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Competenza per valore: la domanda riconvenzionale

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per determinare la competenza per valore in un giudizio di opposizione all’esecuzione, il valore della domanda riconvenzionale proposta dal creditore opposto si somma a quello del credito originario. In questo caso, una domanda di accertamento di un controcredito superiore a 5.100 euro ha spostato la competenza dal Giudice di Pace al Tribunale, poiché il valore complessivo della controversia superava il limite di legge.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza per Valore: la Cassazione Spiega il Ruolo della Domanda Riconvenzionale

Determinare quale giudice debba decidere una causa è un passo fondamentale in ogni processo. La competenza per valore è uno dei criteri principali e si basa sull’importanza economica della controversia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: come si calcola questo valore quando, in un giudizio di opposizione a un pignoramento, la parte creditrice non si limita a difendersi ma avanza a sua volta una pretesa economica. Vediamo i dettagli di questa importante decisione.

Il Contesto: Opposizione a Pignoramento e Scontro tra Crediti

Il caso nasce da una procedura di pignoramento presso terzi avviata da una creditrice per recuperare un credito di circa 2.520 euro nei confronti di un istituto bancario. La banca debitrice, tuttavia, si opponeva all’esecuzione sostenendo di vantare, a sua volta, un credito maggiore nei confronti della creditrice, pari a circa 3.118 euro, che eccepiva in compensazione.

Il giudice dell’esecuzione sospendeva la procedura e rinviava le parti a un giudizio di merito per decidere sull’opposizione. In questa nuova fase, la creditrice non solo chiedeva il rigetto dell’opposizione, ma presentava una domanda per far accertare un proprio credito complessivo verso la banca per una somma superiore, pari ad almeno 5.100 euro.

L’Errore del Giudice di Primo Grado sulla Competenza per Valore

Il Tribunale investito della causa, contrariamente alle aspettative, declinava la propria competenza a favore del Giudice di Pace. Secondo il primo giudice, il valore della controversia doveva essere calcolato unicamente sulla base del credito originario per cui si era proceduto (e, più specificamente, sui soli interessi maturati, quantificati in circa 474 euro).

Il Tribunale aveva ritenuto che l’eccezione di compensazione della banca non aumentasse il valore della causa e, soprattutto, aveva qualificato la domanda della creditrice (di accertare un credito di 5.100 euro) come una mera difesa, e non come una vera e propria domanda riconvenzionale idonea a spostare la competenza per valore.

La Decisione della Cassazione e la corretta determinazione della competenza per valore

La creditrice impugnava la decisione del Tribunale con un regolamento di competenza davanti alla Corte di Cassazione, che accoglieva il ricorso, ribaltando la decisione di primo grado.

Il Ruolo Decisivo della Domanda Riconvenzionale

Il punto centrale della decisione della Suprema Corte è la corretta qualificazione della richiesta della creditrice. Chiedere l’accertamento di un proprio controcredito per un importo superiore a quello eccepito in compensazione dalla controparte non è una semplice difesa, ma costituisce una vera e propria domanda riconvenzionale.

Secondo l’articolo 10 del codice di procedura civile, quando vengono proposte più domande nello stesso processo contro la stessa persona, i loro valori si sommano ai fini della determinazione della competenza. Pertanto, al valore della pretesa originaria doveva essere sommato il valore della domanda riconvenzionale della creditrice (superiore a 5.100 euro).

La somma risultante superava ampiamente il limite di competenza del Giudice di Pace, radicando la controversia presso il Tribunale.

L’Irrilevanza dell’Intervento di Terzi Creditori

La Cassazione ha anche chiarito che l’intervento di un altro creditore nel processo esecutivo, avvenuto dopo l’instaurazione del giudizio di opposizione, non era rilevante per determinare la competenza su quest’ultimo. La competenza si cristallizza, infatti, in base alla situazione esistente al momento in cui l’opposizione viene proposta.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione sull’interpretazione combinata degli articoli 10 e 17 del codice di procedura civile. La regola del cumulo dei valori delle domande (art. 10) si applica anche ai giudizi di opposizione all’esecuzione. La domanda della creditrice, volta a ottenere l’accertamento di un proprio credito di importo definito e superiore al limite del giudice inferiore, non poteva essere declassata a mera difesa. Essa ampliava l’oggetto del contendere (il cosiddetto thema decidendum) e, di conseguenza, il valore della causa. Ignorare tale domanda ai fini della competenza avrebbe significato scindere la controversia in modo anomalo e contrario ai principi di economia processuale. La Corte ha quindi affermato che il Tribunale, di fronte a una simile domanda, era l’unico giudice competente a decidere l’intera controversia, comprese le questioni relative all’opposizione e alla domanda riconvenzionale.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: la formulazione delle proprie difese e domande in un giudizio di opposizione ha conseguenze dirette sulla scelta del giudice competente. Una parte che subisce un’opposizione può, attraverso una domanda riconvenzionale ben calibrata, assicurarsi che la causa venga trattata da un giudice togato (il Tribunale) anziché da un giudice onorario (il Giudice di Pace). La decisione rafforza il principio secondo cui il valore della controversia deve riflettere l’effettiva portata economica di tutte le pretese contrapposte tra le parti, garantendo che le cause di maggior valore siano decise dall’organo giurisdizionale appropriato.

Come si determina la competenza per valore se nel giudizio di opposizione all’esecuzione viene presentata una domanda riconvenzionale?
Il valore della domanda riconvenzionale si somma a quello del credito per cui si procede. La competenza è determinata dal valore complessivo risultante da questa somma, secondo le regole generali previste dall’art. 10 del codice di procedura civile.

L’intervento di un altro creditore nel processo esecutivo modifica la competenza nel giudizio di opposizione già iniziato?
No. Secondo la Corte, la competenza nel giudizio di opposizione si determina in base alle parti (creditore procedente e interventori) presenti al momento in cui l’opposizione viene instaurata. Gli interventi successivi non sono rilevanti a tal fine.

Una domanda volta a far accertare un controcredito è considerata una semplice difesa o una domanda riconvenzionale?
È considerata una domanda riconvenzionale a tutti gli effetti. Quando una parte non si limita a difendersi, ma chiede al giudice un provvedimento di accertamento su un proprio diritto, sta ampliando l’oggetto del giudizio, e tale richiesta contribuisce a determinare il valore della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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