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Competenza demanio idrico: quando decide il TRAP

Un cittadino ha contestato i confini della sua proprietà con un’area lacustre demaniale, ritenendo che fossero chiaramente definiti da atti storici. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che la controversia sulla reale estensione del demanio idrico, data la presenza di atti amministrativi contrastanti, richiede una valutazione che potrebbe necessitare di indagini tecniche. Di conseguenza, ha confermato la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, in quanto giudice specializzato in materia.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Demanio Idrico: La Cassazione sul Giudice per i Confini Incerti

Determinare il confine esatto tra una proprietà privata e il demanio pubblico, specialmente quando si tratta di laghi o fiumi, può generare complessi contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale per orientarsi in queste dispute: la chiave per individuare il giudice competente risiede nella natura della controversia. L’ordinanza in esame chiarisce quando la competenza sul demanio idrico spetta al giudice ordinario e quando, invece, è riservata al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche (TRAP).

I Fatti di Causa

Un proprietario di un terreno confinante con un lago si è rivolto al Tribunale per accertare che un’area, per la quale il Comune gli richiedeva il pagamento di canoni di occupazione, fosse in realtà di sua proprietà e non parte del demanio. A sostegno della sua tesi, il proprietario ha prodotto una serie di atti pubblici risalenti nel tempo (decreti ministeriali, rilievi e atti di concessione) che, a suo dire, definivano in modo inequivocabile il confine tra la sua proprietà e la spiaggia demaniale.

Di contro, sia il Comune che l’Agenzia del Demanio sostenevano che l’area fosse pubblica, basandosi su una più recente delimitazione amministrativa della spiaggia. Hanno quindi eccepito il difetto di competenza del Tribunale ordinario, chiedendo che la causa fosse rimessa al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, l’organo specializzato per le controversie relative ai limiti di corsi e bacini d’acqua.

Il Tribunale di Como ha accolto l’eccezione, dichiarando la propria incompetenza. Il proprietario ha quindi proposto ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione sulla Competenza del Demanio Idrico

Il cuore della disputa non era, in questa fase, stabilire chi avesse ragione nel merito, ma identificare quale giudice avesse il potere di deciderlo. Il ricorrente sosteneva che il caso non richiedesse alcuna indagine tecnica di ingegneria idraulica, trattandosi di una mera questione di interpretazione di atti pubblici che già definivano il confine. Pertanto, la competenza doveva rimanere al giudice ordinario.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere se la controversia rientrasse tra quelle di competenza ordinaria o se la natura della contestazione, incentrata sulla reale estensione dell’alveo lacuale, richiamasse la competenza specializzata del TRAP, come previsto dall’art. 140, lett. b), del R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, confermando la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche. I giudici hanno chiarito che il criterio distintivo per il riparto di competenza è la necessità, o meno, di eseguire indagini tecniche per stabilire se un’area rientri nel demanio idrico.

Nel caso specifico, la stessa esistenza di atti pubblici contrastanti — quelli storici prodotti dal ricorrente e quelli più recenti invocati dalle amministrazioni — creava un’incertezza oggettiva sull’esatta estensione dell’alveo del lago. Questa incertezza rende non escludibile a priori la necessità di ricorrere ad accertamenti tecnici, propri della competenza di un ingegnere idraulico, per individuare il limite corretto.

La Corte ha specificato che la competenza del TRAP sussiste ogni qualvolta vi sia una controversia sull’appartenenza di un terreno all’alveo di un lago o di un fiume, anche se la questione viene sollevata in via incidentale. La presenza di un muro fisico, che di fatto separa la spiaggia dalla restante porzione di suolo, non è di per sé decisiva se è proprio l’appartenenza di quella porzione al demanio a essere contestata. La controversia, quindi, non si riduce a una semplice questione di diritto, ma implica una valutazione sulla natura e l’estensione fisica del bene pubblico.

Le conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: ogni volta che la definizione dei confini con il demanio idrico è oggetto di una reale contestazione che non può essere risolta sulla base di prove documentali incontrastate, la competenza a decidere spetta al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche. La semplice affermazione di una parte che non siano necessarie indagini tecniche non è sufficiente a radicare la competenza del giudice ordinario. È la natura stessa della controversia, che mette in discussione i limiti fisici di un bene pubblico come un lago, a imporre il ricorso al giudice specializzato, il quale possiede gli strumenti e le competenze specifiche per dirimere questioni di carattere eminentemente tecnico.

A quale giudice spetta decidere una controversia sui confini tra una proprietà privata e un’area demaniale lacustre?
Spetta al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche ogni volta che la determinazione del confine non sia pacifica e si renda necessario accertare l’effettiva estensione dell’alveo del lago, potendo richiedere indagini di natura tecnica.

La presenza di un muro di confine è sufficiente per escludere la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche?
No. Secondo la Corte, anche in presenza di un muro spondale, se vi è controversia sull’appartenenza della porzione di suolo al demanio idrico, la competenza rimane del Tribunale specializzato, poiché la questione riguarda la natura e l’estensione del bene pubblico.

Cosa succede se esistono atti pubblici diversi e contrastanti che definiscono il confine del demanio idrico?
La presenza di atti promananti da diversi organi della Pubblica Amministrazione che contengono determinazioni differenti sull’estensione dell’alveo del lago genera un’incertezza che giustifica la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, in quanto rende non escludibile a priori la necessità di accertamenti tecnici per risolvere la controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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