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Competenza opposizione precetto: vale l’intero credito

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11371/2025, ha ribadito un principio fondamentale in materia di competenza nell’opposizione a precetto. Analizzando un caso di opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., la Corte ha stabilito che, per determinare il giudice competente (Tribunale o Giudice di Pace), si deve considerare il valore totale del credito indicato nell’atto di precetto e non solo l’importo parziale effettivamente contestato dal debitore. Di conseguenza, ha rigettato il ricorso di un legale che sosteneva la competenza del Giudice di Pace basandosi sulla somma inferiore contestata, confermando la competenza del Tribunale.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Opposizione Precetto: Decide l’Intero Importo, non la Singola Contestazione

Quando si riceve un atto di precetto, può capitare di voler contestare solo una parte della somma richiesta. Sorge allora una domanda cruciale: a quale giudice rivolgersi? Al Giudice di Pace, se la somma contestata è bassa, o al Tribunale? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa chiarezza su un punto fondamentale della competenza nell’opposizione a precetto, confermando un orientamento consolidato: ciò che conta è il valore totale del credito per cui si procede, non l’importo specifico oggetto di contestazione.

I Fatti di Causa: Un Contenzioso su Due Atti di Precetto

La vicenda trae origine dall’opposizione promossa da due soggetti contro due distinti atti di precetto notificati da un legale. Il primo precetto richiedeva una somma di circa 5.000 euro, ma la contestazione verteva solo su 600 euro. Il secondo, invece, intimava il pagamento di quasi 24.000 euro, a fronte di una contestazione limitata a circa 1.900 euro.

Il Tribunale di primo grado, investito della causa, si era pronunciato in modo diverso sulle due opposizioni. Per la prima, aveva affermato la competenza del Giudice di Pace (essendo la contestazione di soli 600 euro) ma, dato il pagamento avvenuto nel frattempo, aveva dichiarato cessata la materia del contendere. Per la seconda opposizione, invece, aveva ritenuto la propria competenza (dato l’elevato valore del precetto), accogliendo le ragioni degli opponenti. Il legale creditore, insoddisfatto, ha proposto ricorso in Cassazione proprio sulla questione della competenza relativa al secondo precetto.

La questione della competenza nell’opposizione a precetto

Il nodo centrale del ricorso era semplice: la competenza per valore in un’opposizione all’esecuzione si determina in base all’intera somma precettata o solo alla porzione di credito che il debitore contesta? Il ricorrente sosteneva la seconda tesi, ritenendo che, essendo la sua contestazione inferiore alla soglia di competenza del Tribunale, la causa dovesse essere decisa dal Giudice di Pace. Questa interpretazione, se accolta, avrebbe potuto frammentare il giudizio e modificare radicalmente l’approccio strategico alle opposizioni esecutive.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla competenza opposizione precetto

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale e consolidando un principio cardine della procedura civile.

Il Principio Consolidato: Vale il Credito Precettato

Gli Ermellini hanno ribadito che, ai sensi dell’art. 17 del codice di procedura civile, nei giudizi di opposizione all’esecuzione il valore della causa si determina in base al ‘credito per cui si procede’. Questo significa che si deve guardare all’importo totale indicato nell’atto di precetto, indipendentemente dal fatto che la contestazione del debitore sia totale o parziale. Nel caso di specie, essendo il precetto di quasi 24.000 euro, la competenza spettava correttamente al Tribunale.

Inammissibilità delle Censure sul Merito e sulle Spese

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili tutti gli altri motivi di ricorso che non riguardavano strettamente la questione della competenza. Trattandosi di un ‘regolamento di competenza’, infatti, l’esame della Cassazione è limitato a tale aspetto e a quelli direttamente connessi, come la statuizione sulle spese. Non è possibile, in questa sede, contestare la valutazione del giudice sul merito della controversia o la sua decisione discrezionale sulla compensazione delle spese legali, a meno che non sia del tutto immotivata, cosa che non è stata ravvisata nel caso in esame.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando un orientamento giurisprudenziale stabile e consolidato. La ratio di tale principio risiede nel fatto che l’opposizione all’esecuzione, anche se mossa contro una singola posta del credito, investe la legittimità dell’azione esecutiva minacciata dal creditore nella sua interezza. Il valore della controversia, pertanto, non può che coincidere con l’intera pretesa creditoria che si intende far valere. Qualsiasi diversa soluzione creerebbe incertezza e potrebbe portare a una frammentazione dei giudizi, contraria ai principi di economia processuale. La decisione sulla compensazione delle spese, inoltre, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, che nel caso specifico aveva fornito una motivazione adeguata, legata sia all’ammissione della fondatezza di un’eccezione avversaria sia all’uso di espressioni sconvenienti da parte degli opponenti.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un importante promemoria per debitori e creditori. Chi intende proporre un’opposizione a un atto di precetto deve prestare la massima attenzione nella scelta del giudice competente. Il criterio da seguire non è l’entità della propria contestazione, ma il valore complessivo del credito intimato. Un errore su questo punto può comportare l’inammissibilità dell’azione o, comunque, ritardi e aggravi di spesa. La decisione della Cassazione rafforza la certezza del diritto, fornendo un’indicazione chiara e inequivocabile per la corretta instaurazione del giudizio di opposizione.

Per determinare la competenza del giudice in un’opposizione a precetto, si considera l’importo totale del precetto o solo la parte contestata?
Si considera l’importo totale del credito indicato nell’atto di precetto (‘credito per cui si procede’), e non solo la porzione di esso che viene specificamente contestata dal debitore.

È possibile contestare la decisione del giudice sulla compensazione delle spese legali tramite un regolamento di competenza?
No, di norma non è possibile. La valutazione sulle proporzioni della soccombenza e sulla compensazione delle spese rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non può essere sindacata in sede di regolamento di competenza, a meno che la motivazione sia completamente assente o meramente apparente.

Cosa succede se un ricorso per regolamento di competenza include anche motivi che riguardano il merito della causa?
I motivi che non attengono direttamente e necessariamente alla questione della competenza vengono dichiarati inammissibili. Il ricorso per regolamento di competenza, infatti, ha un oggetto limitato alla sola risoluzione della questione di giurisdizione e alle spese ad essa collegate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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