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Compenso avvocato d’ufficio: sì anche per rinvii

La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso avvocato d’ufficio è sempre dovuto, anche per la sola partecipazione a udienze di mero rinvio. Il caso riguardava un legale a cui era stata negata la liquidazione per aver assistito un imputato irreperibile in quattro udienze poi rinviate. La Corte ha chiarito che la presenza del difensore è obbligatoria nel processo penale e costituisce attività difensiva. Il rinvio delle udienze incide sulla quantificazione del compenso (quantum), ma non sul diritto a riceverlo (an).

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Avvocato d’Ufficio: La Cassazione Conferma il Diritto Anche per le Udienze di Rinvio

Il tema del compenso avvocato d’ufficio rappresenta un aspetto cruciale per la tutela del diritto di difesa, specialmente in contesti complessi come quelli che coinvolgono imputati irreperibili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su una questione dibattuta: spetta la liquidazione all’avvocato che partecipa a udienze di mero rinvio? La risposta è un chiaro e inequivocabile sì.

I Fatti di Causa: L’avvocato d’ufficio e il diniego del compenso

Un avvocato nominato difensore d’ufficio per un imputato ammesso al gratuito patrocinio e successivamente dichiarato irreperibile, presentava un’istanza per la liquidazione dei propri compensi. L’attività svolta consisteva, tra le altre cose, nella partecipazione a quattro udienze che si erano concluse con un semplice rinvio. Tali rinvii erano stati disposti proprio per consentire le ricerche dell’imputato.

Il Tribunale di Reggio Calabria, sia in prima battuta che in sede di opposizione, rigettava la richiesta. La motivazione del diniego si basava sull’interpretazione dell’art. 12 del D.M. n. 55/2014, secondo cui le udienze di mero rinvio non costituirebbero un’attività difensiva meritevole di compenso. L’avvocato, ritenendo leso il proprio diritto, ricorreva per cassazione.

Il Ricorso in Cassazione e il Principio sul Compenso Avvocato d’Ufficio

Con un unico motivo di ricorso, il legale ha lamentato la violazione di legge, sostenendo che nel processo penale il principio di obbligatorietà della difesa tecnica impone la presenza costante del difensore. Questo dovere, derivante da un incarico di natura pubblica, non può essere ignorato, nemmeno quando un’udienza viene rinviata. L’assenza del difensore, infatti, impedirebbe la celebrazione stessa dell’udienza.

La distinzione tra an e quantum

Il cuore dell’argomentazione accolta dalla Suprema Corte risiede nella distinzione fondamentale tra l’an e il quantum del compenso.
L’an* è il diritto stesso a percepire il compenso, la sua esistenza.
Il quantum* è l’ammontare, la quantità di denaro da liquidare.

Il Tribunale aveva negato l’an, ovvero il diritto stesso alla liquidazione, sul presupposto errato della mancanza di attività difensiva. La Cassazione ha ribaltato questa visione, chiarendo che la partecipazione a un’udienza, anche se di rinvio, è essa stessa un’attività difensiva obbligatoria.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ritenuto il motivo di ricorso fondato. Richiamando l’art. 117 del d.P.R. n. 115/2002, ha sottolineato che l’onorario per la difesa di una persona irreperibile è liquidato dal magistrato tenendo conto della natura dell’impegno professionale. Non esiste alcuna norma che escluda il diritto al compenso in base alla tipologia di attività svolta.

La partecipazione a udienze di mero rinvio non incide sull’esistenza del diritto al compenso (an), ma sulla sua quantificazione (quantum). L’art. 12 del D.M. 55/2014, infatti, nel fornire i criteri per la liquidazione, specifica che si deve tener conto di vari elementi come il numero di udienze (diverse da quelle di mero rinvio), la complessità del caso, l’importanza dell’attività prestata. Questo significa che la partecipazione a un’udienza di rinvio sarà valutata diversamente da una di discussione, ma non potrà mai essere ignorata al punto da negare completamente il compenso.

Nel caso specifico, i rinvii erano funzionali alla ricerca dell’imputato, un’attività che rientra a pieno titolo nella fase introduttiva del giudizio. Pertanto, il giudice di merito ha errato nel rigettare la pretesa di liquidazione basandosi unicamente sul fatto che le udienze fossero state rinviate.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame riafferma un principio fondamentale: il lavoro del difensore d’ufficio deve essere sempre riconosciuto e remunerato, poiché la sua presenza è una garanzia imprescindibile del giusto processo. Negare il compenso per la partecipazione a udienze necessarie, seppur di rinvio, significherebbe svalutare un ruolo che la legge stessa definisce obbligatorio.

In conclusione, questa decisione chiarisce che:
1. La partecipazione del difensore a qualsiasi udienza penale, anche di mero rinvio, costituisce attività professionale che dà diritto al compenso.
2. La natura dell’udienza (dibattimentale o di rinvio) influisce sulla determinazione dell’importo da liquidare, ma non può mai portare a un azzeramento del compenso.
3. Il giudice deve valutare tutte le attività svolte dal difensore, tenendo conto del contesto e della funzione pubblica dell’incarico, per determinare un equo onorario.

Un avvocato d’ufficio ha diritto al compenso se partecipa solo a udienze di mero rinvio?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la partecipazione a udienze di mero rinvio dà diritto al compenso, in quanto la presenza del difensore nel processo penale è sempre obbligatoria e costituisce attività difensiva.

Perché la presenza dell’avvocato è considerata attività difensiva anche in un’udienza di rinvio?
Perché nel processo penale vige il principio dell’obbligatorietà del diritto di difesa. L’udienza non potrebbe celebrarsi in assenza del difensore, la cui presenza è quindi una condizione necessaria per il corretto svolgimento del procedimento, anche quando si decide solo per un rinvio.

Come viene calcolato il compenso dell’avvocato in caso di udienze di mero rinvio?
La partecipazione a udienze di mero rinvio non incide sul diritto a ricevere un compenso (an), ma sulla sua quantificazione (quantum). Il giudice, nel liquidare l’onorario, terrà conto di questo aspetto insieme ad altri criteri (come la complessità del caso e l’impegno profuso) per determinare un importo equo, che sarà presumibilmente inferiore rispetto a quello per un’udienza dibattimentale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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