LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza per valore: come si calcola nell’esecuzione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come si determina la competenza per valore in un procedimento di opposizione all’esecuzione. A fronte di un pignoramento per un importo modesto, la società debitrice aveva proposto opposizione eccependo in compensazione un controcredito di valore superiore e formulando una domanda riconvenzionale. Il Tribunale si era dichiarato incompetente, ritenendo competente il Giudice di Pace sulla base del solo importo iniziale. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che il valore della domanda riconvenzionale si somma a quello della pretesa originaria, radicando così la competenza del Tribunale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza per valore: come si calcola con la domanda riconvenzionale

Determinare la competenza per valore è uno dei primi e fondamentali passaggi in ogni causa civile. Stabilire se una controversia debba essere decisa dal Giudice di Pace o dal Tribunale dipende dal suo valore economico. Ma cosa succede quando, in un procedimento di esecuzione, il debitore non si limita a difendersi ma contrattacca con una propria pretesa di credito? Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto cruciale, chiarendo come la domanda riconvenzionale influenzi il calcolo del valore della causa.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’azione esecutiva promossa da una creditrice per ottenere il pagamento di una somma di poco inferiore a 2.000 euro. La società debitrice, un noto istituto di credito, si opponeva all’esecuzione e, nel corso del giudizio, eccepiva la compensazione con un proprio controcredito di oltre 3.200 euro, derivante da una diversa sentenza.

Successivamente, la creditrice originaria e altri due creditori intervenivano nel procedimento, vantando crediti basati su assegni circolari per un totale di oltre 17.000 euro. La creditrice principale, inoltre, introduceva una domanda riconvenzionale per accertare un ulteriore proprio credito superiore a 5.100 euro, che si sarebbe cumulato con la pretesa originaria. Di fronte a questo complesso intreccio di pretese, il Tribunale adito dichiarava la propria incompetenza per valore, ritenendo che la causa dovesse essere trattata dal Giudice di Pace, basandosi unicamente sull’importo iniziale del pignoramento.

La Decisione del Tribunale di Primo Grado

Il Tribunale di Roma, investito della questione, ha ritenuto che il valore della controversia dovesse essere identificato con l’importo per cui si procedeva inizialmente, senza considerare né i crediti degli intervenuti né, soprattutto, la domanda riconvenzionale proposta dalla creditrice. Di conseguenza, essendo tale importo inferiore alla soglia di competenza del Tribunale, ha dichiarato la propria incompetenza a favore del Giudice di Pace.

Competenza per Valore e Domanda Riconvenzionale: Il Cuore della Decisione

I creditori hanno impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione tramite un regolamento di competenza. Essi sostenevano due motivi principali: in primo luogo, che il valore della causa dovesse essere calcolato sommando tutti i crediti, inclusi quelli degli intervenuti; in secondo luogo, e in modo dirimente, che la proposizione di una domanda riconvenzionale di valore superiore a 5.000 euro spostava inevitabilmente la competenza per valore verso il Tribunale.

La Corte di Cassazione ha accolto il secondo motivo, ritenendolo assorbente e fondato, e ha dichiarato la competenza del Tribunale di Roma.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato del codice di procedura civile, in particolare sull’applicazione combinata degli articoli 10 e 17. L’articolo 17 c.p.c. stabilisce che per le cause di opposizione all’esecuzione, il valore si determina in base al credito per cui si procede. Tuttavia, questo criterio non opera in isolamento.

Come precisato dai giudici, quando nel giudizio di opposizione viene introdotta una domanda riconvenzionale, si applica la regola generale del cumulo delle domande prevista dall’articolo 10, comma secondo, c.p.c. Secondo tale norma, se vengono proposte più domande contro la stessa parte, i loro valori si sommano ai fini della determinazione della competenza.

Nel caso di specie, la creditrice non si era limitata a resistere all’eccezione di compensazione della banca, ma aveva formulato una vera e propria domanda per accertare un proprio ulteriore credito. Il valore di questa domanda, superiore a 5.100 euro, sommato al credito originario, portava il valore complessivo della controversia ben al di sopra del limite di competenza del Giudice di Pace, radicando così la competenza del Tribunale.

La Corte ha inoltre sottolineato che neppure un’eventuale pretestuosità della domanda riconvenzionale potrebbe privare il giudice adito della potestà di esaminarla. Sarà sempre il giudice investito della causa a doverne valutare la fondatezza, anche ai fini di una possibile sanatoria in caso di nullità.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la competenza per valore non è un dato statico, fissato una volta per tutte dall’atto introduttivo, ma può evolvere in base alle dinamiche processuali. La proposizione di una domanda riconvenzionale ha l’effetto di ampliare l’oggetto del giudizio e, di conseguenza, di modificarne il valore. Il valore della domanda riconvenzionale si cumula con quello della pretesa originaria, e la somma risultante determina il giudice competente. Questa regola garantisce che l’intera controversia tra le parti, nella sua complessità, sia decisa dal giudice fornito della competenza adeguata, evitando una frammentazione del giudizio e assicurando una maggiore economia processuale.

Come si determina la competenza per valore in un’opposizione all’esecuzione se viene presentata una domanda riconvenzionale?
Il valore della causa si determina sommando il valore del credito per cui si procede in via esecutiva con il valore della domanda riconvenzionale proposta. Se la somma supera il limite di competenza del Giudice di Pace, la competenza spetta al Tribunale.

La sola eccezione di compensazione modifica la competenza per valore?
L’ordinanza chiarisce che una domanda riconvenzionale che chiede l’accertamento di un controcredito (e non una mera eccezione) modifica la competenza. La decisione si fonda sulla proposizione di una domanda autonoma, il cui valore si cumula a quello della pretesa principale ai sensi dell’art. 10 c.p.c.

Cosa succede se la domanda riconvenzionale è formulata in modo vago o è potenzialmente infondata?
Secondo la Corte, neppure una eventuale pretestuosità o nullità della domanda riconvenzionale può privare il giudice adito del potere di esaminarla. Spetta a tale giudice valutarla e, se necessario, consentire alla parte di sanarne eventuali vizi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati