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Competenza territoriale contributi: vince il foro attore

La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione riguardante la competenza territoriale per contributi previdenziali di un lavoratore autonomo. Un primo tribunale aveva declinato la propria competenza in favore di quello della sede dell’ente previdenziale, ma quest’ultimo ha sollevato conflitto. La Cassazione ha stabilito che, ai sensi dell’art. 444, comma 1, c.p.c., la competenza spetta al tribunale del lavoro nella cui circoscrizione risiede l’attore, ovvero il lavoratore, e non a quello della sede dell’ente che ha emesso l’atto.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza territoriale contributi: la residenza del lavoratore prevale sulla sede dell’ente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di competenza territoriale per contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi. La decisione chiarisce che il giudice competente a decidere sulle opposizioni a intimazioni di pagamento e avvisi di addebito è quello del luogo in cui risiede il lavoratore, e non quello della sede dell’ente impositore. Questa pronuncia offre importanti tutele ai professionisti e commercianti, semplificando l’accesso alla giustizia.

La vicenda processuale: un conflitto tra tribunali

Il caso ha origine dall’opposizione promossa da un commerciante dinanzi al Tribunale di Benevento contro un’intimazione di pagamento di oltre 51.000 euro per contributi previdenziali non versati. L’intimazione si basava su numerose cartelle di pagamento e avvisi di addebito emessi da una sede romana dell’ente previdenziale.

Inizialmente, il Tribunale di Benevento si era dichiarato incompetente, accogliendo l’eccezione dell’agente di riscossione. Quest’ultimo sosteneva che la competenza spettasse al Tribunale di Roma, poiché gli atti impugnati erano stati emessi da un ufficio dell’ente situato in quella città, applicando il criterio previsto dal terzo comma dell’art. 444 del codice di procedura civile.

Una volta che la causa è stata riassunta davanti al Tribunale di Roma, quest’ultimo ha però sollevato un regolamento di competenza d’ufficio. Il giudice romano ha sostenuto che il criterio corretto da applicare non fosse quello della sede dell’ente, ma quello della residenza del lavoratore opponente, come stabilito dal primo comma dello stesso articolo 444 c.p.c. Poiché il commerciante risiedeva in un comune della provincia di Benevento, la competenza doveva essere radicata presso quel tribunale. Si è creato così un conflitto di competenza che ha richiesto l’intervento della Corte di Cassazione.

La questione sulla competenza territoriale per contributi

Il cuore della questione giuridica risiedeva nell’interpretazione dell’art. 444 del codice di procedura civile, che disciplina la competenza per le controversie in materia di previdenza e assistenza obbligatorie. La norma presenta due criteri principali:

1. Comma 1: Stabilisce come regola generale che la competenza spetta al tribunale, in funzione di giudice del lavoro, nella cui circoscrizione risiede l’attore (chi avvia la causa).
2. Comma 3: Prevede una deroga per le controversie relative agli obblighi dei datori di lavoro e all’applicazione di sanzioni, indicando come competente il tribunale della sede dell’ufficio dell’ente.

Il Tribunale di Benevento aveva erroneamente applicato il criterio del comma 3, mentre il Tribunale di Roma ha correttamente invocato l’applicazione della regola generale del comma 1, trattandosi di contributi dovuti da un lavoratore autonomo e non da un datore di lavoro.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il regolamento di competenza proposto dal Tribunale di Roma, dichiarando la competenza del Tribunale di Benevento. La motivazione è chiara e si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale.

I giudici supremi hanno sottolineato che la controversia in esame riguarda “obblighi contributivi facenti capo ad un lavoratore autonomo”. In questi casi, non vi è dubbio che la norma da applicare sia il primo comma dell’art. 444 c.p.c. Questo criterio, noto come forum actoris, è stato introdotto per favorire il soggetto considerato processualmente più debole, ovvero il lavoratore o l’assicurato, consentendogli di agire in giudizio presso il tribunale più vicino al proprio luogo di residenza.

La Corte ha quindi stabilito che, essendo incontestato che il ricorrente risiedesse nel Comune di Pietrelcina, rientrante nella circoscrizione del Tribunale di Benevento, è quest’ultimo il giudice territorialmente competente a decidere nel merito la controversia.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di garanzia per tutti i lavoratori autonomi, commercianti e artigiani. Stabilendo che la competenza territoriale per le cause contributive si radica nel luogo di residenza del contribuente, la Cassazione assicura un più agevole accesso alla tutela giurisdizionale. Il lavoratore non sarà costretto a intentare una causa in una città diversa, spesso lontana, solo perché l’ufficio dell’ente che ha emesso l’atto si trova altrove. Si tratta di una decisione che bilancia le posizioni delle parti, confermando la centralità del foro del cittadino nelle controversie previdenziali che lo riguardano direttamente.

Qual è il tribunale competente per le cause sui contributi previdenziali di un lavoratore autonomo?
Secondo la Corte di Cassazione, il tribunale competente è quello che opera in funzione di giudice del lavoro nella cui circoscrizione risiede il lavoratore autonomo che ha iniziato la causa (l’attore), in base all’art. 444, comma 1, del codice di procedura civile.

La sede dell’ufficio dell’ente previdenziale che ha emesso l’avviso di addebito determina la competenza del tribunale?
No, per le controversie relative agli obblighi contributivi dei lavoratori autonomi, la sede dell’ufficio dell’ente non è il criterio determinante per stabilire la competenza territoriale. Prevale il criterio della residenza del lavoratore.

Perché un tribunale può sollevare un ‘regolamento di competenza d’ufficio’?
Un tribunale solleva un regolamento di competenza d’ufficio quando, investito di una causa, ritiene che un altro giudice si sia erroneamente dichiarato incompetente. In questo modo, chiede alla Corte di Cassazione di risolvere il conflitto e di stabilire in via definitiva quale sia il giudice che deve trattare il caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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