LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compenso amministratore: valida la conferma implicita

Un Condominio si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento delle parcelle del proprio amministratore, sostenendo la nullità della nomina per mancata specificazione annuale del compenso. Il Tribunale di Roma ha respinto l’opposizione, stabilendo che in caso di rinnovo dell’incarico (conferma), il compenso amministratore condominio pattuito originariamente si considera implicitamente approvato, rendendo la nomina e la richiesta di pagamento pienamente valide.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Amministratore: La Conferma Implicita Salva la Nomina

La questione del compenso amministratore condominio è un tema centrale e spesso fonte di contenzioso. L’art. 1129 del Codice Civile impone che l’importo sia specificato analiticamente al momento della nomina o del rinnovo, a pena di nullità. Una recente sentenza del Tribunale di Roma offre un’interpretazione pragmatica di questa norma, stabilendo che, in caso di conferma dell’amministratore uscente, il compenso originario si intende implicitamente confermato, senza necessità di una nuova pattuizione formale ogni anno.

Il Caso: Un Decreto Ingiuntivo Contro il Condominio

I fatti traggono origine da un’azione monitoria: un’amministratrice di condominio otteneva un decreto ingiuntivo per un importo di circa 8.000 euro a titolo di corrispettivo per l’attività svolta. La somma richiesta includeva il compenso fisso annuale, il rimborso per solleciti di pagamento e, soprattutto, un compenso straordinario per la gestione di importanti lavori di manutenzione delle facciate.

Il Condominio, tuttavia, proponeva opposizione al decreto, contestandone la validità alla radice. La tesi difensiva si fondava su un unico, ma cruciale, punto: la nullità della nomina dell’amministratrice per violazione dell’art. 1129 c.c., in quanto, negli anni successivi alla prima nomina, non era stato nuovamente e analiticamente specificato il suo compenso.

L’Opposizione del Condominio e il Compenso Amministratore

Secondo il Condominio, la delibera assembleare che aveva approvato i lavori straordinari nel 2019, pur confermando l’incarico all’amministratrice, non aveva specificato il relativo compenso straordinario. Questa omissione, a dire dell’opponente, rendeva nulla la nomina e, di conseguenza, infondata la pretesa economica.

L’amministratrice si costituiva in giudizio chiedendo il rigetto dell’opposizione. Sosteneva che il suo compenso, sia ordinario che straordinario (calcolato in percentuale sull’importo dei lavori), era stato chiaramente definito nel preventivo originale del 2010, approvato dall’assemblea al momento del primo incarico. Poiché il suo mandato era stato rinnovato di anno in anno, quelle condizioni economiche dovevano ritenersi ancora valide ed efficaci.

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale di Roma

Il Tribunale ha respinto l’opposizione del Condominio, condividendo pienamente la tesi dell’amministratrice. La sentenza chiarisce che la norma sulla specificazione analitica del compenso amministratore condominio non deve essere interpretata in modo eccessivamente formalistico.

La ratio della legge, spiega il giudice, è quella di garantire la trasparenza e proteggere i condòmini da richieste economiche inaspettate. Questo rischio, tuttavia, non sussiste quando l’assemblea si limita a “confermare” un amministratore già in carica, le cui condizioni economiche sono già note e state approvate in precedenza. In tale scenario, la conferma dell’incarico comporta un’implicita conferma anche del compenso pattuito originariamente.

Il Tribunale ha citato un precedente conforme (Tribunale di Roma, n. 2740/2022) e ha distinto il caso di specie da altre sentenze della Cassazione che riguardavano ipotesi diverse, come quella dell’inserimento del compenso nel solo bilancio preventivo, ritenuto non sufficiente a soddisfare il requisito di legge.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Condomini e Amministratori

La decisione del Tribunale di Roma fornisce un importante principio di stabilità e ragionevolezza nei rapporti tra condomini e amministratori. Stabilisce che, se un amministratore viene confermato anno dopo anno, non è necessario riapprovare formalmente e analiticamente il suo compenso in ogni singola delibera di rinnovo, a meno che le condizioni non vengano modificate. Le pattuizioni economiche definite nel primo incarico rimangono valide ed efficaci. Questa interpretazione previene un eccesso di formalismo che potrebbe generare contenziosi pretestuosi e garantisce continuità nella gestione condominiale, a patto che la pattuizione iniziale sia stata chiara e trasparente.

È valida la nomina di un amministratore di condominio se il compenso non viene specificato ogni anno al momento del rinnovo?
Sì. Secondo la sentenza, se si tratta di una “conferma” dell’amministratore già in carica le cui condizioni economiche sono già state approvate in passato, il compenso pattuito originariamente si intende implicitamente confermato e la nomina è valida.

Qual è lo scopo della norma che richiede di specificare analiticamente il compenso dell’amministratore?
La norma (art. 1129, comma 14, c.c.) mira a tutelare i condòmini, garantendo la massima trasparenza ed evitando che possano trovarsi di fronte a pretese economiche dell’amministratore non preventivamente concordate.

Cosa accade se un condomino paga il debito di un decreto ingiuntivo mentre la causa di opposizione è ancora in corso?
Il pagamento estingue il debito principale, ma la causa prosegue per decidere chi avesse ragione e, di conseguenza, chi deve farsi carico delle spese legali del procedimento. Nel caso esaminato, il Condominio, pur avendo pagato, ha perso la causa ed è stato condannato a rimborsare le spese legali all’amministratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati