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Competenza territoriale fallimento: la Cassazione ordina

Una società dichiarata fallita contesta la competenza territoriale del tribunale, sostenendo che la sua sede effettiva si trovi altrove. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, sospende la decisione e dispone l’acquisizione di tutti i documenti dei gradi precedenti per poter valutare nel merito la questione della competenza territoriale fallimento, in quanto su tale punto agisce come giudice del fatto.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Territoriale Fallimento: la Cassazione Fa Chiarezza sulla Necessità di Prove

Determinare la corretta competenza territoriale fallimento è un passo cruciale per la validità dell’intera procedura concorsuale. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: per decidere su quale sia il tribunale competente, è necessario un esame approfondito dei fatti e dei documenti. Vediamo insieme cosa è successo e quali sono le implicazioni di questa decisione.

I Fatti del Caso

Una società, dichiarata fallita dal Tribunale di Brescia su istanza di un condominio creditore, ha impugnato tale decisione. Insieme al suo legale rappresentante, la società ha presentato ricorso in Cassazione dopo che la Corte d’Appello aveva respinto il suo reclamo.

Il motivo principale del ricorso era basato su un’eccezione di incompetenza territoriale. Secondo la difesa, il tribunale bresciano non aveva la giurisdizione per dichiarare il fallimento, poiché la sede effettiva e operativa della società si trovava a Catania. Pertanto, la Corte d’Appello avrebbe errato nel non individuare un criterio di collegamento valido che potesse radicare la competenza a Brescia.

La Questione sulla Competenza Territoriale del Fallimento

Il cuore della controversia risiede nell’articolo 9 della Legge Fallimentare, che stabilisce che il fallimento è dichiarato dal tribunale del luogo in cui l’imprenditore ha la sede principale dell’impresa. Spesso, la sede legale (quella iscritta al registro delle imprese) e la sede effettiva (dove si svolge l’attività direttiva e amministrativa) non coincidono.

In questi casi, la giurisprudenza consolidata dà prevalenza alla sede effettiva. Il ricorrente sosteneva proprio questo: l’attività reale era a Catania, rendendo il Tribunale di Brescia incompetente. È importante sottolineare che, quando la Corte di Cassazione è chiamata a decidere su una questione di competenza, essa agisce eccezionalmente come “giudice del fatto”. Ciò significa che può esaminare direttamente le prove e i documenti, non limitandosi a un controllo sulla corretta applicazione della legge.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Proprio in virtù del suo ruolo di giudice del fatto in materia di competenza, la Suprema Corte ha ritenuto di non poter decidere la questione sulla base dei soli atti a sua disposizione. Per effettuare una valutazione completa e accurata, era indispensabile esaminare tutti i documenti contenuti nei fascicoli di parte e d’ufficio del primo e del secondo grado di giudizio.

La Corte ha quindi emesso un’ordinanza interlocutoria, ovvero un provvedimento che non chiude la causa ma ne gestisce lo svolgimento. Ha disposto che la Cancelleria richiedesse alla Corte d’Appello di Brescia la trasmissione di tutta la documentazione, anche in copia cartacea se non fosse possibile l’invio digitale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa decisione, sebbene non risolva ancora la disputa, è significativa. Dimostra il rigore con cui la Cassazione affronta le questioni di competenza, riconoscendo che la determinazione della sede effettiva di un’impresa è una valutazione fattuale complessa che non può basarsi su semplici affermazioni. L’ordinanza sottolinea che, per stabilire la competenza territoriale fallimento, ogni elemento documentale è potenzialmente decisivo. Per le imprese, ciò significa che è fondamentale mantenere una documentazione chiara che possa dimostrare dove si trova il vero centro decisionale della loro attività, specialmente in caso di discrepanza con la sede legale. Per i creditori, evidenzia l’importanza di avviare la procedura presso il foro corretto per evitare future contestazioni che potrebbero invalidare l’intero procedimento.

Qual è la questione principale affrontata in questa ordinanza?
L’ordinanza affronta una questione procedurale preliminare: la necessità per la Corte di Cassazione di acquisire tutta la documentazione di causa per poter decidere sulla contestata competenza territoriale del tribunale che ha dichiarato il fallimento di una società.

Perché la Corte di Cassazione ha bisogno di acquisire i documenti dei gradi precedenti?
Poiché sulla specifica questione della competenza la Corte di Cassazione è anche “giudice del fatto”, ha il potere e il dovere di esaminare direttamente tutte le prove documentali per accertare dove si trovasse la sede effettiva dell’impresa, elemento decisivo per stabilire il tribunale competente.

Questa ordinanza decide chi ha ragione sulla competenza territoriale?
No, è un’ordinanza interlocutoria. Non decide nel merito della competenza, ma si limita a disporre gli atti istruttori (l’acquisizione dei documenti) necessari per poter prendere una decisione informata in futuro. La causa è stata rinviata a un nuovo ruolo in attesa di ricevere la documentazione richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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