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Competenza per valore: la Cassazione chiarisce le regole

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28196/2025, si è pronunciata sul tema della competenza per valore in un giudizio di opposizione all’esecuzione. Il caso riguardava una creditrice che, a fronte di un’opposizione basata su un’eccezione di compensazione, aveva a sua volta introdotto una domanda riconvenzionale di valore superiore ai limiti del Giudice di Pace. La Corte ha stabilito che la presenza di tale domanda riconvenzionale determina la competenza del Tribunale, in quanto il valore della causa si calcola sommando le domande proposte contro la stessa parte.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza per valore: come una domanda riconvenzionale sposta il giudizio

Determinare quale sia il giudice giusto a cui rivolgersi è il primo, fondamentale passo di ogni causa. La questione della competenza per valore diventa cruciale, specialmente quando nel corso di un processo emergono nuove pretese economiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti importanti su come si determina la competenza quando, in un giudizio di opposizione a un pignoramento, viene presentata una domanda riconvenzionale che supera i limiti di valore del giudice inizialmente adito.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’azione di espropriazione forzata promossa da una creditrice nei confronti di un istituto di credito per il recupero di una somma di circa 4.600 euro. L’istituto bancario, debitore, si opponeva all’esecuzione sostenendo di aver già estinto il debito tramite un assegno circolare che la creditrice avrebbe indebitamente rifiutato.

Il giudizio, inizialmente sospeso, veniva riassunto davanti al Giudice di Pace, che accoglieva l’opposizione. La creditrice impugnava la decisione e il Tribunale, in appello, riconosceva parzialmente le sue ragioni, limitando l’azione esecutiva a circa 934 euro.

Successivamente, l’istituto bancario proponeva una nuova opposizione, eccependo l’estinzione del debito residuo per compensazione con un proprio controcredito di circa 1.367 euro. A fronte di questa nuova opposizione, la creditrice, nel costituirsi in giudizio, non si limitava a difendersi, ma formulava a sua volta una domanda riconvenzionale per l’accertamento di un proprio credito di importo superiore a 5.100 euro.

La questione sulla competenza per valore

Il cuore del problema legale risiede proprio in quest’ultima mossa processuale. Il Tribunale, chiamato a decidere sulla fase di merito della seconda opposizione, dichiarava la propria incompetenza per valore, ritenendo che la causa dovesse essere decisa dal Giudice di Pace, il cui limite di competenza era all’epoca di 5.000 euro. La valutazione del Tribunale si basava unicamente sull’importo oggetto dell’esecuzione, senza considerare la domanda riconvenzionale della creditrice.

La creditrice, non condividendo questa decisione, proponeva ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la propria domanda riconvenzionale, superando il limite del Giudice di Pace, avesse ‘attratto’ l’intera causa nella sfera di competenza del Tribunale, giudice superiore. Questa dinamica è fondamentale per capire come viene stabilita la competenza per valore in casi complessi.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della creditrice, dichiarando la competenza del Tribunale di Roma. Il ragionamento dei giudici supremi si fonda su un principio cardine del codice di procedura civile, in particolare sull’articolo 10, che disciplina il cumulo di domande.

La Corte ha chiarito che, sebbene l’articolo 17 c.p.c. stabilisca che la competenza nelle cause di opposizione all’esecuzione si determina in base al valore del credito per cui si procede, questa regola non è assoluta. Essa deve essere combinata con la regola generale del cumulo di domande. Quando nello stesso processo vengono proposte più domande contro la stessa parte, i loro valori si sommano ai fini della determinazione della competenza.

Nel caso specifico, la domanda riconvenzionale della creditrice, avente ad oggetto un credito superiore a 5.100 euro, si è sommata alla questione originaria. Poiché il valore complessivo della controversia superava ampiamente la soglia di competenza del Giudice di Pace, la giurisdizione spettava al Tribunale. La Corte ha precisato che la domanda riconvenzionale, anche se formulata in termini non del tutto precisi, era sufficiente a radicare la competenza del giudice superiore, il quale avrà poi il compito di valutarne nel merito l’ammissibilità e la fondatezza.

Conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un importante principio procedurale: la competenza per valore non è un elemento statico, ma dinamico, che può essere influenzato dalle domande che le parti introducono nel corso del giudizio. La proposizione di una domanda riconvenzionale che eccede i limiti di valore del giudice adito ha l’effetto di spostare l’intera controversia davanti al giudice superiore.

Questa pronuncia ha implicazioni pratiche significative per avvocati e parti processuali. Sottolinea l’importanza di una strategia processuale attenta, poiché la scelta di introdurre una domanda riconvenzionale può non solo ampliare l’oggetto del contendere, ma anche modificare il giudice competente a decidere, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di tempi, costi e procedure.

Come si determina la competenza per valore se in un’opposizione all’esecuzione viene proposta una domanda riconvenzionale?
La competenza si determina sommando il valore della causa di opposizione (pari al credito precettato) con il valore della domanda riconvenzionale. Se la somma supera il limite di competenza del giudice adito (es. Giudice di Pace), la competenza spetta al giudice superiore (es. Tribunale).

La regola speciale sulla competenza nelle opposizioni esecutive prevale sulla regola generale del cumulo di domande?
No, la regola speciale dell’art. 17 c.p.c. (competenza basata sul credito precettato) non esclude l’applicazione della regola generale dell’art. 10 c.p.c. (cumulo di domande). Le due norme si combinano, e il valore della domanda riconvenzionale deve essere considerato per stabilire la competenza.

Una richiesta di rimessione alle Sezioni Unite della Cassazione può essere accolta se si basa su un contrasto giurisprudenziale superato?
No. La Corte ha specificato che la rimessione alle Sezioni Unite è possibile in caso di contrasto ‘sincronico’ (attuale) tra le sezioni semplici. Non è ammissibile se il contrasto è ‘diacronico’, cioè se la giurisprudenza si è evoluta nel tempo e ha consolidato un orientamento più recente, superando quello precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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