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Compenso CTU: come si calcola? La Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14006/2025, ha stabilito principi chiari per la liquidazione del compenso CTU. Il calcolo deve basarsi sul tempo effettivamente impiegato e non sulla scadenza fissata dal giudice. Inoltre, l’aumento per ‘eccezionale complessità’ richiede una motivazione specifica e non può essere applicato genericamente. La decisione del Tribunale che aveva liquidato oltre 7.800 euro a un consulente è stata annullata con rinvio.

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Compenso CTU: la Cassazione fissa i paletti per un calcolo corretto

La corretta determinazione del compenso CTU è una questione cruciale che incide sull’equità e trasparenza del processo civile. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire due aspetti fondamentali: il criterio per il calcolo delle vacazioni e le condizioni per applicare la maggiorazione per incarichi eccezionali. Questa pronuncia fornisce una guida preziosa per giudici, avvocati e consulenti, ribadendo che la liquidazione deve fondarsi su parametri oggettivi e motivati.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla contestazione mossa da un privato cittadino contro un’ordinanza del Tribunale di Roma. Quest’ultimo aveva liquidato a un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) un importo di circa 7.800 euro per una perizia in materia di costruzioni edilizie. Il Tribunale aveva riconosciuto 480 vacazioni e applicato la maggiorazione prevista dall’art. 52 del DPR 115/2002, giustificandola con la natura e l’entità dell’attività svolta dal consulente. Il ricorrente ha impugnato tale decisione davanti alla Corte di Cassazione, sollevando dubbi sulla correttezza dei criteri di calcolo utilizzati.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Corte

Il ricorrente ha basato il suo appello su tre motivi principali. I primi due, accolti dalla Corte, sono stati decisivi per l’annullamento dell’ordinanza.

1. Primo motivo: Violazione della legge sul calcolo a vacazioni. Il Tribunale aveva calcolato il compenso basandosi sul termine di 120 giorni assegnato al CTU per il deposito della relazione, equiparandolo a 480 vacazioni. Il ricorrente sosteneva che il calcolo dovesse invece basarsi sul tempo effettivamente impiegato.
2. Secondo motivo: Errata applicazione della maggiorazione. Il ricorrente contestava l’aumento del compenso per ‘eccezionale importanza, complessità e difficoltà’, ritenendo che il Tribunale non avesse fornito alcuna motivazione specifica a supporto di tale eccezionalità.

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i motivi, ritenendo il terzo assorbito, e ha cassato l’ordinanza impugnata, rinviando la causa al Tribunale di Roma per una nuova valutazione.

Le Motivazioni della Cassazione sul compenso CTU

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati, riaffermando la necessità di rigore e trasparenza nella liquidazione delle parcelle dei consulenti.

Il Criterio del Tempo Effettivo

La Corte ha ribadito che gli onorari calcolati a vacazioni devono essere determinati ‘commisurandoli al tempo effettivamente impiegato per lo svolgimento dell’incarico peritale’. Il termine di 120 giorni concesso dal giudice per il deposito non è un parametro per il calcolo, ma una ‘variabile indipendente’. Il compenso deve riflettere il numero di ore ‘strettamente necessarie’ per l’espletamento dell’incarico. Pertanto, basare la liquidazione su un calcolo presuntivo derivante dalla scadenza è illegittimo. La valutazione del magistrato deve riferirsi unicamente al prevedibile impegno temporale occorso al consulente per assolvere l’incarico.

I Limiti all’Applicazione della Maggiorazione

Anche sul secondo punto, la Corte è stata molto chiara. L’art. 52 del DPR 115/2002 consente di raddoppiare gli onorari solo per prestazioni ‘eccezionali’. Una prestazione è eccezionale non solo quando è rara o unica, ma quando ha richiesto un impegno ‘notevolmente massivo’ per importanza tecnico-scientifica, complessità e difficoltà.

La Corte ha precisato che il tasso di difficoltà e importanza deve essere ‘necessariamente maggiore rispetto a quello che deve essere compensato con l’attribuzione degli onorari nella misura massima’. In altre parole, la semplice complessità dell’incarico non basta per giustificare la maggiorazione; è necessario che essa superi significativamente la soglia già remunerata con la tariffa massima standard. Il giudice ha l’obbligo di fornire una motivazione puntuale che spieghi perché l’incarico è stato ritenuto eccezionale. Nel caso di specie, la semplice rilevanza quantitativa e qualitativa del lavoro del CTU non era, di per sé, sufficiente a giustificare il raddoppio del compenso.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza due principi fondamentali per la determinazione del compenso CTU:
1. Principio di effettività: il compenso a tempo deve basarsi sulle ore realmente lavorate, non su scadenze processuali.
2. Principio di motivazione rafforzata: l’applicazione di maggiorazioni per ‘eccezionalità’ richiede una giustificazione specifica e dettagliata che vada oltre la generica menzione della complessità dell’incarico.

Questa decisione rappresenta un importante monito per i giudici di merito a esercitare un controllo rigoroso e trasparente sulle liquidazioni, garantendo che i compensi siano equi e proporzionati all’effettivo lavoro svolto dall’ausiliario.

Come si calcola il compenso a vacazioni per un CTU?
Il compenso deve essere calcolato sulla base del tempo effettivamente impiegato dal consulente per svolgere l’incarico e non sul tempo presumibile o sul termine assegnato dal giudice per il deposito della relazione.

Quando un giudice può aumentare il compenso di un CTU per ‘eccezionale’ complessità?
Il giudice può applicare la maggiorazione solo quando la prestazione del consulente è di un livello di importanza, complessità e difficoltà notevolmente superiore a quello già remunerato con la tariffa massima. Questa eccezionalità deve essere specificamente dimostrata e motivata nell’atto di liquidazione.

Il termine fissato dal giudice per il deposito della perizia influisce sul calcolo del compenso?
No, il termine fissato per il deposito della perizia è una variabile indipendente e non può essere utilizzato come parametro per calcolare l’importo del compenso, che deve invece basarsi sull’effettivo impegno temporale richiesto dall’incarico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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