LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compenso del mandatario: quando è dovuto?

La Corte di Cassazione chiarisce che il compenso del mandatario non è dovuto se il contratto lo vincola espressamente al conseguimento di un risultato che, invece, viene raggiunto direttamente dal mandante. Anche se il mandatario ha svolto attività preparatoria, la specifica clausola contrattuale prevale, escludendo il diritto alla provvigione qualora il successo dell’operazione non sia direttamente imputabile al suo operato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso del Mandatario e Clausola di Risultato: La Cassazione Chiarisce

Il contratto di mandato è uno strumento fondamentale nelle relazioni commerciali e professionali, ma le sue clausole possono generare complesse controversie. Una questione ricorrente riguarda il compenso del mandatario, specialmente quando è legato al raggiungimento di un risultato. Cosa accade se il cliente (mandante), insoddisfatto dell’operato dell’agente (mandatario), decide di concludere personalmente la trattativa? Il mandatario ha comunque diritto a una provvigione per il lavoro svolto? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione rigorosa, sottolineando l’importanza decisiva della formulazione letterale del contratto.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un contratto di mandato con rappresentanza stipulato tra un privato e una società specializzata nella gestione di sinistri. L’obiettivo era ottenere un risarcimento danni. Il contratto prevedeva, all’articolo 11, che alla società sarebbe spettato un compenso del 10% solo se avesse ottenuto un risarcimento in nome e per conto del suo cliente.

Durante le trattative, il cliente ha ritenuto che le richieste della società fossero eccessive e che stessero ostacolando un accordo. Di conseguenza, ha ripreso in mano la negoziazione, concludendo personalmente una transazione con la controparte. Successivamente, si è rifiutato di pagare il compenso alla società, sostenendo che, secondo il contratto, il diritto alla provvigione nasceva solo se il risultato fosse stato raggiunto direttamente dall’operato della mandataria.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla società, riconoscendole il compenso sulla base dell’attività preparatoria svolta. La Corte d’Appello, tuttavia, ha ribaltato la decisione, interpretando il contratto in modo letterale: il compenso era dovuto solo se la mandataria avesse concluso le trattative e ottenuto il risarcimento. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e il Compenso del Mandatario

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la sentenza d’appello. Il principio cardine affermato dai giudici è che, nell’interpretazione del contratto, il tenore letterale delle clausole è sovrano, soprattutto quando è chiaro e inequivocabile.

Il contratto legava il compenso del mandatario non a un generico contributo causale, ma a un evento specifico: l’ottenimento del risarcimento da parte della mandataria. Poiché questo evento non si è verificato, dato che il mandante ha concluso l’accordo autonomamente, il diritto al compenso non è mai sorto.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni della società ricorrente.

In primo luogo, ha respinto l’idea che l’attività preparatoria fosse di per sé sufficiente a giustificare la provvigione. Sebbene la società avesse avviato le trattative, il contratto non prevedeva un compenso per questa fase. La clausola era strutturata come una condizione: “se ottieni il risultato, hai diritto al compenso”. L’espressione “nel caso in cui” non era un semplice esempio, ma una vera e propria condizione sospensiva del diritto al pagamento.

In secondo luogo, la Corte ha chiarito il ruolo della clausola di esclusiva. Tale clausola obbligava il mandante a non affidare lo stesso incarico ad altri professionisti, ma non gli impediva di agire personalmente. Non attribuiva, quindi, un diritto automatico al compenso in caso di mancato risultato da parte del mandatario.

Infine, è stato affrontato il tema della presunzione di onerosità del mandato (art. 1709 c.c.). La Corte ha specificato che il contratto in esame era effettivamente oneroso, ma il corrispettivo era condizionato. Affermare che il compenso non è dovuto perché la condizione non si è avverata non significa trasformare il contratto in gratuito, ma semplicemente applicare le regole pattuite dalle parti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per professionisti e clienti. La chiarezza e la precisione nella redazione delle clausole contrattuali sono essenziali per evitare future controversie.

Per i mandatari, è cruciale definire se il compenso sia legato al mero svolgimento di un’attività o al raggiungimento di un risultato specifico. Se si opta per la seconda formula, bisogna essere consapevoli che il diritto al pagamento è subordinato al verificarsi di quella precisa condizione.

Per i mandanti, la decisione riafferma la loro facoltà di agire personalmente per la tutela dei propri interessi, a patto che il contratto non lo vieti esplicitamente. Resta fermo che la risoluzione del contratto o l’interruzione della trattativa da parte del mandante in modo pretestuoso o contrario a buona fede potrebbe comunque generare altre forme di responsabilità, ma non fa sorgere automaticamente il diritto al compenso pattuito per il risultato non raggiunto.

Se il contratto lega il compenso del mandatario al raggiungimento di un risultato, spetta comunque un pagamento per l’attività preparatoria svolta se il risultato è raggiunto dal mandante?
No, la Corte ha stabilito che se il contratto condiziona il compenso al risultato ottenuto dal mandatario, nessuna somma è dovuta per la sola attività propedeutica se il risultato finale è conseguito direttamente dal mandante.

Una clausola di esclusiva impedisce al mandante di concludere personalmente la trattativa?
No, la clausola di esclusiva obbliga il mandante a non affidare l’incarico ad altri soggetti, ma non gli impedisce di agire personalmente e non garantisce di per sé il diritto al compenso del mandatario se questo non ottiene il risultato pattuito.

Il mandato si presume sempre oneroso?
Sì, il mandato si presume oneroso (art. 1709 c.c.), ma le parti possono condizionare il pagamento del corrispettivo al verificarsi di specifici eventi, come il raggiungimento di un risultato. Se la condizione non si avvera, il compenso, pur previsto, non è dovuto, senza che ciò trasformi il contratto in gratuito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati