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Competenza giudice ordinario su terreni ex demaniali

Una società ha ricevuto un terreno da un comune, poi scoperto essere un ex alveo fluviale appartenente al demanio. La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione, affermando la competenza del giudice ordinario. La decisione si basa sul fatto che la disputa riguarda la proprietà di un terreno che ha perso la sua natura demaniale, non richiedendo quindi le indagini tecniche specialistiche del Tribunale delle Acque Pubbliche.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Giudice Ordinario: il caso dei terreni usciti dal demanio idrico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha chiarito un importante principio sulla competenza del giudice ordinario in dispute relative a terreni che un tempo appartenevano al demanio idrico. La vicenda nasce da una controversia tra un’impresa e un Comune riguardo l’assegnazione di alcuni lotti di terreno, rivelatisi parte di un ex alveo fluviale. Questa decisione stabilisce un criterio fondamentale per distinguere le attribuzioni del giudice specializzato in materia di acque pubbliche da quelle del giudice civile.

I Fatti del Caso: Un Terreno Conteso tra Comune e Impresa

Una società, assegnataria di alcuni lotti in un’area industriale, citava in giudizio il Comune per ottenere il riconoscimento del proprio diritto di proprietà sui terreni e il risarcimento dei danni. L’azienda aveva costruito tre fabbricati su quei suoli, ottenuti con atti di cessione stipulati anni prima.

Successivamente, era emerso che i terreni in questione non erano di proprietà del Comune, ma appartenevano al demanio idrico, essendo compresi nell’alveo di un fiume. Il Comune, costituitosi in giudizio, eccepiva l’incompetenza del Tribunale adito, sostenendo che la causa dovesse essere decisa dal Tribunale Regionale per le Acque Pubbliche (TRAP) data la natura demaniale dei terreni.

La questione si è ulteriormente complicata con il fallimento della società attrice e l’intervento del curatore fallimentare nel procedimento.

Il Conflitto di Competenza tra Giudice Ordinario e Tribunale delle Acque

Il percorso giudiziario è stato caratterizzato da un rimbalzo di competenze. Inizialmente, il Tribunale di primo grado rigettava l’eccezione di incompetenza. Tuttavia, la Corte d’Appello, in riforma della prima decisione, dichiarava la competenza del TRAP, ritenendo centrale la questione sulla natura demaniale dei terreni.

A seguito della riassunzione della causa, il TRAP sollevava un conflitto negativo di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione. Il giudice specializzato sosteneva che non fosse necessario svolgere indagini tecniche sulla demanialità dei suoli. Era infatti pacifico tra le parti che i terreni si fossero formati a seguito dell’abbandono dell’alveo da parte del fiume e che la controversia riguardasse le successive vicende proprietarie, ovvero l’acquisto da parte dei proprietari rivieraschi e la successiva espropriazione da parte del Comune. Di conseguenza, la materia del contendere rientrava nella giurisdizione ordinaria.

La Decisione della Cassazione sulla competenza del giudice ordinario

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi del TRAP, dichiarando la competenza della Corte d’Appello (quale giudice ordinario). La Suprema Corte ha innanzitutto respinto l’eccezione di inammissibilità del conflitto sollevata dal Pubblico Ministero, chiarendo che il giudice può sollevare il regolamento di competenza anche dopo la prima udienza, qualora svolga attività istruttorie preliminari finalizzate proprio a sciogliere il dubbio sulla competenza.

Nel merito, la Cassazione ha ribadito il principio cardine che regola il riparto di giurisdizione in questa materia.

Le Motivazioni

Il criterio fondamentale, secondo la Corte, per determinare se una causa spetti al giudice ordinario o a quello specializzato delle acque pubbliche risiede nella necessità o meno di compiere indagini tecniche per stabilire se un’area rientri nel demanio idrico.

La competenza del TRAP è giustificata dal carattere eminentemente tecnico delle indagini necessarie per risolvere controversie sulla consistenza e la determinazione dei limiti di alvei e sponde. Tuttavia, questa competenza viene meno quando, come nel caso di specie, è pacifico tra le parti che il terreno conteso, pur avendo fatto parte in passato dell’alveo di un corso d’acqua, abbia cessato di appartenergli.

Se la disputa verte esclusivamente sull’appartenenza attuale della zona abbandonata e sulla catena dei trasferimenti di proprietà successivi, la controversia rientra pienamente nella competenza del giudice ordinario. Non è infatti richiesta alcuna valutazione tecnica sulla natura del bene, ma solo un’analisi giuridica dei titoli di proprietà.

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche non è attivata dalla mera menzione della natura demaniale di un bene, ma dalla necessità concreta di un accertamento tecnico per definirne i confini. Quando il fatto storico dell’uscita del bene dal demanio idrico è incontestato, e la lite si sposta sul piano dei diritti reali e dei successivi trasferimenti, la giurisdizione torna al suo giudice naturale, ovvero quello ordinario, a cui spetta il compito di individuare l’attuale proprietario del fondo.

Quando una controversia su un terreno originariamente appartenente al demanio idrico rientra nella competenza del giudice ordinario?
Quando è pacifico che il terreno abbia perso la sua natura demaniale (ad esempio, per abbandono dell’alveo da parte di un fiume) e la disputa verte unicamente sulla sua attuale appartenenza e sui diritti di proprietà, senza la necessità di indagini tecniche per definire i confini del demanio idrico.

Il giudice a cui viene riassunta la causa può sollevare d’ufficio il conflitto di competenza anche dopo la prima udienza?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che è possibile se il giudice svolge attività processuali (come l’acquisizione di sommarie informazioni o documenti) che sono strettamente funzionali a valutare la propria competenza. In tal caso, la richiesta di regolamento d’ufficio può seguire tali attività senza soluzione di continuità.

Qual è il criterio principale per distinguere la competenza del Tribunale delle Acque Pubbliche da quella del giudice ordinario?
Il criterio discriminante è la necessità o meno di svolgere indagini tecniche per stabilire se un’area di terreno rientri nel demanio idrico fluviale o lacuale. Se tali indagini sono necessarie, la competenza è del Tribunale delle Acque Pubbliche; in caso contrario, spetta al giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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