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Compenso avvocato d’ufficio: come si calcola?

Un avvocato si oppone a un decreto di liquidazione per un compenso avvocato d’ufficio ritenuto troppo basso. Il Tribunale accoglie l’opposizione, ricalcolando l’onorario sulla base delle fasi processuali effettivamente svolte e applicando la riduzione di legge, condannando l’Erario al pagamento del maggior importo.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Avvocato d’Ufficio: Guida al Calcolo Corretto Secondo il Tribunale

La determinazione di un equo compenso avvocato d’ufficio è una questione fondamentale che tocca la dignità della professione forense e l’effettività del diritto di difesa. Una recente sentenza del Tribunale di Trieste offre un’analisi chiara su come debba essere calcolato tale onorario, correggendo una liquidazione iniziale ritenuta insufficiente. Questo caso pratico dimostra l’importanza di riconoscere ogni fase del lavoro svolto dal legale e il diritto di quest’ultimo a un compenso proporzionato all’attività prestata, anche in procedimenti di modesta entità.

I Fatti del Caso: Un Compenso Ritenuto Inadeguato

Un avvocato, nominato difensore d’ufficio in un procedimento penale dinanzi al Giudice di Pace, si vedeva liquidare un compenso di soli 419,07 euro. Ritenendo tale importo non congruo rispetto all’attività professionale svolta e in violazione dei parametri normativi e costituzionali, il legale decideva di presentare opposizione. L’avvocato sosteneva che l’importo liquidato non rifletteva adeguatamente il lavoro compiuto, che comprendeva lo studio degli atti, la partecipazione all’udienza dibattimentale e la discussione finale. La sua richiesta, basata sui valori medi dei parametri forensi ridotti di un terzo, ammontava a 1.197,33 euro.

La Decisione del Tribunale e il Giusto Compenso Avvocato d’Ufficio

Il Tribunale ha accolto l’opposizione, ritenendola fondata. La sentenza ha annullato il precedente decreto di liquidazione e ha proceduto a un nuovo e più corretto calcolo del compenso dovuto al professionista. La decisione si è basata su un’attenta valutazione delle diverse fasi processuali che hanno impegnato l’avvocato, riconoscendo il diritto a una retribuzione adeguata all’impegno profuso.

Il Ricalcolo dell’Onorario

Il giudice ha analizzato nel dettaglio l’attività svolta dal difensore, suddividendola nelle fasi previste dai parametri professionali:

1. Fase di studio: Per l’analisi del fascicolo e la preparazione della difesa, il Tribunale ha liquidato l’importo medio di 378,00 euro.
2. Fase istruttoria/dibattimentale: Per la partecipazione all’udienza, è stato riconosciuto l’importo minimo di 378,00 euro.
3. Fase decisionale: Per la discussione finale, è stato liquidato l’importo minimo di 331,00 euro.

La somma di questi importi ha portato a un compenso base di 1.087,00 euro.

L’Applicazione della Riduzione ex art. 106-bis

Come previsto dalla normativa specifica per i difensori d’ufficio (art. 106-bis del T.U. Spese di Giustizia), l’importo base di 1.087,00 euro è stato ridotto di un terzo. Il compenso finale netto liquidato in favore dell’avvocato è stato quindi determinato in 724,27 euro, oltre accessori di legge (spese generali, c.p.a. e i.v.a.).

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale della sentenza risiede nel riconoscimento che l’importo iniziale di 419,07 euro era palesemente incongruo rispetto all’impegno e alla diligenza ragionevolmente profusi dal difensore. Il Tribunale ha sottolineato che, sebbene il procedimento penale fosse di modesta entità e si fosse risolto in una singola udienza, l’avvocato aveva comunque svolto tutte le attività essenziali delle tre fasi processuali principali: studio, dibattimento e decisione.

Il giudice ha ritenuto corretto liquidare la fase di studio ai valori medi, mentre per le fasi dibattimentale e decisionale ha optato per i valori minimi, tenendo conto della “modestia e semplicità del procedimento”. Questa distinzione dimostra un’analisi ponderata che bilancia la natura del caso con il necessario riconoscimento del lavoro professionale. La decisione, pertanto, non si limita a un mero calcolo matematico, ma valuta qualitativamente l’attività svolta, garantendo che il compenso non scenda mai al di sotto di una soglia di decoro e adeguatezza.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Avvocati

Questa sentenza del Tribunale di Trieste rappresenta un importante precedente per tutti gli avvocati che svolgono il ruolo di difensori d’ufficio. Le conclusioni pratiche sono significative:

* Diritto a un equo compenso: Viene riaffermato il principio che ogni attività professionale deve essere remunerata in modo equo e dignitoso, anche quando il cliente è irreperibile e il pagamento è a carico dell’Erario.
* Importanza dell’analisi per fasi: La decisione evidenzia la necessità di scomporre l’attività legale nelle singole fasi previste dai parametri forensi. Gli avvocati, nelle loro istanze di liquidazione, dovrebbero sempre specificare il lavoro svolto per ciascuna fase, al fine di ottenere un riconoscimento completo.
* Legittimità dell’opposizione: Il provvedimento incoraggia i legali a non accettare passivamente liquidazioni ingiustamente basse e a utilizzare lo strumento dell’opposizione per far valere i propri diritti. L’esito favorevole, con la condanna dell’Erario anche al pagamento delle spese del giudizio di opposizione, rafforza questa tutela.

È possibile opporsi a un decreto di liquidazione per il compenso di un avvocato d’ufficio ritenuto troppo basso?
Sì, la sentenza conferma che l’avvocato può proporre opposizione a un decreto di liquidazione ritenuto non congruo. In questo caso, il Tribunale ha accolto l’opposizione e ha rideterminato l’importo.

Come viene calcolato il compenso per un avvocato d’ufficio?
Il compenso viene calcolato sulla base delle fasi processuali effettivamente svolte (studio, istruttoria/dibattimentale, decisionale), applicando i valori previsti dalle tabelle ministeriali. All’importo totale così determinato, si applica una riduzione di un terzo, come previsto dall’art. 106-bis del T.U. Spese di Giustizia.

Chi paga il compenso dell’avvocato d’ufficio e le spese del giudizio di opposizione?
Il compenso dell’avvocato d’ufficio è a carico dell’Erario. In caso di accoglimento dell’opposizione, la sentenza ha condannato l’Erario a pagare non solo il maggior compenso liquidato, ma anche le spese legali del procedimento di opposizione stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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