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Compenso sindaco: negato per inerzia continuata

Un ex membro del collegio sindacale ha richiesto il pagamento dei suoi compensi nell’ambito del fallimento di una società. La curatela si è opposta, eccependo l’inadempimento dei suoi doveri di vigilanza. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che il compenso sindaco può essere legittimamente negato se l’inerzia colpevole del professionista, come l’omessa vigilanza sulla riscossione di un credito essenziale per la società, si protrae nell’annualità per la quale si richiede il pagamento, configurando un inadempimento continuato.

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Compenso Sindaco: Quando l’Inerzia Annulla il Diritto alla Retribuzione

Il diritto al compenso sindaco è strettamente legato al corretto adempimento dei doveri di vigilanza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’inerzia prolungata e colpevole del collegio sindacale di fronte a gravi irregolarità gestionali degli amministratori può giustificare il mancato pagamento del compenso, anche se l’irregolarità è sorta in esercizi precedenti. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: la Richiesta del Professionista e l’Opposizione della Curatela

Un professionista, ex membro del collegio sindacale di una società poi fallita, chiedeva di essere ammesso al passivo fallimentare per i suoi compensi maturati dal 2007 al 2015. La curatela fallimentare si opponeva, sollevando un’eccezione di inadempimento. Secondo la curatela, il collegio sindacale era rimasto inerte di fronte alla mancata riscossione da parte degli amministratori di un ingente credito, derivante da canoni di locazione non pagati da una società correlata. Tale credito rappresentava l’unica fonte di reddito per l’azienda.

Il Giudice Delegato, in prima battuta, escludeva il credito del professionista dal passivo, accogliendo l’eccezione della curatela.

La Decisione del Tribunale

Il professionista presentava opposizione, ma il Tribunale la respingeva. I giudici di merito, pur riconoscendo la prescrizione per i compensi antecedenti all’esercizio 2014, confermavano il mancato diritto alla retribuzione per quell’annualità. Il Tribunale evidenziava come l’inerzia degli amministratori e, di conseguenza, l’omessa vigilanza dei sindaci, si fosse protratta nel tempo. Questa prolungata omissione, di fronte a una situazione economico-finanziaria critica e a continue sollecitazioni, costituiva una grave irregolarità che avrebbe dovuto spingere il collegio sindacale ad attivare gli strumenti legali a sua disposizione, come la denuncia al Tribunale ai sensi dell’art. 2409 c.c. La mancata attivazione di tali poteri integrava un grave inadempimento che giustificava il rifiuto del compenso.

Il Ricorso in Cassazione e il mancato compenso sindaco

Il sindaco ricorreva in Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali.

Primo Motivo: Presunta Contraddittorietà della Motivazione

Il ricorrente sosteneva che la decisione del Tribunale fosse contraddittoria. Da un lato, il Tribunale affermava che l’inadempimento dei sindaci dovesse essere valutato anno per anno, escludendo gli inadempimenti avvenuti fino al 2013 perché prescritti. Dall’altro, però, negava il compenso per il 2014 proprio a causa di un inadempimento (la mancata riscossione del credito) sorto negli anni precedenti.

Secondo Motivo: Violazione di Legge sulla Valutazione dell’Inadempimento

Con il secondo motivo, il professionista denunciava la violazione degli articoli 1460 e 2403 c.c., ribadendo che il Tribunale avesse erroneamente negato il compenso per il 2014 sulla base di inadempimenti verificatisi in esercizi precedenti.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, ritenendoli infondati. I giudici hanno chiarito che non vi è alcuna contraddizione nella decisione del Tribunale. Sebbene il diritto al compenso e il relativo adempimento debbano essere valutati per singola annualità, la condotta omissiva contestata ai sindaci non si era esaurita con la mera insorgenza del credito non riscosso. Al contrario, l’inerzia degli amministratori e la conseguente mancata vigilanza dei sindaci si erano protratte nel tempo, assumendo i connotati di una condotta omissiva continuativa che persisteva anche nell’annualità del 2014, l’unica non prescritta e oggetto di giudizio. La Corte ha richiamato un suo precedente (Cass. n. 3922/2024), sottolineando che gli effetti pregiudizievoli di una mala gestio possono prolungarsi negli esercizi successivi, imponendo agli organi di controllo un’azione di contrasto. La mancata adozione di tale azione anche nell’esercizio 2014 ha costituito un inadempimento attuale e sufficiente a giustificare il rigetto della pretesa economica del sindaco.

Le Conclusioni

La decisione in esame offre un importante monito per i componenti degli organi di controllo societario. Il diritto al compenso non è automatico, ma è la contropartita di un’attività di vigilanza diligente e attiva. Un inadempimento non è un evento isolato, ma può configurarsi come una condotta omissiva che si protrae nel tempo. Se il collegio sindacale non si attiva per contrastare le irregolarità gestionali, anche se iniziate in passato, la sua inerzia nell’annualità corrente costituisce un inadempimento che può legittimamente portare alla perdita del diritto al compenso per quel periodo.

È possibile negare il compenso a un sindaco se il suo inadempimento si riferisce a fatti iniziati in anni precedenti e prescritti?
Sì. La Corte ha chiarito che, sebbene la valutazione dell’adempimento vada fatta anno per anno, una condotta omissiva (come la mancata vigilanza sulla riscossione di un credito) che si protrae nel tempo costituisce un inadempimento continuato. Se tale inerzia persiste nell’annualità non prescritta per cui si chiede il compenso, può giustificarne il diniego.

Quale tipo di comportamento omissivo di un sindaco può giustificare il mancato pagamento del suo compenso?
La mancata attivazione degli strumenti di controllo previsti dalla legge (come la convocazione dell’assemblea ex art. 2406 c.c. o la denuncia al tribunale ex art. 2409 c.c.) di fronte a gravi e persistenti irregolarità degli amministratori, quali l’omessa riscossione di crediti vitali per la società, integra un inadempimento grave che giustifica l’accoglimento dell’eccezione di inadempimento e il conseguente rifiuto del compenso.

L’inadempimento del sindaco deve essere valutato anno per anno?
Sì, il principio generale è che l’adempimento della prestazione del sindaco e il relativo diritto al compenso vanno considerati per singola annualità. Tuttavia, ciò non impedisce di considerare una condotta omissiva come ‘continuativa’ se gli effetti della mala gestio e l’inerzia del sindaco si protraggono anche nell’annualità oggetto della richiesta di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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