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Compenso collaudo: unico per revisione e verifica

Un professionista ha richiesto a un ente pubblico un pagamento separato per l’attività di collaudo tecnico e per quella di revisione contabile. L’ente si è opposto, sostenendo che il compenso dovesse essere unico. La Corte di Cassazione ha dato ragione all’ente, stabilendo che il compenso collaudo è onnicomprensivo e remunera un’unica e complessa attività che include sia gli aspetti tecnici che quelli contabili, annullando così le decisioni dei tribunali di grado inferiore.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Collaudo: Unico e Onnicomprensivo secondo la Cassazione

La determinazione del corretto compenso collaudo per i professionisti incaricati di verificare le opere pubbliche è un tema cruciale che interseca normative tecniche e tariffe professionali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3353 del 2024, ha messo un punto fermo su una questione dibattuta: l’attività di revisione tecnico-contabile deve essere liquidata separatamente dal collaudo tecnico-amministrativo, o rientra in un unico compenso? La risposta della Suprema Corte è stata netta, delineando l’attività di collaudo come un’unica, complessa funzione che merita una remunerazione unitaria.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dall’opposizione di un importante ente pubblico nazionale a un decreto ingiuntivo ottenuto da un ingegnere. Il professionista richiedeva il pagamento di circa 28.000 euro per l’attività di collaudo tecnico-amministrativo e di revisione tecnico-contabile svolta su incarico dello stesso ente. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al professionista, confermando che la revisione contabile, secondo la loro interpretazione, costituisse un’attività autonoma meritevole di un compenso distinto, basandosi sull’art. 210 del d.P.R. n. 554/1999. L’ente pubblico, ritenendo errata tale interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’attività di collaudo fosse unica e dovesse essere remunerata con un unico compenso.

Il compenso collaudo secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Il motivo centrale della decisione risiede nell’interpretazione sistematica delle norme che regolano l’attività di collaudo e le relative tariffe professionali. I giudici hanno chiarito che il collaudo è, per sua natura, un’attività complessa e unitaria.

L’Unicità dell’Attività di Collaudo

La sentenza sottolinea come diverse disposizioni normative confermino l’unicità dell’attività di collaudo. L’art. 210 del d.P.R. n. 554/1999, seppur menzionando sia ‘l’effettuazione del collaudo’ che la ‘revisione degli atti contabili’, le inquadra in un contesto unitario per la determinazione dei compensi. Questa visione è rafforzata da altre norme, come l’art. 19-a) della tariffa professionale per ingegneri e architetti (L. 143/1949), che definisce il collaudo come un’attività che comprende ‘l’esame, le verifiche e le prove necessarie’, ma anche ‘i riscontri di misure e di applicazioni di prezzi’ e ‘l’esame di eventuali riserve’.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una concezione ‘ampia’ del collaudo, già espressa in una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (n. 5140/1998). Il collaudatore non si limita a una mera verifica tecnica della conformità dell’opera, ma svolge un’attività complessa che abbraccia anche gli aspetti amministrativi e contabili. Egli deve certificare non solo che l’opera sia stata eseguita a regola d’arte, ma anche che i dati contabili corrispondano alla realtà dei fatti, sia per quantità che per qualità dei materiali. Il collaudo, quindi, è un’unica funzione che culmina in un giudizio finale sull’opera e sul suo costo, portando alla liquidazione del saldo a favore dell’appaltatore. Trattandosi di un’attività unitaria, seppur composta da diverse verifiche, anche la sua remunerazione deve essere unica. Liquidare separatamente la revisione contabile significherebbe duplicare una parte del compenso per un’attività che è già intrinsecamente inclusa nel collaudo stesso.

Le conclusioni

La Corte ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa a un’altra sezione della stessa Corte per una nuova decisione che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato. La conclusione pratica è chiara: il compenso collaudo per opere pubbliche deve essere calcolato come un importo unico e onnicomprensivo, che remunera tutte le attività di verifica, sia tecniche che contabili, svolte dal professionista. Questa sentenza fornisce un’importante guida per le stazioni appaltanti e i professionisti, evitando futuri contenziosi sulla corretta liquidazione delle parcelle per l’attività di collaudo.

La revisione contabile in un appalto pubblico va pagata separatamente dal collaudo tecnico?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la revisione contabile è parte integrante dell’unica e complessa attività di collaudo, pertanto deve essere remunerata con un unico e onnicomprensivo compenso.

Cosa comprende l’attività di collaudo secondo la Cassazione?
L’attività di collaudo comprende tutte le verifiche necessarie per accertare la conformità dell’opera alle regole dell’arte e al contratto, inclusi i riscontri delle misure e dei prezzi, la verifica dei dati contabili, l’esame delle riserve dell’appaltatore e il rilascio del certificato finale.

Come si determina il compenso per il collaudo di opere pubbliche?
Il compenso si determina applicando le tariffe professionali degli ingegneri e architetti (in particolare, la Tabella C citata nella sentenza), che prevedono un corrispettivo unitario per l’intera attività di collaudo, senza distinzioni tra la parte tecnica e quella di revisione contabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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