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Compenso professionale avvocato: la fase istruttoria

La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso professionale di un avvocato, anche se d’ufficio, deve sempre includere la fase istruttoria se l’attività è stata svolta, come la partecipazione all’udienza di convalida dell’arresto. La Suprema Corte ha chiarito che i protocolli locali non possono derogare ai minimi tariffari previsti dalla normativa nazionale, annullando la decisione di un Tribunale che aveva escluso tale fase basandosi su un accordo locale e ritenendo l’attività del difensore non sufficientemente complessa.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso professionale avvocato: la fase istruttoria è sempre dovuta

Il corretto calcolo del compenso professionale avvocato è una questione cruciale che tocca il decoro e la giusta retribuzione della professione forense. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: i protocolli locali non possono prevalere sulle normative nazionali in materia di tariffe minime, specialmente quando si tratta di riconoscere fasi processuali essenziali come quella istruttoria. La Suprema Corte ha chiarito che la partecipazione del difensore all’udienza di convalida dell’arresto e al contestuale interrogatorio dell’imputato rientra a pieno titolo in tale fase e deve essere adeguatamente compensata.

I Fatti di Causa

Un avvocato, nominato difensore d’ufficio in un procedimento penale, si opponeva a un decreto di liquidazione che gli riconosceva un compenso di soli 330,00 euro. Il legale lamentava la mancata considerazione della fase istruttoria e chiedeva la rideterminazione del proprio onorario, oltre al rimborso delle spese per il recupero del credito. Il Tribunale di merito accoglieva solo parzialmente la richiesta, liquidando le spese ma confermando l’esclusione della fase istruttoria dal calcolo del compenso.

La decisione del Tribunale si basava su due argomenti principali:
1. L’applicazione di un protocollo locale che, per i processi per direttissima, non prevedeva la fase istruttoria.
2. La valutazione che l’attività del difensore, limitata alla partecipazione a una singola udienza di convalida, non costituisse un concreto sforzo istruttorio volto alla ricerca di prove.

Contro questa sentenza, l’avvocato ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione delle norme sui parametri forensi e l’errata interpretazione della natura dell’attività svolta.

La Decisione della Corte e il Compenso Professionale Avvocato

La Corte di Cassazione ha accolto integralmente il ricorso dell’avvocato, cassando la sentenza del Tribunale e decidendo direttamente nel merito. La Suprema Corte ha stabilito che la liquidazione del compenso era errata e ha rideterminato l’importo dovuto, includendo la fase istruttoria e riconoscendo anche le spese legali per i giudizi di opposizione e di cassazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su due pilastri argomentativi chiari e inequivocabili, offrendo importanti chiarimenti sul calcolo del compenso professionale avvocato.

### L’inefficacia dei protocolli locali sui minimi tariffari

In primo luogo, la Cassazione ha ribadito un principio già consolidato: i protocolli d’intesa tra uffici giudiziari e ordini professionali, pur essendo utili strumenti di autoregolamentazione, hanno natura meramente persuasiva e non possono mai avere carattere vincolante al punto da derogare alle disposizioni normative. La determinazione dei compensi professionali è stabilita per legge (nel caso di specie, il D.M. n. 55/2014) e i protocolli non possono incidere sui minimi tariffari previsti, che rappresentano una garanzia per il decoro della professione.

### La partecipazione all’interrogatorio è fase istruttoria

In secondo luogo, e in modo ancora più dirimente, la Corte ha smontato la tesi del Tribunale secondo cui l’attività del difensore sarebbe stata priva di valenza istruttoria. Al contrario, i giudici di legittimità hanno affermato che la partecipazione all’udienza di convalida dell’arresto e all’interrogatorio di garanzia dell’imputato è un’attività intrinsecamente funzionale alla formazione della prova. Si tratta di un momento cruciale del procedimento in cui si acquisiscono elementi fondamentali per la difesa. L’art. 12, comma 3, lett. c) del D.M. n. 55/2014 definisce la fase istruttoria in modo ampio, includendo qualsiasi partecipazione ad atti e attività, anche preliminari, che siano funzionali alla ricerca e alla formazione della prova. L’interrogatorio rientra a pieno titolo in questa categoria, rendendo la sua esclusione dal compenso illegittima.

Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un importante presidio a tutela della dignità professionale degli avvocati. Le conclusioni che se ne possono trarre sono nette:
1. Il compenso professionale avvocato deve essere liquidato in stretta aderenza ai parametri ministeriali, i quali non possono essere derogati da prassi o protocolli locali.
2. La fase istruttoria, con il relativo compenso, è sempre dovuta quando il difensore partecipa ad attività funzionali alla raccolta di prove, come l’interrogatorio dell’imputato, indipendentemente dalla complessità o dalla durata del procedimento.
3. La liquidazione di un importo ‘simbolico’, che non tiene conto di intere fasi processuali svolte, è lesiva del decoro della professione e contraria alla legge.

Un protocollo locale può limitare il compenso di un avvocato escludendo una fase processuale prevista dalla legge?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che i protocolli locali hanno solo efficacia persuasiva e non possono prevalere sulle disposizioni normative nazionali che fissano i compensi professionali minimi. La determinazione legislativa dei compensi non può essere derogata da accordi locali.

La partecipazione di un avvocato all’udienza di convalida dell’arresto e all’interrogatorio dell’imputato rientra nella fase istruttoria?
Sì. Secondo la Corte, queste attività sono pienamente funzionali alla ricerca e alla formazione della prova. Pertanto, rientrano a pieno titolo nella fase istruttoria o dibattimentale e devono essere compensate come tali, secondo i parametri forensi.

È legittimo liquidare un compenso che il difensore ritiene ‘praticamente simbolico’ perché non riconosce un’attività effettivamente svolta?
No. La Corte ha ritenuto che l’interpretazione restrittiva del Tribunale, che aveva escluso la fase istruttoria, fosse lesiva del decoro della professione. Il compenso deve riflettere adeguatamente tutta l’attività difensiva prestata, come previsto dai parametri normativi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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