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Compenso collegio arbitrale: spetta a ogni arbitro

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20349/2024, ha stabilito un principio fondamentale sul compenso del collegio arbitrale. Contrariamente a quanto deciso nei gradi di merito, che avevano liquidato un’unica somma da dividere tra gli arbitri, la Suprema Corte ha chiarito che l’onorario spetta individualmente a ciascun componente del collegio. Questo principio si applica anche ai collegi a composizione mista, cioè formati da avvocati e altri professionisti. La decisione si basa sull’interpretazione delle normative sui parametri forensi, affermando che se un giudice sceglie di utilizzare tali parametri, deve applicarli integralmente, riconoscendo a ogni arbitro il proprio compenso per l’attività prestata.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Collegio Arbitrale: La Cassazione chiarisce che spetta a ogni singolo arbitro

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su una questione cruciale per i professionisti che operano come arbitri: come si calcola il compenso del collegio arbitrale? La risposta fornita dalla Suprema Corte è netta: il compenso va liquidato individualmente a ciascun membro, e non come un’unica somma da dividere. Questo principio vale anche quando il collegio ha una composizione mista, includendo non solo avvocati ma anche altre figure professionali. Analizziamo insieme la vicenda e la portata di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La controversia sul compenso

La vicenda nasce da una controversia tra due professionisti e un Comune, deferita a un collegio arbitrale in virtù di una clausola compromissoria. Il collegio, composto da due avvocati e un architetto, si costituiva regolarmente e concludeva il procedimento dichiarando la cessazione della materia del contendere a seguito di un accordo amichevole tra le parti.

A questo punto, i tre arbitri si sono rivolti al Presidente del Tribunale per ottenere la liquidazione giudiziale delle loro spese e onorari, come previsto dal codice di procedura civile.

Le Decisioni di Merito: Un’interpretazione restrittiva

Sia il Tribunale che, in seguito, la Corte d’Appello hanno adottato un’interpretazione restrittiva. Hanno liquidato una somma complessiva per l’intero collegio, da suddividere tra i tre membri. La loro motivazione si basava su una lettura della normativa sui parametri forensi (D.M. 55/2014) secondo cui le tabelle di riferimento si applicherebbero all’organo arbitrale nel suo complesso, a prescindere dal numero dei suoi componenti. La Corte d’Appello ha inoltre ritenuto non applicabile la successiva modifica normativa (D.M. 37/2018), che ha chiarito il diritto individuale al compenso, in quanto non retroattiva.

Il Principio sul Compenso del Collegio Arbitrale secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di uno degli arbitri, ribaltando completamente la prospettiva. Richiamando un suo precedente (Cass. n. 11800/2022), ha affermato il principio di diritto secondo cui, in tema di liquidazione degli onorari, ciascun componente di un collegio arbitrale ha diritto a un compenso integrale per l’attività prestata. Non è quindi corretto liquidare un compenso unico da suddividere.

L’applicazione ai collegi a composizione mista

Il punto più significativo della decisione è l’estensione di questo principio anche ai collegi arbitrali a composizione mista. Nel caso di specie, il collegio era formato da due avvocati e un architetto. La Corte ha spiegato che, sebbene il giudice non sia obbligato ad applicare la tariffa forense a professionisti non avvocati, qualora scelga di utilizzarla come parametro di riferimento in via equitativa, deve farlo nella sua interezza. Ciò include l’applicazione dell’art. 23 del D.M. 55/2014, che prevede la liquidazione di un compenso individuale per ciascun avvocato incaricato dello stesso affare, principio estendibile per analogia a tutti i membri del collegio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su una coerente interpretazione sistematica delle norme. Liquidare un unico compenso significherebbe non riconoscere adeguatamente il valore e l’impegno del lavoro svolto da ogni singolo arbitro. La Corte ha osservato che la funzione arbitrale, svolta da più professionisti, implica un apporto individuale che deve essere remunerato singolarmente.

L’argomentazione chiave è che le tabelle dei parametri forensi, pur riferendosi all’arbitro unico, devono essere coordinate con le norme generali sulla pluralità di difensori (o, in questo caso, di arbitri). La scelta di utilizzare le tariffe legali come criterio di liquidazione, anche se in via equitativa, obbliga il giudice ad applicarle correttamente in ogni loro parte, compresa la regola della liquidazione individuale. La successiva modifica legislativa del 2018, che ha esplicitato la dicitura “a ciascun arbitro è dovuto”, non è stata applicata retroattivamente, ma è stata considerata come una conferma della corretta interpretazione già desumibile dal sistema preesistente.

Conclusioni: Implicazioni pratiche sul Compenso del Collegio Arbitrale

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce con chiarezza che ogni arbitro, sia esso avvocato o altro professionista, ha diritto a vedere liquidato il proprio compenso per intero, in base ai parametri applicabili. Viene così superata l’interpretazione che vedeva un compenso unico per l’intero organo, che penalizzava ingiustamente i singoli componenti. Questa ordinanza rafforza la tutela del lavoro dei professionisti che svolgono la delicata funzione arbitrale, garantendo una remunerazione equa e proporzionata all’attività effettivamente prestata da ciascuno.

Come si calcola il compenso per un collegio arbitrale?
Secondo la Corte di Cassazione, il compenso deve essere calcolato e liquidato individualmente per ciascun membro del collegio, e non come un’unica somma da dividere tra di loro.

Questa regola si applica anche se il collegio arbitrale è a composizione mista (cioè formato da avvocati e altri professionisti)?
Sì, il principio si estende anche ai collegi a composizione mista. Se il giudice decide di utilizzare le tariffe forensi come parametro di riferimento per la liquidazione, deve applicarle integralmente, riconoscendo a ogni componente, a prescindere dalla sua professione, un compenso individuale.

La modifica normativa del 2018 (D.M. 37/2018), che ha chiarito il diritto al compenso individuale, è retroattiva?
No, la Corte ha specificato che la nuova norma non è retroattiva. Tuttavia, essa viene considerata come una conferma e un consolidamento dell’interpretazione corretta che già si poteva desumere dalla normativa precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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