché il credito era contestato e quindi non ‘liquido’, il pagamento dovesse essere richiesto al domicilio del debitore. La Cassazione ha corretto questa impostazione, affermando la prevalenza della norma speciale prevista per i contratti di vendita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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