LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza funzionale e opposizione a decreto ingiuntivo

Una società si oppone a un decreto ingiuntivo, presentando una domanda riconvenzionale di competenza di un’altra sezione specializzata. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 25146/2024, ha ribadito il principio della competenza funzionale inderogabile del giudice che ha emesso il decreto a decidere sull’opposizione. Di conseguenza, ha confermato la legittimità della separazione dei due giudizi, respingendo il ricorso della società opponente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Funzionale: La Cassazione sulla Separazione delle Cause

Nel complesso mondo della procedura civile, il principio della competenza funzionale gioca un ruolo cruciale, soprattutto quando si tratta di opposizione a decreto ingiuntivo. Con la recente ordinanza n. 25146 del 19 settembre 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un caposaldo del nostro sistema: il giudice che emette un decreto ingiuntivo possiede una competenza inderogabile e ‘funzionale’ a decidere sulla successiva opposizione, anche in presenza di cause connesse che spetterebbero ad un altro tribunale. Analizziamo insieme questa importante decisione.

Il Caso: Opposizione a Ingiunzione e Domanda Riconvenzionale

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Salerno, con cui si ordinava a una società per azioni il pagamento di oltre 51 milioni di euro a favore di un’altra società. La società ingiunta ha proposto opposizione, sollevando diverse eccezioni. In particolare, ha presentato una domanda riconvenzionale sostenendo che il rapporto tra le parti non fosse un semplice finanziamento, ma una vera e propria società di fatto.

Secondo la società opponente, tale accertamento era di competenza esclusiva della Sezione Specializzata in materia di impresa del Tribunale di Napoli. Pertanto, chiedeva che l’intera controversia, inclusa l’opposizione al decreto, venisse trasferita a Napoli.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso sulla competenza funzionale

Il Tribunale di Salerno ha deciso di separare le due questioni. Ha trattenuto per sé la causa di opposizione al decreto ingiuntivo, riconoscendo la propria competenza, e ha rimesso la sola domanda riconvenzionale sulla società di fatto al Tribunale di Napoli.

Insoddisfatta, la società opponente ha proposto un regolamento di competenza davanti alla Corte di Cassazione. La sua tesi si basava su un recente orientamento delle Sezioni Unite, secondo cui l’opposizione non è un’azione autonoma ma una fase successiva dello stesso processo monitorio. Da ciò, secondo la ricorrente, deriverebbe il superamento del ‘dogma’ della competenza funzionale, con la conseguenza che l’intera causa avrebbe dovuto seguire la domanda riconvenzionale presso il giudice specializzato.

L’Intervento della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando l’orientamento tradizionale e la correttezza della decisione del Tribunale di Salerno. La decisione si fonda su un principio chiaro e consolidato, che merita di essere approfondito.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha chiarito che il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo è caratterizzato dalla competenza funzionale e inderogabile dello stesso ufficio giudiziario che ha emesso il provvedimento monitorio. Questa competenza è definita ‘immodificabile anche per ragioni di connessione’.

In altre parole, quando viene presentata una domanda riconvenzionale che, di per sé, apparterrebbe a un altro giudice (in questo caso, la sezione specializzata in materia di impresa), il giudice dell’opposizione deve necessariamente separare le due cause. Egli tratterrà la decisione sull’opposizione e rimetterà l’altra causa al giudice competente.

La Corte ha inoltre precisato che la sentenza delle Sezioni Unite citata dalla ricorrente (n. 927/2022), pur definendo l’opposizione come una prosecuzione del procedimento monitorio, non ha minimamente intaccato il principio della competenza funzionale. La natura del giudizio di opposizione non modifica le regole sulla competenza, che rimangono salde e inderogabili. L’obbligo di decidere sull’opposizione spetta, e continua a spettare, unicamente al giudice che ha concesso l’ingiunzione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio fondamentale per la certezza del diritto e l’organizzazione giudiziaria. La competenza funzionale del giudice dell’ingiunzione non è un ‘dogma superato’, ma una regola procedurale solida che garantisce coerenza e linearità al procedimento.

Per le imprese e i professionisti, la lezione è chiara: in caso di opposizione a un decreto ingiuntivo, la strategia processuale deve tenere conto che eventuali domande riconvenzionali complesse e di competenza di altri fori (come le sezioni impresa) daranno quasi certamente origine a due procedimenti separati. Questo implica una gestione attenta dei tempi, dei costi e delle strategie difensive su due fronti processuali distinti.

Il giudice che ha emesso un decreto ingiuntivo è sempre competente a decidere sulla relativa opposizione?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il giudizio di opposizione è caratterizzato dalla competenza funzionale e inderogabile dello stesso ufficio giudiziario che ha emesso il decreto. Questa competenza non può essere modificata.

Cosa succede se, nell’atto di opposizione, viene presentata una domanda riconvenzionale di competenza di un altro tribunale?
Il giudice dell’opposizione è tenuto a separare le due cause. Tratterrà la causa relativa all’opposizione e rimetterà la domanda riconvenzionale al tribunale competente per materia o territorio.

La connessione tra la causa di opposizione e la domanda riconvenzionale può portare a un unico processo davanti al giudice della riconvenzionale?
No. La Corte ha stabilito che la competenza funzionale del giudice dell’opposizione è ‘immodificabile anche per ragioni di connessione’. Pertanto, il principio della connessione non può derogare a questa regola speciale di competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati