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Competenza per valore: la domanda riconvenzionale

In un’opposizione all’esecuzione, il creditore opposto ha presentato una domanda riconvenzionale per un importo superiore ai limiti del Giudice di Pace. La Corte di Cassazione ha chiarito che, ai fini della determinazione della competenza per valore, tale domanda si cumula con quella principale, radicando la giurisdizione presso il Tribunale, a prescindere dalla sua fondatezza nel merito.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza per Valore e l’Effetto della Domanda Riconvenzionale

In ambito processuale, la determinazione del giudice competente è un passaggio cruciale. Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto fondamentale sulla competenza per valore quando, nel corso di un giudizio di opposizione all’esecuzione, viene proposta una domanda riconvenzionale. La questione centrale è se questa contro-domanda possa ‘spostare’ la causa da un giudice di valore inferiore, come il Giudice di Pace, a uno superiore, come il Tribunale. La Suprema Corte ha fornito una risposta affermativa, stabilendo un principio importante per avvocati e parti processuali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una procedura di espropriazione presso terzi avviata da una creditrice per recuperare un credito di circa 2.500 euro nei confronti di un istituto bancario. Quest’ultimo, in qualità di debitore esecutato, ha proposto opposizione all’esecuzione, eccependo in compensazione un proprio credito di importo inferiore (circa 1.800 euro).

Una volta iniziata la causa di merito, la creditrice, divenuta convenuta nel giudizio di opposizione, non si è limitata a difendersi, ma ha formulato a sua volta una domanda riconvenzionale. Con tale domanda, chiedeva l’accertamento di un proprio credito verso la banca per una somma superiore a 5.100 euro, eccedendo così la soglia di competenza del Giudice di Pace.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

L’istituto bancario ha sollevato un’eccezione di incompetenza, sostenendo che la causa dovesse essere decisa dal Giudice di Pace, dato il valore originario del credito per cui si procedeva. Sorprendentemente, il Tribunale di Roma ha accolto questa tesi, declinando la propria competenza. Secondo il giudice di primo grado, la domanda della creditrice non era una vera e propria domanda riconvenzionale, ma una mera difesa volta a neutralizzare l’eccezione di compensazione della banca, e quindi non idonea a modificare il valore della controversia.

Contro questa decisione, la creditrice ha proposto regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando l’illegittimità della pronuncia del Tribunale.

Analisi della Competenza per Valore

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso della creditrice. Il punto focale della decisione risiede nell’interpretazione degli articoli del codice di procedura civile che regolano la competenza per valore, in particolare l’articolo 10. Questo articolo stabilisce che, quando più domande sono proposte nello stesso processo contro la stessa parte, i loro valori si sommano ai fini della determinazione della competenza.

La Corte ha qualificato la richiesta della creditrice come una vera e propria domanda riconvenzionale, poiché mirava ad ottenere l’accertamento di un proprio controcredito, autonomo e più ampio rispetto alla semplice difesa dall’eccezione avversaria. Di conseguenza, il suo valore (superiore a 5.100 euro) doveva essere considerato per stabilire quale giudice fosse competente a decidere l’intera controversia.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha affermato che la domanda della creditrice, sebbene formulata in termini non del tutto precisi, integrava una domanda riconvenzionale il cui valore superava ampiamente la soglia di competenza del Giudice di Pace. Pertanto, essa era idonea a radicare la competenza presso il Tribunale.

Un passaggio cruciale delle motivazioni riguarda l’irrilevanza, ai fini della competenza, della potenziale infondatezza o pretestuosità della domanda riconvenzionale. La Corte ha spiegato che il giudice investito della causa ha il potere e il dovere di esaminare la domanda nel merito, anche se dovesse poi ritenerla inammissibile o infondata. La semplice proposizione di una domanda il cui valore eccede la competenza del giudice adito è sufficiente a devolvere l’intera causa al giudice superiore.

Conclusioni

La decisione in esame stabilisce un principio chiaro: una domanda riconvenzionale che supera i limiti di valore del giudice adito sposta la competenza al giudice superiore, anche se proposta nell’ambito di un’opposizione all’esecuzione. Il valore della controversia non è più limitato al credito originario, ma si estende a comprendere tutte le domande contrapposte formulate dalle parti. Questa pronuncia offre una guida preziosa sulla corretta individuazione del giudice competente e sottolinea che la valutazione sulla competenza precede e prescinde da quella sul merito della domanda.

Quando una domanda riconvenzionale sposta la competenza dal Giudice di Pace al Tribunale?
Quando il valore della domanda riconvenzionale, sommato a quello della domanda principale, supera il limite massimo di competenza per valore del Giudice di Pace. La Corte ha chiarito che la domanda riconvenzionale è idonea a determinare questo spostamento.

Come si calcola il valore della causa in presenza di più domande?
Secondo l’art. 10 del codice di procedura civile, i valori delle diverse domande proposte nello stesso processo contro la medesima parte si sommano. La somma totale determina il valore della controversia ai fini dell’individuazione del giudice competente.

La potenziale infondatezza o inammissibilità di una domanda riconvenzionale incide sulla determinazione della competenza?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che, ai soli fini della determinazione della competenza, la domanda va considerata per il suo valore dichiarato. L’eventuale pretestuosità, inammissibilità o infondatezza della domanda sarà valutata solo successivamente dal giudice del merito, che resta comunque competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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