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Competenza acque meteoriche: decide il giudice ordinario

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13899/2024, ha risolto un conflitto di competenza tra diversi organi giudiziari. La controversia riguardava il pagamento di un canone richiesto da un Consorzio di Bonifica a un Comune per lo scarico di acque meteoriche e depurate. Dopo un rimpallo tra Commissione Tributaria, Tribunale ordinario e Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, la Suprema Corte ha stabilito la competenza del Tribunale ordinario. La decisione si fonda sulla distinzione tra acque pubbliche e non: la competenza acque meteoriche e dei liquami di fogna, non essendo suscettibili di utilizzazione per un pubblico interesse, spetta al giudice ordinario e non a quello specializzato.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Acque Meteoriche: la Cassazione fa chiarezza

La recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione procedurale di grande rilevanza pratica: la determinazione della competenza acque meteoriche. Quando un Comune e un Consorzio di Bonifica litigano sui canoni per lo scarico di acque piovane e depurate, a quale giudice devono rivolgersi? La Suprema Corte ha chiarito che la giurisdizione spetta al giudice ordinario, escludendo sia le Commissioni Tributarie sia i Tribunali specializzati per le Acque Pubbliche. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I fatti del caso: un canone conteso

La vicenda nasce dalla richiesta di pagamento avanzata da un Consorzio di Bonifica nei confronti di un Comune. L’oggetto del contendere era un “contributo di scarico in canali consortili di acque meteoriche” per l’anno 2020. In sostanza, il Consorzio chiedeva un corrispettivo per aver consentito al Comune di sversare nei propri canali le acque piovane e le acque depurate provenienti dagli insediamenti del territorio comunale.

Il Comune, ritenendo illegittima la richiesta, ha dato il via a un complesso iter giudiziario che ha visto il coinvolgimento di ben tre diverse autorità giudiziarie, ognuna delle quali ha declinato la propria competenza, creando una situazione di stallo.

Il conflitto di competenza e il ruolo della Cassazione

Il percorso giudiziario è stato emblematico delle incertezze normative in materia.

1. Commissione Tributaria Provinciale: Inizialmente adita dal Comune, ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, qualificando il contributo come un canone di natura negoziale e non un tributo, e rimettendo la causa al giudice ordinario.
2. Tribunale Ordinario: Successivamente, il Tribunale ordinario ha a sua volta declinato la propria competenza, indicando come competente il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, senza però fornire una specifica motivazione.
3. Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche: Quest’ultimo, investito della causa, ha ritenuto di dover sollevare d’ufficio un regolamento di competenza davanti alla Corte di Cassazione, affinché fosse quest’ultima a stabilire in via definitiva il giudice competente.

Questo “ping-pong” processuale ha reso necessario l’intervento della Suprema Corte per fare chiarezza.

Le motivazioni: la distinzione tra acque pubbliche e non pubbliche

Il cuore del ragionamento della Corte di Cassazione risiede nella definizione di “acque pubbliche”. La competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche è infatti limitata alle controversie che riguardano “qualunque diritto relativo alle derivazioni ed utilizzazioni di acqua pubblica”.

La Corte ha stabilito che le acque meteoriche e i liquami di fogna, anche se depurati, non rientrano in questa categoria. La legge (R.D. n. 1775/1933) definisce come pubbliche solo le acque sorgenti, fluenti o lacuali che sono idonee a soddisfare un interesse pubblico e generale, come l’irrigazione, la produzione di energia elettrica, la bonifica o la pesca.

Le acque di cui si discuteva nel caso di specie, invece, sono destinate al mero smaltimento e non a un’utilizzazione pubblica. Pertanto, non possono essere considerate “pubbliche”. Di conseguenza, la controversia relativa al canone per il loro sversamento non rientra nella sfera di competenza del tribunale specializzato.

Le conclusioni: la competenza spetta al Tribunale Ordinario

Sulla base di queste motivazioni, la Corte di Cassazione ha accolto l’istanza e dichiarato la competenza del Tribunale ordinario di Santa Maria Capua Vetere a decidere nel merito della controversia. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: chiarisce definitivamente che tutte le liti aventi ad oggetto canoni o contributi per lo sversamento di acque non pubbliche (come piovane e di scarico) in canali di bonifica devono essere portate davanti al giudice civile ordinario. Si pone così fine all’incertezza che spesso ha causato ritardi e complicazioni procedurali per enti locali e consorzi, fornendo un criterio chiaro per il futuro.

A quale giudice spetta la competenza per le controversie sui canoni di scarico di acque meteoriche?
La competenza spetta al Tribunale ordinario. La Corte di Cassazione ha chiarito che queste controversie non rientrano né nella giurisdizione delle Commissioni Tributarie né in quella dei Tribunali Regionali delle Acque Pubbliche.

Perché il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche non è competente in questi casi?
Perché la sua competenza è limitata alle controversie relative alle “acque pubbliche”. Le acque meteoriche e i liquami di fogna, essendo destinati al mero smaltimento e non a un utilizzo di pubblico interesse (come l’irrigazione o la produzione di energia), non sono considerate acque pubbliche ai sensi della legge.

Le acque piovane e di fognatura sono considerate “acque pubbliche”?
No. Secondo la costante giurisprudenza richiamata nell’ordinanza, le acque piovane e i liquami convogliati nelle fognature, destinati al mero smaltimento, non sono annoverabili tra le acque pubbliche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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