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Compenso fase istruttoria: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un avvocato ammesso al gratuito patrocinio, stabilendo un principio fondamentale sulla liquidazione delle spese legali. La Corte ha chiarito che il compenso per la fase istruttoria è sempre dovuto, in quanto parte integrante e inscindibile della ‘fase di trattazione’ prevista dai parametri forensi. La precedente decisione della Corte d’Appello, che aveva omesso di liquidare tale fase, è stata cassata con rinvio per una nuova e corretta determinazione del compenso.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Fase Istruttoria: La Cassazione Chiarisce la Liquidazione

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sul compenso fase istruttoria dovuto all’avvocato, specialmente nell’ambito del gratuito patrocinio. La Corte di Cassazione ha ribadito che la fase di trattazione e quella istruttoria costituiscono un’entità unica ai fini della liquidazione, e omettere la remunerazione per quest’ultima costituisce un errore di diritto.

I Fatti di Causa

Un avvocato, ammesso al patrocinio a spese dello Stato, si opponeva a un decreto di liquidazione dei propri compensi emesso dalla Corte d’Appello. Quest’ultima accoglieva solo in parte l’opposizione, liquidando un importo che il professionista riteneva ancora inadeguato. In particolare, il legale contestava la mancata valorizzazione di tutte le attività svolte. Di conseguenza, proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a tre distinti motivi per contestare la decisione dei giudici d’appello.

Analisi dei Motivi di Ricorso

Il ricorrente lamentava principalmente tre vizi della sentenza impugnata:
1. Violazione dei parametri forensi: Si sosteneva che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente considerato la complessità e l’importanza dell’attività difensiva svolta.
2. Motivazione apparente: Si deduceva la nullità della sentenza per una motivazione perplessa e in violazione del minimo costituzionale, specialmente nella determinazione di un compenso solo lievemente superiore ai minimi tabellari.
3. Mancata liquidazione della fase istruttoria: Questo è il motivo che si è rivelato decisivo. Il ricorrente evidenziava come la Corte d’Appello avesse completamente omesso di liquidare il compenso per la fase di trattazione-istruttoria.

La Decisione sul compenso fase istruttoria

La Corte di Cassazione ha rigettato i primi due motivi. Ha chiarito che la valutazione della complessità della causa rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non può essere oggetto di revisione in sede di legittimità. Allo stesso modo, ha ritenuto che la motivazione fornita dalla Corte d’Appello, sebbene sintetica, superasse ampiamente la soglia del ‘minimo costituzionale’, non risultando né mancante né meramente apparente.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della decisione risiede nell’accoglimento del terzo motivo. La Suprema Corte ha affermato un principio ormai consolidato: ai fini della liquidazione del compenso, la fase di trattazione e quella istruttoria non sono scindibili. Il decreto ministeriale n. 55 del 2014, che stabilisce i parametri per i compensi professionali, prevede un compenso unitario per la ‘fase di trattazione’, la quale per sua natura include anche l’eventuale attività istruttoria.

La Corte d’Appello aveva liquidato le fasi di studio, introduttiva e decisionale, ma aveva omesso qualsiasi riferimento alla fase di trattazione-istruttoria. Questa omissione, secondo la Cassazione, costituisce una violazione di legge. Il compenso per questa fase deve essere sempre riconosciuto, a prescindere dal concreto svolgimento di specifiche attività probatorie, poiché remunera la gestione del processo in quella sua specifica parte. La sentenza impugnata è stata quindi cassata su questo punto, e la causa è stata rinviata alla Corte d’Appello di Bologna, in diversa composizione, per una nuova liquidazione che includa anche il compenso fase istruttoria.

Conclusioni

Questa pronuncia rafforza la tutela del lavoro dell’avvocato, garantendo che ogni fase del processo riceva il giusto riconoscimento economico. Si ribadisce che il compenso per la fase istruttoria non è un’eventualità legata allo svolgimento di prove specifiche, ma una componente strutturale della fase di trattazione, che deve essere sempre liquidata. La decisione rappresenta un importante punto di riferimento per i professionisti, soprattutto per coloro che operano nell’ambito del gratuito patrocinio, assicurando che la riduzione prevista dalla legge non si traduca in una ingiustificata omissione di intere fasi processuali.

È sempre dovuto il compenso per la fase istruttoria in un giudizio civile?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il compenso per la fase di trattazione è unitario e comprende anche quella istruttoria. Pertanto, deve essere sempre liquidato, a prescindere dal suo concreto svolgimento.

Cosa succede se un giudice non liquida il compenso per la fase istruttoria?
La decisione è viziata da violazione di legge e può essere impugnata. Come nel caso di specie, la Corte di Cassazione può cassare la sentenza e rinviare la causa al giudice precedente per una nuova liquidazione corretta.

I criteri di liquidazione delle spese legali valgono anche per il gratuito patrocinio?
Sì, i parametri ministeriali (come il D.M. 55/2014) costituiscono la base per la liquidazione anche nel gratuito patrocinio, sebbene la legge preveda specifiche riduzioni sull’importo finale (come stabilito dall’art. 106 bis D.P.R. n. 115/2002).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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