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Competenza opposizione precetto: chi decide il foro?

Una società ha proposto opposizione a un precetto presso il Tribunale di Roma, suo foro legale. I creditori hanno eccepito l’incompetenza, indicando un altro foro. La Cassazione, decidendo sulla questione della competenza opposizione precetto, ha stabilito che i creditori sono vincolati dalla propria elezione di domicilio indicata nel precetto e non possono contestarla. Di conseguenza, ha confermato la competenza del Tribunale di Roma.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza opposizione precetto: la scelta del creditore è vincolante

Determinare il giudice territorialmente competente è un passo cruciale in qualsiasi controversia legale. Nel contesto dell’esecuzione forzata, la questione della competenza opposizione precetto assume un’importanza fondamentale, poiché da essa dipende l’individuazione del tribunale che deciderà sulla legittimità della richiesta del creditore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato ma spesso sottovalutato: il creditore, una volta effettuata la dichiarazione di residenza o l’elezione di domicilio nell’atto di precetto, non può più metterla in discussione. Analizziamo insieme la vicenda.

I fatti del caso: un’eccezione di incompetenza inaspettata

Due creditori, eredi di una vittima di un grave incidente, notificavano un atto di precetto a una società per ottenere il pagamento di una somma considerevole a titolo di risarcimento del danno, liquidata in una precedente sentenza penale. Nell’atto di precetto, i creditori eleggevano domicilio presso lo studio del loro legale in una città (Terni), ma notificavano l’atto presso la sede legale della società debitrice, situata a Roma.

La società debitrice proponeva opposizione al precetto, incardinando la causa dinanzi al Tribunale di Roma, ovvero il giudice del luogo in cui l’atto era stato notificato e dove essa stessa aveva la propria sede. A sorpresa, erano proprio i creditori (costituitisi come opposti nel giudizio di opposizione) a sollevare un’eccezione di incompetenza territoriale. Essi sostenevano che il foro competente fosse quello di Spoleto, nel cui circondario la società debitrice possedeva dei beni. Il Tribunale di Roma accoglieva l’eccezione e si dichiarava incompetente. Contro questa decisione, la società proponeva ricorso per regolamento di competenza alla Corte di Cassazione.

L’analisi della Corte sulla competenza opposizione precetto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, ribaltando la decisione del Tribunale di Roma. Il fulcro della decisione si basa sull’interpretazione dell’articolo 480, terzo comma, del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che il creditore, nel precetto, deve dichiarare la propria residenza o eleggere domicilio nel comune in cui ha sede il giudice competente per l’esecuzione.

Secondo la giurisprudenza consolidata, richiamata dalla Corte, questa dichiarazione o elezione di domicilio ha un effetto fondamentale: radica la competenza per l’eventuale opposizione a precetto presso il giudice di quel comune. Si crea una presunzione di coincidenza tra il foro eletto dal creditore e il foro dell’esecuzione. Questo principio, tuttavia, non è assoluto, ma la sua contestazione è riservata a una sola parte.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha chiarito che la scelta operata dal creditore nell’atto di precetto lo vincola. Egli non può, in un secondo momento, contraddirsi e sostenere la competenza di un giudice diverso. L’eccezione di incompetenza, basata sulla non coincidenza tra il foro eletto e il luogo effettivo dove si trovano i beni da pignorare o dove risiede il debitore, può essere sollevata esclusivamente dal debitore opponente.

Nel caso di specie, l’errore è stato commesso dai creditori opposti. Avendo eletto domicilio a Terni, avevano di fatto indicato come competente il giudice di quella circoscrizione per l’opposizione. La successiva eccezione, con cui tentavano di spostare la causa a Spoleto, era inammissibile perché proveniva dalla parte che, con la sua stessa scelta, aveva determinato il foro. La società debitrice, invece, aveva correttamente adito il Tribunale di Roma, luogo di notifica del precetto, conformemente a uno dei criteri sussidiari previsti dalla legge.

Conclusioni: implicazioni pratiche per creditori e debitori

La decisione della Cassazione rafforza un principio di auto-responsabilità e certezza del diritto. Per i creditori, l’insegnamento è chiaro: l’elezione di domicilio nell’atto di precetto è una scelta strategica che va ponderata con attenzione, poiché crea un vincolo da cui non ci si può sottrarre. Non è possibile utilizzare tale strumento per poi, a seconda della convenienza, tentare di spostare la competenza. Per i debitori, invece, la sentenza conferma che essi sono gli unici legittimati a contestare la scelta del creditore, qualora questa si riveli anomala e non corrispondente ai criteri effettivi di collegamento territoriale (luogo dei beni o residenza), al fine di invocare la competenza del giudice del luogo di notifica del precetto.

Quando si propone opposizione a precetto, quale tribunale è competente?
Di norma, è competente il giudice del luogo in cui il creditore ha dichiarato la propria residenza o eletto domicilio nell’atto di precetto, poiché si presume che tale luogo coincida con quello dell’esecuzione.

Il creditore che ha eletto domicilio nel precetto può successivamente contestare la competenza del giudice di quel luogo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il creditore resta vincolato alla dichiarazione o all’elezione di domicilio effettuata nell’atto di precetto e non può sollevare un’eccezione di incompetenza per spostare la causa in un altro foro.

Chi può sollevare l’eccezione di incompetenza se il domicilio eletto dal creditore non corrisponde al luogo dove il debitore ha beni?
L’eccezione di incompetenza, in questo specifico caso, può essere sollevata soltanto dal debitore che propone l’opposizione, al fine di invocare la competenza del diverso giudice del luogo in cui il precetto gli è stato notificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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