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Compenso collaudatore: opera pubblica, regole chiare

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23590/2024, ha stabilito che per calcolare il compenso del collaudatore di un’opera di interesse pubblico, si devono applicare le norme speciali sugli appalti pubblici, anche se il committente è un soggetto privato. La natura pubblicistica dell’opera e il suo finanziamento con fondi pubblici prevalgono sulla forma giuridica del committente, imponendo l’uso di parametri specifici e non della tariffa professionale ordinaria.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Collaudatore in Opere Pubbliche: La Cassazione Fa Chiarezza

La determinazione del corretto compenso del collaudatore rappresenta un tema cruciale, specialmente quando si intersecano diritto pubblico e privato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione decisiva su come calcolare tale compenso nel contesto di opere di rilevante interesse pubblico, anche se commissionate da un soggetto di diritto privato. La pronuncia chiarisce che la natura dell’opera e il suo finanziamento pubblico sono elementi prevalenti rispetto alla forma giuridica del committente.

I Fatti del Caso: Dalla Richiesta del Professionista al Ricorso

La vicenda trae origine dalla richiesta di pagamento avanzata da un ingegnere, membro di una Commissione di collaudo, per la sua attività di verifica sulla realizzazione di un grande centro agro-alimentare. Il professionista aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per una somma considerevole, calcolata sulla base della tariffa professionale standard.

La società consortile, committente dell’opera, si era opposta a tale richiesta. Sosteneva che, trattandosi di un’opera di interesse nazionale finanziata con contributi pubblici, il compenso dovesse essere liquidato secondo i parametri minimi previsti dalle normative speciali per gli appalti pubblici, come indicato anche da circolari ministeriali. Il Tribunale di primo grado aveva accolto questa tesi, riducendo significativamente l’importo dovuto.

La Decisione della Corte d’Appello: Prevale la Natura Privata del Committente?

In secondo grado, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Pur riconoscendo l’interesse pubblicistico dell’opera, i giudici avevano ritenuto decisiva la natura di diritto privato della società consortile. Di conseguenza, avevano concluso che la tariffa professionale dovesse essere applicata pienamente, senza alcun vincolo ai minimi previsti per il settore pubblico, e avevano condannato la società al pagamento di una somma quasi pari a quella richiesta inizialmente dal professionista.

Il Compenso del Collaudatore secondo la Cassazione

La società consortile ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando l’errata applicazione delle norme che disciplinano la realizzazione di opere pubbliche e i relativi compensi. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello e stabilendo un principio di diritto fondamentale.

La Natura Pubblicistica dell’Opera è Decisiva

La Cassazione ha sottolineato che l’opera in questione – la realizzazione di un mercato agro-alimentare all’ingrosso – era stata dichiarata di pubblica utilità, realizzata in forza di una legge per lo sviluppo di centri commerciali all’ingrosso e finanziata con ingenti fondi pubblici. Questi elementi conferiscono all’opera una chiara connotazione pubblicistica che non può essere ignorata.

L’Applicazione della Normativa sugli Appalti Pubblici e il giusto compenso del collaudatore

Secondo gli Ermellini, la natura pubblica dell’opera e del suo finanziamento impone l’applicazione della normativa speciale in materia di appalti pubblici per la determinazione del compenso del collaudatore. La Corte ha identificato la norma applicabile nell’art. 210 del d.P.R. 554/1999 (Regolamento di attuazione della legge quadro sui lavori pubblici), che disciplina specificamente le modalità di liquidazione dei compensi per i collaudatori esterni alla stazione appaltante. Tale norma, in quanto speciale, prevale sulla disciplina generale della tariffa professionale invocata dall’ingegnere.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che l’incarico conferito alla Commissione di collaudo, nominata dal Ministero, non era un semplice incarico privato, ma una funzione inserita in un procedimento amministrativo complesso volto a garantire la corretta esecuzione di un’opera strategica per l’interesse nazionale. Il compito della commissione era verificare la regolarità amministrativa e tecnica dell’opera in considerazione del suo finanziamento pubblico e della sua rilevanza. La natura del committente (società di diritto privato) passa in secondo piano rispetto alla finalità e all’origine delle risorse impiegate. Pertanto, la liquidazione del compenso non può prescindere da questo contesto pubblicistico e deve seguire le regole imperative dettate per i lavori dello Stato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha stabilito che la qualificazione di un’opera come di interesse pubblico e il suo finanziamento statale determinano l’applicazione della normativa pubblicistica per la liquidazione dei compensi professionali, indipendentemente dalla natura giuridica (pubblica o privata) del soggetto committente. La sentenza impugnata è stata annullata e la causa rinviata alla Corte d’Appello per una nuova determinazione del compenso in conformità con i principi enunciati, ovvero applicando la disciplina specifica prevista per i collaudatori di opere pubbliche.

Come si determina il compenso di un collaudatore se l’opera, pur essendo di interesse pubblico, è gestita da una società privata?
Secondo la Corte di Cassazione, il compenso deve essere determinato applicando la normativa specifica in materia di appalti pubblici, in particolare l’art. 210 del d.P.R. 554/1999. La natura pubblicistica dell’opera prevale sulla natura privata del committente.

La natura privata del soggetto che conferisce l’incarico prevale sulla natura pubblica dell’opera nel calcolo dei compensi?
No. La Corte ha chiarito che elementi come la dichiarazione di pubblica utilità, il finanziamento con fondi pubblici e l’interesse nazionale dell’opera sono decisivi e impongono l’applicazione delle norme pubblicistiche, relegando in secondo piano la forma giuridica privata del committente.

Quale normativa specifica ha indicato la Cassazione per liquidare il compenso in questo caso?
La Cassazione ha indicato l’art. 210 del d.P.R. 21/12/1999, n. 554 (Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici), rubricato ‘Compenso spettante ai collaudatori’, come norma speciale e imperativa da applicare per la liquidazione del compenso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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