LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compenso CTU: quando scatta la maggiorazione?

Una professionista ha contestato l’aumento del compenso CTU, ritenendo l’incarico non complesso e la perizia tardiva. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la rideterminazione di onorari su più anni giustifica la maggiorazione per complessità. Ha inoltre chiarito che solo la violazione del termine finale di deposito, e non di quelli intermedi, può causare la riduzione del compenso CTU.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso CTU: Aumento per Complessità e Rispetto dei Termini

La liquidazione del compenso CTU è spesso fonte di dibattito nelle aule di tribunale. Quando un incarico può definirsi di ‘eccezionale complessità’ al punto da giustificare una maggiorazione? E quali sono le conseguenze se il consulente non rispetta le scadenze procedurali? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su questi aspetti, delineando i confini della discrezionalità del giudice e la natura dei termini processuali.

I Fatti del Caso: La Contestazione del Compenso CTU

La vicenda nasce dall’opposizione di una professionista alla liquidazione del compenso spettante a un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU). Il CTU era stato nominato in una causa precedente, avente ad oggetto la contestazione degli onorari richiesti dalla stessa professionista a un suo cliente per consulenze fiscali e tributarie svolte in un arco temporale di quasi dieci anni. Il giudice aveva liquidato al CTU un onorario di 1.800 euro, aumentato per l’eccezionale complessità del compito.

La professionista si opponeva a tale liquidazione per due ragioni principali:
1. Eccessività del compenso: Sosteneva che l’incarico affidato al CTU fosse una mera perizia contabile di semplice calcolo e non presentasse quella ‘evidente complessità’ richiesta dalla legge per giustificare la maggiorazione.
2. Tardività della perizia: Affermava che il CTU avesse depositato l’elaborato in ritardo, il che avrebbe dovuto comportare una decurtazione di un terzo del compenso.

Il Tribunale rigettava l’opposizione, confermando la liquidazione. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Analisi della Corte sul Compenso CTU

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi di ricorso, rigettandoli e offrendo importanti principi di diritto sulla materia.

La Maggiorazione del Compenso CTU per Complessità

Sul primo punto, la Corte ha chiarito che la valutazione sulla complessità dell’incarico rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. In questo caso, il Tribunale aveva correttamente motivato che il lavoro del CTU non si era limitato a verificare la congruità dei compensi, ma aveva richiesto una completa rideterminazione degli onorari per ogni singola prestazione resa negli anni, applicando le diverse tariffe professionali vigenti nel tempo. Questa attività è stata ritenuta intrinsecamente complessa e non un mero calcolo.

La Cassazione ha ribadito che, per ottenere la maggiorazione prevista dall’art. 52 del TUSG, la prestazione deve avere un tasso di importanza e difficoltà superiore a quello già compensato con l’attribuzione degli onorari nella misura massima. La decisione del giudice di merito su questo punto è insindacabile in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o assente.

Il Rispetto dei Termini e la Riduzione del Compenso

Riguardo al secondo motivo, la Corte ha analizzato la natura dei termini previsti dall’art. 195 del codice di procedura civile. La norma stabilisce una serie di scadenze: per la trasmissione della bozza di relazione alle parti, per le osservazioni delle parti e per il deposito finale in cancelleria. La ricorrente lamentava la violazione del termine intermedio per l’invio della bozza.

La Corte ha specificato che questi termini hanno natura ‘meramente ordinatoria’ e una funzione acceleratoria. L’unica sanzione prevista dalla legge (la riduzione di un terzo del compenso) scatta esclusivamente in caso di violazione del termine finale per il deposito della relazione in cancelleria. Poiché nel caso di specie il CTU aveva ottenuto una proroga per il deposito finale e lo aveva rispettato, non vi era alcun presupposto per la riduzione del suo compenso. I termini intermedi, ha spiegato la Corte, sono flessibili e si adeguano alla nuova scadenza finale, garantendo il rispetto del contraddittorio.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su due pilastri fondamentali. In primo luogo, ha riaffermato l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutare la complessità di una consulenza tecnica. Tale valutazione, se adeguatamente motivata come nel caso in esame, non costituisce un errore di diritto ma un apprezzamento di fatto, che non può essere messo in discussione in sede di legittimità. Il tentativo della ricorrente è stato interpretato come una richiesta di revisione del merito, inammissibile in Cassazione.

In secondo luogo, la Corte ha offerto una lettura sistematica delle norme procedurali relative alla consulenza tecnica. Ha distinto nettamente tra i termini intermedi, finalizzati a scandire il dialogo tra il consulente e le parti, e il termine finale, il cui mancato rispetto è l’unico evento che la legge sanziona con una decurtazione economica. Questa interpretazione bilancia l’esigenza di celerità del processo con la garanzia del contraddittorio, chiarendo che lo ‘slittamento’ dei termini interni al sub-procedimento peritale non costituisce negligenza sanzionabile se il risultato finale viene consegnato entro la scadenza prorogata.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida due principi importanti per la prassi giudiziaria. Da un lato, conferma che la maggiorazione del compenso CTU è legittima quando l’incarico richiede un’analisi approfondita e una rielaborazione dei dati che trascende la semplice verifica. Dall’altro, chiarisce in modo inequivocabile che la sanzione della riduzione del compenso è legata solo ed esclusivamente al mancato rispetto del termine ultimo per il deposito della perizia, e non delle scadenze intermedie, la cui natura ordinatoria consente flessibilità nell’interesse del corretto svolgimento del contraddittorio tecnico.

Quando l’attività di un CTU giustifica la maggiorazione del compenso per ‘eccezionale complessità’?
Quando l’incarico non si limita a una semplice verifica ma richiede una complessa rielaborazione e rideterminazione di dati, come nel caso di calcolo di onorari professionali su un lungo periodo di tempo con l’applicazione di diverse tariffe. La valutazione di tale complessità spetta al giudice di merito.

La violazione del termine per l’invio della bozza di perizia alle parti comporta una riduzione del compenso CTU?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che solo il mancato rispetto del termine finale per il deposito della relazione in cancelleria (eventualmente prorogato) può determinare la riduzione di un terzo del compenso. I termini intermedi per il contraddittorio sono ordinatori e flessibili.

La Corte di Cassazione può riesaminare la valutazione del giudice sulla complessità di una perizia?
No, la Cassazione non può entrare nel merito della valutazione del giudice sulla complessità della prestazione del CTU. Il suo sindacato è limitato a verificare che la motivazione del giudice non sia illogica, contraddittoria o assente, ma non può sostituirla con una propria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati