LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compenso CTU ATP: chi paga senza causa di merito?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34540/2024, ha stabilito che in un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) non seguito da un giudizio di merito, il compenso del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) è a carico esclusivo della parte che ha richiesto l’accertamento. Viene esclusa la responsabilità solidale della controparte, poiché la procedura ha natura meramente strumentale all’interesse di chi la promuove e non si configura come un giudizio nel quale si applica il principio di soccombenza per le spese.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso CTU ATP: Chi Paga se la Causa non Inizia?

Una delle domande più frequenti quando si avvia un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) riguarda la ripartizione delle spese, in particolare il compenso CTU ATP. Cosa succede se, una volta ottenuta la perizia del consulente, non si procede con la causa di merito? La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 34540 del 2024, ha fornito un chiarimento decisivo: le spese del consulente gravano esclusivamente sulla parte che ha richiesto l’accertamento. Analizziamo insieme la decisione e le sue importanti implicazioni.

I Fatti di Causa: Dall’Ingiunzione al Ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine dalla richiesta di un decreto ingiuntivo da parte di un ingegnere, nominato Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) in un procedimento di ATP. Il CTU chiedeva il saldo del suo compenso a una delle parti del procedimento, la quale si opponeva sostenendo di non essere tenuta al pagamento.
Inizialmente, il Giudice di Pace aveva ritenuto la parte resistente solidalmente responsabile per il pagamento. Tuttavia, il Tribunale, in sede di appello, aveva ribaltato la decisione, affermando che le spese dell’ATP, in assenza di un successivo giudizio di merito, dovevano essere poste a carico esclusivo della parte che aveva promosso l’accertamento.
L’ingegnere, non soddisfatto, ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’esistenza di un vincolo di solidarietà tra le parti nel pagamento del suo compenso.

La Natura Strumentale dell’ATP e la Gestione delle Spese

Il cuore della questione, come evidenziato dalla Corte, risiede nella peculiare natura dell’Accertamento Tecnico Preventivo. L’ATP non è un giudizio che decide una controversia, ma un procedimento strumentale. La sua funzione è quella di conservare una prova (lo stato dei luoghi, la condizione di un bene) che potrebbe essere utile in un eventuale e successivo giudizio di merito.
Il procedimento si conclude con il deposito della relazione del consulente e la liquidazione del suo compenso da parte del giudice, senza alcuna decisione sul merito della questione. Per questa sua natura, le spese dell’ATP non sono considerate spese processuali regolate dal principio della soccombenza (art. 91 c.p.c.), ma piuttosto costi che la parte richiedente anticipa nel proprio interesse, come previsto dall’art. 8 del d.P.R. 115/2002.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del consulente, confermando la sentenza del Tribunale. I giudici hanno chiarito la distinzione fondamentale tra il pagamento del compenso CTU ATP e la regolamentazione delle spese di lite in un giudizio ordinario.

1. Assenza di un Giudizio di Merito: Poiché l’ATP non è stato seguito da una causa, non si è mai giunti a una statuizione sul merito che potesse individuare una parte vincitrice e una soccombente. Di conseguenza, non è possibile applicare il principio per cui ‘chi perde paga’.

2. Mancanza del Principio di Solidarietà: La solidarietà nel pagamento del compenso al CTU sorge tipicamente nei giudizi ordinari, dove l’attività del consulente è considerata funzionale all’interesse superiore della giustizia, e quindi comune a tutte le parti. Nell’ATP, invece, l’indagine tecnica è finalizzata all’interesse esclusivo e strumentale della sola parte che la richiede. Pertanto, l’obbligo di pagamento non può estendersi alla controparte, che subisce il procedimento ma non lo ha promosso.

3. Spese Stragiudiziali: Le spese dell’ATP, se non segue un giudizio di merito, restano propriamente stragiudiziali. Diventano rimborsabili come spese di lite solo se e quando viene instaurato il giudizio di merito e la parte che le ha anticipate risulta vittoriosa. Solo in quel contesto, infatti, tali costi vengono ‘assorbiti’ nel giudizio principale e regolati secondo le norme sulla soccombenza.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

La sentenza consolida un principio di grande rilevanza pratica. Chi decide di avviare un Accertamento Tecnico Preventivo deve essere consapevole che, qualora non intraprenda successivamente un’azione legale di merito, sarà l’unico soggetto tenuto a sostenere i costi della consulenza tecnica. Viene esclusa la possibilità per il CTU di richiedere il pagamento in solido alla controparte. Questa pronuncia offre certezza giuridica sia alle parti che ai professionisti, distinguendo nettamente le dinamiche di costo di un procedimento cautelare e strumentale come l’ATP da quelle di un ordinario giudizio di cognizione.

Chi paga il consulente tecnico (CTU) in un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) se non viene avviato il giudizio di merito?
Secondo la sentenza, il compenso del CTU è a carico esclusivo della parte che ha richiesto l’accertamento. Questo perché l’ATP ha una natura strumentale e viene svolto nell’interesse specifico di chi lo promuove.

Esiste un obbligo di solidarietà tra le parti per il pagamento del compenso del CTU nell’ATP?
No, la Corte ha escluso il principio di solidarietà. L’obbligo solidale sorge quando l’attività del consulente è finalizzata all’interesse della giustizia, comune a entrambe le parti in un giudizio di merito. Nell’ATP non seguito da causa, l’indagine è prettamente strumentale all’interesse di una sola parte, quindi solo quest’ultima è tenuta al pagamento.

Le spese dell’ATP possono essere considerate spese di lite e regolate secondo il principio di soccombenza?
No, non in assenza di un successivo giudizio di merito. Le spese dell’ATP rimangono costi stragiudiziali. Diventano rimborsabili come spese di lite solo se si instaura la causa di merito e la parte che le ha anticipate risulta vittoriosa. Solo in quel caso vengono regolate secondo il principio di soccombenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati