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Competenza territoriale lavoro: dove fare causa?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 27727/2025, risolve un conflitto di giurisdizione tra due tribunali in materia di diritto del lavoro. Viene stabilito che, per determinare la competenza territoriale lavoro, il criterio del luogo in cui si trova la dipendenza aziendale dove il lavoratore operava prevale su quello della sede legale dell’impresa. La Corte ha sottolineato l’inderogabilità delle norme sulla competenza in materia lavoristica, affermando la giurisdizione del tribunale nel cui distretto si svolgeva effettivamente la prestazione lavorativa.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza territoriale lavoro: Il luogo di lavoro batte la sede legale

Determinare la corretta competenza territoriale lavoro è uno dei primi e più cruciali passi quando si decide di avviare una causa contro il proprio datore di lavoro. La scelta del tribunale sbagliato può causare ritardi e complicazioni procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia, chiarendo una volta per tutte quale foro prevale quando il luogo di lavoro e la sede legale dell’azienda non coincidono.

I Fatti del Caso: Un Conflitto tra Tribunali

La vicenda nasce da una causa intentata da un lavoratore per ottenere il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato e il pagamento di differenze retributive. Il lavoratore aveva inizialmente presentato il ricorso presso il tribunale nel cui circondario si trovava l’officina in cui prestava servizio.

I datori di lavoro, tuttavia, hanno sollevato un’eccezione di incompetenza, sostenendo che il foro corretto fosse quello della loro sede legale, situata in un’altra provincia. Il primo tribunale, accogliendo l’eccezione, si è dichiarato incompetente. La causa è stata quindi trasferita al secondo tribunale, quello della sede legale. A questo punto, si è verificato un conflitto: anche il secondo giudice ha ritenuto di non essere competente, sostenendo che la giurisdizione spettasse al primo tribunale, quello del luogo di lavoro effettivo. Per risolvere l’impasse, il secondo tribunale ha sollevato un regolamento di competenza d’ufficio davanti alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica sulla Competenza Territoriale Lavoro

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 413 del Codice di Procedura Civile. Questa norma stabilisce diversi criteri, tra loro alternativi, per individuare il giudice competente nelle controversie di lavoro. I criteri principali includono il luogo dove è sorto il rapporto, il luogo dove si trova l’azienda o una sua dipendenza a cui il lavoratore era addetto, o dove prestava la sua opera alla fine del rapporto. Solo in via subordinata, si considera il foro della sede legale dell’azienda convenuta.

Il conflitto tra i due tribunali nasceva proprio dalla scelta del criterio da applicare: il primo giudice aveva dato peso alla sede legale, mentre il secondo riteneva prevalente il luogo della “dipendenza aziendale” (l’officina) dove il lavoratore operava concretamente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso sollevato dal secondo tribunale, dichiarando la competenza del primo, ovvero quello del distretto in cui si trovava l’officina. La motivazione della Suprema Corte è chiara e si fonda su due pilastri.

In primo luogo, ha sottolineato che i criteri indicati dall’art. 413 c.p.c. sono posti in un ordine gerarchico implicito. I fori legati all’esecuzione del rapporto di lavoro (come il luogo della dipendenza aziendale) sono principali e prevalgono sul criterio meramente formale della sede legale della società. Nel caso specifico, il ricorso iniziale del lavoratore menzionava chiaramente l’esistenza di un’officina in una determinata località e il fatto che egli vi lavorasse. Questa “dipendenza aziendale” era il fattore decisivo da considerare.

In secondo luogo, la Corte ha ribadito il principio di inderogabilità della competenza in materia di lavoro. Ciò significa che le regole sulla competenza territoriale non possono essere modificate dalla volontà delle parti, né la competenza può essere determinata dalla mancata contestazione di un’eccezione. Anche se il lavoratore non si fosse opposto all’eccezione di incompetenza, il giudice avrebbe avuto comunque il dovere di applicare correttamente i criteri di legge, individuando il foro competente sulla base dei fatti affermati nell’atto introduttivo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza offre un’importante guida pratica per lavoratori e datori di lavoro. La conclusione è netta: nelle cause di lavoro, il collegamento effettivo e sostanziale del rapporto con il territorio prevale sui dati formali come la sede legale. Per un lavoratore che intende agire in giudizio, è fondamentale sapere che il tribunale competente sarà, con molta probabilità, quello del luogo in cui ha concretamente svolto le sue mansioni, specialmente se in una filiale, un cantiere o un’officina stabile dell’azienda. Questa decisione rafforza la tutela del lavoratore, radicando la controversia nel luogo a lui più vicino e familiare, dove si è effettivamente svolto il rapporto di lavoro.

In una causa di lavoro, quale tribunale è competente se la sede legale dell’azienda e il luogo di lavoro sono in città diverse?
Secondo la Corte, è competente il tribunale del luogo in cui si trova la dipendenza aziendale (filiale, officina, ecc.) dove il lavoratore era addetto. Questo criterio prevale su quello della sede legale dell’impresa.

L’accordo tra le parti o la mancata contestazione può modificare la competenza territoriale in materia di lavoro?
No. Le norme sulla competenza territoriale nel diritto del lavoro sono inderogabili. Ciò significa che non possono essere modificate dalla volontà delle parti o dalla mancata contestazione di un’eccezione, poiché il giudice deve applicare i criteri stabiliti dalla legge.

Cosa succede se due giudici si dichiarano entrambi incompetenti per la stessa causa?
Si verifica un conflitto di competenza che deve essere risolto dalla Corte di Cassazione attraverso il procedimento di “regolamento di competenza”. La Corte decide in modo definitivo quale dei due giudici dovrà trattare la causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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