LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compenso custode giudiziario: parti necessarie

Una società ha contestato l’importo liquidato a titolo di compenso custode giudiziario. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione del tribunale, rilevando un vizio procedurale fondamentale: la mancata partecipazione al giudizio di tutte le parti necessarie. Secondo la Corte, nel procedimento di opposizione devono essere coinvolti non solo il custode e il Ministero della Giustizia, ma anche il Pubblico Ministero e la persona soggetta al sequestro penale. L’assenza di queste figure viola il principio del contraddittorio e rende nulla la decisione. Il caso è stato rinviato a un nuovo giudice per un nuovo esame nel rispetto di tale principio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Custode Giudiziario: Chi Deve Partecipare al Processo? La Cassazione Fa Chiarezza

Quando si parla di compenso custode giudiziario, la determinazione dell’importo corretto è solo una parte della questione. Un aspetto altrettanto cruciale, e spesso sottovalutato, riguarda l’identificazione di tutti i soggetti che devono necessariamente partecipare al relativo giudizio di opposizione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia: la necessità di un contraddittorio integro, pena la nullità dell’intero procedimento. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche di tale principio.

I Fatti del Caso: Dalla Custodia all’Opposizione

La vicenda ha origine da un procedimento penale in cui una società era stata nominata custode di alcuni beni sequestrati, nello specifico 78 bombole di gas e un’elettropompa. Al termine di un lungo periodo di custodia, il Giudice per le Indagini Preliminari liquidava in favore della società un compenso di circa 6.600 euro.

Ritenendo l’importo inadeguato, la società proponeva opposizione al Tribunale. Quest’ultimo, in parziale accoglimento delle richieste, rideterminava il compenso in circa 13.000 euro, ma compensava le spese processuali. Insoddisfatta anche di questa decisione, la società si rivolgeva alla Corte di Cassazione, lamentando un vizio procedurale ben preciso: la mancata partecipazione al giudizio di opposizione di una figura chiave.

La Questione Giuridica: Il Principio del Contraddittorio e il Compenso del Custode Giudiziario

Il motivo principale del ricorso in Cassazione si fondava sulla violazione dell’articolo 102 del codice di procedura civile, che disciplina il litisconsorzio necessario. La società ricorrente sosteneva che il Tribunale avrebbe dovuto ordinare la chiamata in causa dell’imputato del procedimento penale originario, ovvero il soggetto a cui i beni erano stati sequestrati.

Sebbene lo Stato anticipi il compenso custode giudiziario, l’onere finale ricade sull’imputato in caso di condanna o in altre specifiche circostanze. Di conseguenza, quest’ultimo ha un interesse diretto e concreto a partecipare al giudizio in cui si decide l’ammontare di tale compenso, potendo contestarne la congruità. La sua esclusione dal processo, secondo la tesi difensiva, avrebbe leso il suo diritto di difesa e violato il principio del contraddittorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi della società ricorrente, affermando che il primo motivo di ricorso era fondato. Gli Ermellini hanno richiamato la loro costante giurisprudenza, secondo cui nel giudizio di opposizione al decreto di liquidazione del compenso al custode di beni sequestrati in ambito penale, sono contraddittori necessari non solo il beneficiario (il custode) e il Ministero della Giustizia (che paga), ma tutte le parti processuali del procedimento originario.

Di conseguenza, devono obbligatoriamente partecipare al giudizio:
1. Il custode, beneficiario del compenso.
2. Il Ministero della Giustizia, in quanto soggetto tenuto all’anticipazione della spesa.
3. Il Pubblico Ministero.
4. I soggetti a carico dei quali la legge pone l’obbligo di corrispondere il compenso, ovvero l’imputato del procedimento penale.

La Corte ha rilevato che nel caso di specie erano stati esclusi sia il Pubblico Ministero sia, soprattutto, l’imputato. Questa omissione ha determinato un vizio insanabile del contraddittorio, comportando la nullità dell’ordinanza impugnata.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio e Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato l’ordinanza del Tribunale e ha rinviato la causa ad altro giudice dello stesso Tribunale. Il nuovo giudice dovrà, prima di ogni altra cosa, provvedere alla rituale instaurazione del contraddittorio nei confronti di tutte le parti necessarie, includendo quindi il custode, il Ministero, la Procura della Repubblica e l’imputato del procedimento penale. Solo dopo aver garantito la presenza di tutti gli interessati, potrà procedere a una nuova valutazione nel merito.

Questa decisione sottolinea un’importante lezione pratica: nei procedimenti volti a determinare il compenso custode giudiziario, è imperativo per i legali e per i giudici assicurarsi fin da subito che il contraddittorio sia esteso a tutti i litisconsorti necessari. Trascurare questo aspetto procedurale non solo ritarda la definizione della controversia, ma espone la decisione a un’inevitabile declaratoria di nullità, con conseguente spreco di tempo e risorse.

Chi deve partecipare al giudizio di opposizione per la liquidazione del compenso del custode giudiziario in ambito penale?
Secondo la Corte di Cassazione, devono partecipare obbligatoriamente tutte le parti del procedimento penale originario: il custode (beneficiario), il Ministero della Giustizia, il Pubblico Ministero e il soggetto a carico del quale è posto l’obbligo di corrispondere il compenso (l’imputato/indagato).

Cosa succede se una delle parti necessarie non viene chiamata in giudizio?
L’omessa citazione di anche solo uno dei litisconsorti necessari determina un vizio del contraddittorio che comporta la nullità dell’intero procedimento e della decisione finale.

Perché anche l’imputato del procedimento penale è considerato una parte necessaria in questo tipo di giudizio?
L’imputato è una parte necessaria perché, sebbene lo Stato anticipi il pagamento del compenso al custode, esso ha il diritto di rivalersi sull’imputato in caso di condanna o in altre ipotesi previste dalla legge. Pertanto, l’imputato ha un interesse diretto a partecipare al giudizio per poter contestare l’entità del compenso che potrebbe essere chiamato a rimborsare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati