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Compenso consulente tecnico: quando è unitario?

Una società in fallimento ha contestato l’onorario di 50.000 euro liquidato a un consulente tecnico, sostenendo che l’incarico, pur articolato in più quesiti, fosse unico. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso su questo punto, stabilendo che il compenso consulente tecnico deve essere determinato valutando l’unitarietà e l’interdipendenza delle indagini, non il mero numero di domande poste. La causa è stata rinviata al Tribunale per una nuova liquidazione.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Consulente Tecnico: La Cassazione Sulla Liquidazione Unitaria

La corretta determinazione del compenso consulente tecnico (CTU) è un tema cruciale nella pratica giudiziaria, poiché incide sui costi del processo e sulla giusta remunerazione dei professionisti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 21724/2024) offre un chiarimento fondamentale su come calcolare tale compenso quando l’incarico è articolato in più quesiti, affermando il principio dell’unitarietà dell’indagine.

I Fatti del Caso: Una Controversia sul Compenso del CTU

Il caso nasce dal ricorso del fallimento di una società contro un’ordinanza del Tribunale di Firenze. Quest’ultimo aveva confermato la liquidazione di un compenso di 50.000 euro in favore di un consulente tecnico contabile, nominato nell’ambito di un procedimento per il sequestro conservativo dei beni degli ex amministratori della società fallita.

Il fallimento lamentava che il Tribunale avesse erroneamente trattato i cinque quesiti posti al CTU come cinque incarichi separati, liquidando per ciascuno il massimo della tariffa. Secondo il ricorrente, invece, i quesiti erano tutti parte di un’unica e complessa attività di indagine, e il compenso avrebbe dovuto essere liquidato in modo unitario.

La Decisione della Corte e il Compenso del Consulente Tecnico

La Corte di Cassazione ha esaminato due motivi di ricorso. Il primo, relativo alla determinazione del valore della controversia, è stato rigettato. Il secondo, incentrato sull’errata applicazione dei criteri di liquidazione, è stato invece accolto.

Il Valore della Causa: Un Punto Chiarito

Il ricorrente sosteneva che il valore della causa fosse indeterminabile. La Cassazione ha respinto questa tesi, confermando che il Tribunale aveva correttamente individuato il valore in 8.700.000 euro, ovvero la somma dei danni quantificati nell’istanza di sequestro. Questo conferma il principio per cui la base di calcolo per l’onorario del CTU è il valore economico della domanda giudiziale.

L’Unitarietà dell’Incarico: Il Cuore della Sentenza

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo. La Corte ha stabilito che il Tribunale ha commesso un errore nel liquidare il compenso separatamente per ogni quesito, senza prima verificare se le indagini richieste fossero tra loro collegate e interdipendenti. In altre parole, non ha verificato l'”unitarietà” dell’incarico affidato.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha ribadito un suo orientamento consolidato: l’unicità o la pluralità di un incarico peritale non dipende dal numero di domande poste dal giudice, ma dalla natura delle indagini richieste. Se i diversi accertamenti sono interdipendenti e concorrono a formare un’unica valutazione complessiva, l’incarico deve essere considerato unitario e, di conseguenza, anche il compenso consulente tecnico deve essere liquidato come un’unica parcella.

Nel caso specifico, il Tribunale di merito si era limitato a giustificare l’importo elevato con la “complessità” dell’accertamento, senza però analizzare il legame funzionale tra i vari quesiti. Questa omissione, secondo la Suprema Corte, costituisce una violazione delle norme sulla liquidazione dei compensi (in particolare l’art. 29 del D.M. 30 maggio 2002).

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Professionisti e Tribunali

La decisione ha importanti conseguenze pratiche. Per i giudici, impone un’analisi più approfondita al momento della liquidazione: non basta contare i quesiti, ma è necessario valutare la sostanza dell’incarico peritale per determinare se si tratti di un’unica attività o di più consulenze distinte. Per i consulenti tecnici, sottolinea l’importanza di strutturare la propria notula in modo da riflettere la natura unitaria o plurima del lavoro svolto. Infine, per le parti in causa, offre uno strumento per contestare liquidazioni che potrebbero apparire eccessive perché basate su una frammentazione artificiale dell’incarico. La Corte ha quindi cassato l’ordinanza e rinviato la causa al Tribunale di Firenze, che dovrà procedere a una nuova liquidazione applicando correttamente il principio dell’unitarietà dell’incarico.

Come si determina il valore di una controversia per liquidare il compenso del CTU in un procedimento di sequestro conservativo?
Il valore si determina sulla base dell’importo del credito per cui si agisce, ovvero sulla base del danno quantificato nella domanda di sequestro, come stabilito dall’art. 10 c.p.c.

Se un giudice pone più quesiti al consulente tecnico, il compenso va calcolato separatamente per ogni quesito?
No, non necessariamente. Il compenso deve essere liquidato in modo unitario se i vari quesiti sono parte di un’unica indagine tecnica e gli accertamenti richiesti sono tra loro interdipendenti e non autonomi.

Qual è il criterio per stabilire se un incarico peritale è ‘unitario’ o ‘plurimo’?
Il criterio fondamentale è l’autonomia e l’autosufficienza degli accertamenti. Se le diverse indagini sono strettamente collegate e funzionali a un’unica risposta complessiva, l’incarico è unitario, a prescindere dal numero di domande formulate dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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