LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza per valore: Cassazione e domanda riconvenzionale

In un caso di opposizione all’esecuzione, un istituto di credito eccepiva una compensazione. La parte creditrice rispondeva con una domanda riconvenzionale di valore superiore, chiedendo l’accertamento di un proprio controcredito. Il Tribunale si dichiarava incompetente, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che ai fini della determinazione della competenza per valore si deve tenere conto anche della domanda riconvenzionale, attribuendo la causa al giudice di valore superiore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza per valore: come la domanda riconvenzionale sposta il giudizio

Nell’ambito delle procedure esecutive, la determinazione del giudice competente è un passo cruciale. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto fondamentale della competenza per valore: quando il debitore si oppone e il creditore, a sua volta, introduce una domanda riconvenzionale, il valore di quest’ultima deve essere considerato per stabilire quale giudice debba decidere la controversia. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’azione esecutiva avviata da una creditrice tramite pignoramento presso terzi nei confronti di un istituto bancario per una somma relativamente modesta. La banca, in qualità di debitrice, proponeva opposizione all’esecuzione, eccependo in compensazione un proprio controcredito derivante da una sentenza passata in giudicato.

A seguito di questa opposizione, la creditrice, insieme a un altro creditore intervenuto, avviava un giudizio di merito. In questa sede, non solo contestava l’eccezione di compensazione, ma introduceva una vera e propria domanda riconvenzionale, chiedendo l’accertamento di un ulteriore e più cospicuo credito nei confronti della banca, di valore ben superiore ai limiti di competenza del Giudice di Pace.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale adito, nonostante la presenza della domanda riconvenzionale di importo elevato, accoglieva l’eccezione sollevata dalla banca e dichiarava la propria incompetenza per valore. Secondo il giudice di primo grado, la competenza spettava al Giudice di Pace, basandosi unicamente sul valore originario del credito per cui si procedeva esecutivamente, senza considerare la nuova domanda introdotta dai creditori.

Il ruolo della domanda riconvenzionale nella competenza per valore

Insoddisfatti della decisione, i creditori presentavano un regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione. La questione centrale era stabilire se, ai fini della determinazione della competenza per valore, si dovesse tener conto solo del credito iniziale o anche del valore della domanda riconvenzionale proposta in risposta all’eccezione di compensazione della banca. I ricorrenti sostenevano che il Tribunale avesse errato nel non considerare che la loro domanda, eccedendo il limite di valore del Giudice di Pace, radicasse la competenza presso un organo giudiziario superiore.

Le Motivazioni della Corte Suprema

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso, ribaltando la decisione del Tribunale. I giudici di legittimità hanno chiarito un principio fondamentale del diritto processuale civile, basato sull’articolo 10 del codice di procedura civile, che disciplina il cumulo di domande.

La Corte ha specificato che la domanda dei creditori, pur essendo stata formulata per contrastare l’eccezione di compensazione della banca, costituiva a tutti gli effetti una domanda riconvenzionale. Essa mirava non solo a neutralizzare la pretesa avversaria, ma anche ad accertare un controcredito di valore significativamente superiore. Di conseguenza, il valore di questa domanda doveva essere sommato a quello della causa principale per determinare la competenza per valore complessiva della controversia.

Secondo la Cassazione, la regola generale della competenza in materia di esecuzione forzata, che fa riferimento alla somma precettata, deve essere combinata con la regola del cumulo delle domande. Quando, all’interno dello stesso processo, vengono proposte più domande nei confronti del medesimo soggetto, i loro valori si sommano. Pertanto, se il valore complessivo supera la soglia di competenza del giudice inizialmente adito, la causa deve essere decisa dal giudice superiore. L’eventuale carattere pretestuoso della domanda aggiuntiva non può privare il giudice della potestà di esaminarla, ma può rilevare, al più, ai fini di una condanna per lite temeraria (art. 96 c.p.c.).

Conclusioni

La Corte ha quindi cassato l’ordinanza impugnata e ha dichiarato la competenza del Tribunale di Roma. Questa decisione rafforza un principio essenziale per la corretta gestione del processo: la competenza per valore deve riflettere l’effettiva portata economica della lite tra le parti. Una domanda riconvenzionale, anche se introdotta in risposta a una difesa avversaria, allarga l’oggetto del giudizio e, se il suo valore è sufficientemente elevato, sposta la competenza verso il giudice superiore. Questo garantisce che le controversie di maggior valore siano trattate dall’organo giudiziario adeguato, assicurando una gestione unitaria e coerente dell’intera materia del contendere.

Come si determina la competenza per valore quando in un’opposizione all’esecuzione viene proposta una domanda riconvenzionale?
La competenza per valore si determina sommando il valore della pretesa originaria con quello della domanda riconvenzionale. Se il valore complessivo supera il limite del giudice adito, la competenza spetta al giudice superiore, in applicazione della regola sul cumulo delle domande (art. 10 c.p.c.).

Una domanda volta ad accertare un controcredito per neutralizzare un’eccezione di compensazione è considerata una domanda riconvenzionale?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che una domanda che ha ad oggetto l’accertamento di un controcredito, anche se proposta per contrastare un’eccezione di compensazione, integra una domanda riconvenzionale a tutti gli effetti e come tale contribuisce a determinare il valore della causa.

Il giudice può ignorare una domanda riconvenzionale ai fini della competenza se la ritiene pretestuosa?
No, il giudice non può privarsi della potestà di esaminare la domanda ai fini della competenza, anche se la ritiene pretestuosa. L’eventuale pretestuosità della domanda può essere valutata solo in un secondo momento, ai fini di una possibile condanna per responsabilità processuale aggravata (art. 96 c.p.c.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati