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Compenso curatore eredità giacente: la decisione

Il curatore di un’eredità giacente ha contestato il compenso liquidatogli, ritenendolo inadeguato rispetto alla complessa attività svolta, comprensiva di uno ‘stralcio divisionale’. Il Tribunale ha parzialmente accolto l’opposizione, aumentando il compenso curatore eredità giacente in virtù della particolare attività di gestione patrimoniale, pur rigettando la richiesta per l’intero importo poiché ritenuta eccessiva e non sufficientemente motivata.

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Pubblicato il 13 luglio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Curatore Eredità Giacente: Quando l’Attività Complessa Giustifica un Aumento

La determinazione del compenso per il curatore di un’eredità giacente è un tema che interseca la complessità della gestione patrimoniale con la rigidità dei parametri normativi. Una recente sentenza del Tribunale di Bergamo offre un’importante chiave di lettura su come valutare le attività particolarmente complesse, non espressamente previste dalle tabelle ministeriali, e sulla discrezionalità del giudice nell’adeguare la liquidazione. Questo caso analizza l’opposizione di un curatore che riteneva il suo compenso insufficiente a fronte di un’articolata operazione di ‘stralcio divisionale’.

I Fatti di Causa: la Richiesta del Curatore

Un avvocato, nominato curatore di un’eredità giacente, ha impugnato il decreto di liquidazione del proprio compenso, ritenendo la somma di € 17.706,00 esigua. La sua attività non si era limitata alla gestione ordinaria, ma aveva incluso un’operazione complessa definita ‘stralcio divisionale con assegnazione’. Tale attività era stata essenziale per ricostruire la piena proprietà di alcuni immobili, precedentemente in comproprietà indivisa, semplificando notevolmente la gestione dell’asse ereditario e rendendo possibile la vendita di tre unità immobiliari. A fronte di questa attività, il curatore aveva richiesto una liquidazione finale di € 21.706,00, oltre oneri e accessori di legge.

La Decisione del Tribunale di Bergamo

Il Tribunale di Bergamo, con la sentenza in esame, ha accolto parzialmente l’opposizione del curatore. Ha riformato il decreto di liquidazione iniziale, aumentando il compenso a € 19.146,00, oltre accessori. La decisione ha bilanciato il riconoscimento della complessità dell’attività svolta con una valutazione critica sulla quantificazione della richiesta del professionista. Inoltre, il giudice ha condannato una delle parti resistenti al pagamento delle spese legali in favore del ricorrente, in base al principio di soccombenza, mentre ha disposto la compensazione delle spese nei confronti delle altre parti che non si erano opposte alla richiesta del curatore.

Le Motivazioni: il Calcolo del Compenso del Curatore dell’Eredità Giacente

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 2 del D.M. n. 227/2015, che regola i compensi per i curatori. Il Giudice ha stabilito che l’attività di ‘stralcio divisionale con assegnazione’, pur essendo cruciale, non poteva essere equiparata a una semplice vendita di un immobile, come previsto dai parametri standard del decreto. Questo perché non era possibile determinare un ‘valore di aggiudicazione o assegnazione’ su cui basare il calcolo.

Tuttavia, il Tribunale ha riconosciuto che tale attività, tesa a ‘ricostruire’ la piena proprietà di tre immobili, aveva indubbiamente semplificato l’attività gestoria e reso possibile la chiusura della curatela. Per questo motivo, ha ritenuto corretto applicare il comma 3 dello stesso articolo, che consente un aumento discrezionale del compenso (in questo caso del 12%) per tenere conto della particolare difficoltà e complessità dell’incarico. La richiesta di una somma superiore (€ 21.706,00) è stata invece respinta perché ritenuta incongrua, esorbitante e non giustificata, anche alla luce di una precedente richiesta di importo inferiore (€ 19.210,00) avanzata dallo stesso curatore.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre due importanti indicazioni pratiche per i professionisti che assumono l’incarico di curatore di eredità giacente:
1. Valorizzare l’attività complessa: Le attività che, pur non rientrando nelle categorie standard, aumentano significativamente il valore o semplificano la gestione del patrimonio ereditario possono giustificare una richiesta di aumento del compenso. È fondamentale, però, documentare e motivare dettagliatamente la natura e l’impatto di tali attività.
2. Coerenza nelle richieste: Le richieste di liquidazione devono essere coerenti e ben ponderate sin dall’inizio. Fluttuazioni significative e non motivate tra una richiesta e l’altra possono indebolire la posizione del professionista e portare al rigetto della domanda da parte del giudice.

In sintesi, il provvedimento del Tribunale di Bergamo ribadisce che, sebbene i parametri normativi costituiscano la base di calcolo, la discrezionalità del giudice gioca un ruolo fondamentale nell’adeguare il compenso del curatore dell’eredità giacente alla reale complessità del caso concreto.

Come viene calcolato il compenso per il curatore di un’eredità giacente se svolge attività non previste dalle tabelle standard?
Secondo la sentenza, se un’attività non rientra nelle categorie standard (come la vendita di un immobile), il giudice può utilizzare il suo potere discrezionale, previsto dall’art. 2, comma 3 del D.M. 227/2015, per aumentare il compenso fino al 60% se riconosce la particolare complessità e l’utilità dell’incarico svolto.

Un’attività di gestione patrimoniale complessa, come uno ‘stralcio divisionale’, può giustificare un compenso maggiore per il curatore?
Sì. Il Tribunale ha riconosciuto che l’attività di ‘stralcio divisionale con assegnazione’, avendo semplificato la gestione dell’eredità e reso possibile la sua chiusura, giustificava un aumento del compenso base, applicando un incremento del 12% per la sua particolare natura.

Perché il Tribunale non ha concesso l’intero importo richiesto dal curatore?
Il Tribunale ha respinto la richiesta per l’intero importo (€ 21.706,00) perché l’ha ritenuta incongrua, esorbitante e non sufficientemente motivata. Inoltre, ha rilevato una contraddizione con una precedente richiesta di importo inferiore avanzata dallo stesso curatore, indebolendo la credibilità della quantificazione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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