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Competenza territoriale contributi: decide il foro INPS

Un’azienda non versa i contributi previdenziali. Sorgono dubbi su quale tribunale debba giudicare: quello della sede dell’azienda o quello della sede INPS? La Cassazione, con una recente ordinanza, stabilisce che la competenza territoriale contributi spetta al tribunale del luogo in cui si trova la sede dell’ente previdenziale creditore, poiché è lì che la violazione (il mancato pagamento) si considera commessa.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Territoriale Contributi: Dove si fa Causa all’INPS?

Quando un’azienda omette il versamento dei contributi previdenziali, l’INPS emette un’ordinanza-ingiunzione per recuperare le somme dovute. Se l’azienda decide di opporsi a tale provvedimento, sorge una domanda cruciale: quale tribunale è competente a decidere? Quello del luogo in cui ha sede l’impresa o quello in cui si trova l’ufficio INPS? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento definitivo sulla competenza territoriale contributi, stabilendo un principio chiaro e di grande rilevanza pratica.

Il Caso: Un Conflitto di Competenza tra Tribunali

La vicenda nasce dall’opposizione di un’impresa a due ordinanze-ingiunzione emesse dall’INPS per il mancato versamento di ritenute previdenziali e assistenziali. Inizialmente, il Tribunale di Catania si era ritenuto competente, probabilmente basandosi sul luogo in cui aveva sede la società. Tuttavia, il Tribunale di Caltagirone, investito della questione, ha sollevato un conflitto di competenza, sostenendo una tesi differente. Secondo quest’ultimo, il giudice competente doveva essere individuato nel luogo in cui era stata commessa la violazione, ovvero presso la sede dell’INPS che doveva ricevere il pagamento e che aveva emesso gli atti di accertamento.
La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione per essere risolta in via definitiva.

La Questione Giuridica sulla Competenza Territoriale Contributi

Il nucleo del problema risiede nell’interpretazione dell’articolo 6 del D.Lgs. 150/2011, che regola le opposizioni a ordinanza-ingiunzione. Tale norma stabilisce che la competenza territoriale spetta al giudice del luogo in cui è stata commessa la violazione.
Ma dove si considera ‘commessa’ la violazione di omesso versamento dei contributi? Le opzioni erano due:
1. Presso la sede dell’azienda debitrice, dove materialmente non è partito l’ordine di pagamento.
2. Presso la sede dell’ente creditore (INPS), dove il denaro non è mai arrivato.
La risoluzione di questo dubbio ha importanti conseguenze pratiche, determinando in quale città si dovrà svolgere il processo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Catania, accogliendo di fatto la tesi del Tribunale di Caltagirone circa il criterio da applicare. I giudici hanno chiarito che il debito relativo ai contributi previdenziali è un credito pecuniario. Per tali crediti, il Codice Civile (art. 1182, comma 3) stabilisce che l’adempimento deve avvenire al domicilio del creditore. Si tratta di un’obbligazione portable.
Di conseguenza, la violazione, che consiste nel mancato adempimento, si consuma nel luogo in cui il pagamento doveva essere effettuato, e cioè presso la sede dell’ente creditore. Nel caso di specie, era stata la sede INPS di Catania a emettere le ordinanze-ingiunzione e a gestire la pratica, senza alcun coinvolgimento dell’ufficio di Caltagirone. Pertanto, Catania è stata identificata come il luogo della violazione e, di conseguenza, il foro competente.
La Corte ha ulteriormente rafforzato questa interpretazione richiamando l’articolo 444 del codice di procedura civile, il quale affida le controversie sugli obblighi dei datori di lavoro al tribunale in cui ha sede l’ufficio dell’ente previdenziale legittimato a ricevere i contributi e a pretenderne il pagamento.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche per Aziende e Professionisti

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale in materia di contenzioso previdenziale. Per le aziende e i loro consulenti, la decisione implica che, in caso di opposizione a un’ordinanza-ingiunzione per contributi omessi, la causa dovrà essere incardinata presso il tribunale del circondario in cui si trova la sede INPS che ha emesso l’atto e che vanta il credito. La sede legale dell’impresa diventa irrilevante ai fini della determinazione della competenza territoriale contributi. Questa regola fornisce certezza giuridica e semplifica l’individuazione del giudice competente, evitando incertezze procedurali e potenziali conflitti di giurisdizione.

Quale tribunale è competente a decidere sull’opposizione a un’ordinanza-ingiunzione per contributi INPS non pagati?
È competente il tribunale del luogo in cui ha sede l’ufficio dell’INPS creditore, cioè quello che doveva ricevere il pagamento e che ha emesso l’atto di ingiunzione. Questo perché la violazione (il mancato pagamento) si considera commessa in quel luogo.

Perché il mancato pagamento di contributi si considera una violazione commessa presso la sede dell’INPS?
Perché i debiti contributivi sono crediti pecuniari e, secondo il Codice Civile (art. 1182), le obbligazioni di questo tipo (dette ‘portabili’) devono essere adempiute al domicilio del creditore. La violazione, quindi, si perfeziona nel luogo in cui il denaro non è pervenuto, ovvero la sede INPS.

La sede legale dell’azienda debitrice ha importanza nel determinare il foro competente per le cause sui contributi?
No, secondo quanto stabilito dalla Corte, la sede legale dell’azienda debitrice è irrilevante. Il criterio determinante è il luogo della commessa violazione, che coincide con la sede territoriale dell’ente previdenziale che gestisce la posizione creditoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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