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Competenza territoriale lavoro: il trasferimento di sede

La Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale sulla competenza territoriale lavoro. Un’azienda di trasporti aveva spostato il parcheggio dei bus, considerato dipendenza aziendale, in un’altra via dello stesso comune. Un ex dipendente ha avviato una causa dopo oltre sei mesi dal trasferimento. L’azienda ha contestato la competenza del tribunale, invocando il termine semestrale previsto dalla legge. La Corte ha respinto il ricorso, stabilendo che il limite di sei mesi per mantenere la competenza del vecchio foro si applica solo se il trasferimento avviene in un’altra circoscrizione giudiziaria. Se lo spostamento è interno alla stessa circoscrizione, la competenza territoriale del tribunale originario non viene meno e non è soggetta a limiti di tempo.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza territoriale lavoro: cosa succede se la sede si sposta?

La determinazione del giudice competente è un passo fondamentale in ogni controversia di lavoro. Ma cosa accade se l’azienda o una sua filiale si trasferisce? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale della competenza territoriale lavoro, chiarendo quando e come si applica il limite temporale di sei mesi per radicare la causa presso il foro precedente. La decisione analizza il concetto di ‘dipendenza aziendale’ e le conseguenze di un suo spostamento all’interno dello stesso comune.

Il caso: un trasferimento e il dubbio sulla competenza

Il caso ha origine dalla controversia tra un ex autista e la sua precedente azienda, una società di trasporti. Il lavoratore operava da un’area di parcheggio situata a Roma, dove gli autobus aziendali venivano custoditi, e dove gli autisti iniziavano e terminavano i loro turni. Questa area, a tutti gli effetti una ‘dipendenza aziendale’, è stata trasferita dall’azienda in un’altra zona, ma sempre all’interno del Comune di Roma.

Oltre sei mesi dopo questo trasferimento, il lavoratore ha avviato una causa contro l’azienda presso il Tribunale di Roma. L’azienda si è difesa sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo che, essendo trascorsi più di sei mesi dal trasferimento della dipendenza, la competenza del Tribunale di Roma fosse venuta meno. Secondo la società, la causa avrebbe dovuto essere incardinata presso il Tribunale di Tivoli, nel cui circondario si trovava la sede legale dell’impresa.

La norma di riferimento e l’interpretazione sulla competenza territoriale lavoro

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 413 del Codice di Procedura Civile. Questa norma stabilisce i criteri per individuare il giudice del lavoro territorialmente competente.

In particolare, il secondo comma offre al lavoratore diverse opzioni, tra cui il tribunale del luogo in cui si trova l’azienda o una sua ‘dipendenza’ presso cui il lavoratore era addetto.

Il terzo comma aggiunge un’importante specificazione: ‘Tale competenza permane dopo il trasferimento dell’azienda o la cessazione di essa o della sua dipendenza, purché la domanda sia proposta entro sei mesi dal trasferimento o dalla cessazione’.

È proprio su questa disposizione che l’azienda basava la sua eccezione. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione dirimente, allineata alla decisione del Tribunale di Roma.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha rigettato il ricorso dell’azienda, affermando un principio fondamentale: la regola della ‘permanenza’ della competenza per sei mesi, prevista dal terzo comma dell’art. 413 c.p.c., è concepita per tutelare il lavoratore nel caso in cui il trasferimento della sede o della dipendenza comporti un cambiamento del giudice territorialmente competente. In altre parole, si applica quando l’azienda si sposta da una circoscrizione di tribunale a un’altra.

Nel caso di specie, invece, il trasferimento era avvenuto da una via all’altra all’interno dello stesso Comune di Roma e, di conseguenza, all’interno della medesima circoscrizione del Tribunale di Roma. Un simile spostamento, secondo la Corte, è ‘inidoneo ad incidere sulla competenza territoriale’.

Poiché la competenza non è mai cambiata, non ha senso parlare di una sua ‘permanenza’ temporanea. Il verbo ‘permanere’ utilizzato dal legislatore, spiegano i giudici, presuppone logicamente uno spostamento che potrebbe alterare la competenza. Se questo potenziale cambiamento non esiste, perché il movimento avviene all’interno dei confini territoriali del medesimo giudice, allora il foro del lavoratore rimane stabile e non è soggetto ad alcun limite temporale di sei mesi per l’avvio dell’azione legale.

La Corte ha inoltre ribadito che un’area di parcheggio, dove sono dislocati beni aziendali (gli autobus) e dove i lavoratori svolgono in modo continuativo l’inizio e la fine della loro prestazione, costituisce a tutti gli effetti una ‘dipendenza aziendale’ rilevante ai fini della competenza.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza offre un importante chiarimento per lavoratori e aziende. La decisione stabilisce che il criterio della competenza territoriale lavoro basato sulla localizzazione della dipendenza aziendale non è soggetto al limite di decadenza di sei mesi se il trasferimento della dipendenza stessa avviene all’interno della circoscrizione dello stesso tribunale. Questo garantisce una maggiore stabilità e certezza del diritto per il lavoratore, che non rischia di perdere il foro più ‘naturale’ e vicino al luogo di svolgimento del rapporto di lavoro a causa di spostamenti puramente logistici dell’azienda che non alterano la geografia giudiziaria. Per le aziende, ciò significa che non possono invocare il decorso dei sei mesi per contestare la competenza in caso di riorganizzazioni interne che non comportino un vero e proprio cambio di giurisdizione territoriale.

Un parcheggio aziendale può essere considerato una ‘dipendenza aziendale’ ai fini della competenza?
Sì. La Corte di Cassazione conferma che un luogo, come un parcheggio, in cui il datore di lavoro ha dislocato un nucleo di beni organizzati per l’esercizio dell’impresa (in questo caso gli autobus) e dove i lavoratori iniziano e terminano quotidianamente le loro mansioni, costituisce a tutti gli effetti una dipendenza aziendale idonea a radicare la competenza territoriale del giudice del lavoro.

Il termine di sei mesi per fare causa nel luogo della vecchia sede si applica sempre in caso di trasferimento?
No. La Corte chiarisce che il termine di sei mesi, previsto dall’art. 413 c.p.c., per mantenere la competenza nel foro precedente si applica solo quando il trasferimento dell’azienda o della sua dipendenza avviene verso un luogo che ricade nella circoscrizione di un altro tribunale. Se lo spostamento è interno alla stessa circoscrizione, la competenza non cambia e quindi il limite dei sei mesi non si applica.

Cosa succede alla competenza territoriale se una dipendenza aziendale si sposta all’interno dello stesso comune?
Secondo la sentenza, uno spostamento avvenuto all’interno dello stesso comune o, più in generale, della stessa circoscrizione di tribunale, è un evento irrilevante ai fini di un mutamento della competenza. Di conseguenza, il foro competente rimane quello originario, senza limiti di tempo legati al momento del trasferimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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