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Compenso amministratore giudiziario: la decadenza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14906/2024, ha stabilito che la richiesta di compenso dell’amministratore giudiziario di beni sequestrati in ambito penale è soggetta al termine di decadenza di 100 giorni previsto dall’art. 71 del D.P.R. 115/2002. La Corte ha chiarito che tale termine decorre dalla data del dissequestro dei beni, che segna il compimento delle operazioni, e non dalla successiva presentazione del rendiconto finale. Questa decisione sottolinea l’importanza della diligenza nel richiedere il compenso amministratore giudiziario per non incorrere nella perdita del diritto.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Amministratore Giudiziario: la Decadenza di 100 Giorni è Inevitabile

La richiesta del compenso amministratore giudiziario è un diritto fondamentale per i professionisti che svolgono questo delicato incarico. Tuttavia, tale diritto non è illimitato nel tempo. Con la recente ordinanza n. 14906 del 28 maggio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sui termini di decadenza, stabilendo che la richiesta deve essere presentata entro 100 giorni dalla fine dell’incarico, coincidente con il dissequestro dei beni, e non dalla successiva redazione del rendiconto.

I Fatti di Causa: una Richiesta Tardiva

Il caso ha origine dalla richiesta di liquidazione del compenso da parte di due amministratori giudiziari incaricati della gestione di un complesso patrimonio (aziende, terreni e un appartamento) sequestrato nell’ambito di un procedimento penale per reati di mafia. L’incarico era terminato con il dissequestro dei beni, avvenuto il 13 luglio 2016. Gli amministratori, tuttavia, presentavano l’istanza per il saldo del loro compenso solo molto tempo dopo, superando ampiamente il termine di cento giorni.

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Napoli respingeva la richiesta, dichiarandola inammissibile per intervenuta decadenza ai sensi dell’art. 71 del D.P.R. n. 115/2002 (Testo Unico sulle Spese di Giustizia). La decisione veniva confermata anche in sede di opposizione dal Tribunale di Napoli. Gli amministratori decidevano quindi di ricorrere in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la questione del compenso amministratore giudiziario

I ricorrenti basavano il loro ricorso su due argomentazioni principali:

1. Inapplicabilità della norma generale: Sostenevano che la disciplina specifica per gli amministratori giudiziari (contenuta in vari decreti, tra cui il D.P.R. n. 177/2015) non prevedesse alcun termine di decadenza per la richiesta di compenso, rendendo quindi inapplicabile la norma generale dell’art. 71 del Testo Unico Spese di Giustizia.
2. Errata individuazione del ‘dies a quo’: In subordine, affermavano che il termine di 100 giorni dovesse decorrere non dalla data del dissequestro, ma dalla data di presentazione del rendiconto finale, in quanto solo con tale atto si concluderebbe effettivamente la loro attività.

Le Motivazioni della Suprema Corte: la Disciplina Generale Prevale

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo, affermando un principio di carattere generale. Gli amministratori giudiziari, in quanto ausiliari del magistrato, sono soggetti alla disciplina generale prevista per tali figure dal Testo Unico sulle Spese di Giustizia, salvo che una norma speciale non disponga diversamente.

Nel caso specifico, la normativa richiamata dai ricorrenti disciplina unicamente le modalità di calcolo e i criteri di liquidazione del compenso, ma non stabilisce regole procedurali diverse per la presentazione della domanda. In assenza di una deroga esplicita, la norma generale dell’art. 71, che prevede il termine di decadenza di 100 giorni dal compimento delle operazioni, rimane pienamente applicabile.

Le Motivazioni della Suprema Corte: il ‘Dissequestro’ come Momento Cruciale

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha chiarito che il “compimento delle operazioni” a cui la legge fa riferimento coincide con la cessazione dell’attività di gestione e amministrazione dei beni. Questo momento si realizza con il provvedimento di dissequestro, che pone fine all’incarico dell’amministratore.

Il rendiconto finale, invece, è un atto successivo che ha la sola funzione di documentare a posteriori l’attività già svolta. Accogliere la tesi dei ricorrenti significherebbe consentire agli amministratori di posticipare a proprio piacimento la scadenza del termine, semplicemente ritardando la presentazione del rendiconto. Ciò contrasterebbe con le esigenze di certezza della spesa pubblica che sono alla base della previsione di un termine di decadenza.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ribadisce un principio di rigore e certezza giuridica. Gli amministratori giudiziari devono agire con diligenza e presentare la loro istanza di liquidazione del compenso entro il termine perentorio di 100 giorni dalla data del dissequestro dei beni. Superato questo termine, il diritto al compenso si estingue per decadenza. Questa decisione serve da monito per tutti i professionisti che operano come ausiliari del giudice, sottolineando l’importanza di rispettare le scadenze procedurali per vedere tutelati i propri diritti economici.

A quale termine di decadenza è soggetta la richiesta di compenso di un amministratore giudiziario di beni sequestrati in ambito penale?
La richiesta è soggetta al termine di decadenza di 100 giorni previsto dall’art. 71, comma 2, del D.P.R. n. 115/2002, in quanto l’amministratore giudiziario è qualificato come ausiliario del giudice e non vi è una normativa speciale che deroghi a tale termine.

Da quale momento decorre il termine di 100 giorni per la richiesta del compenso dell’amministratore giudiziario?
Il termine decorre dal “compimento delle operazioni”, che la Corte di Cassazione identifica con la data del provvedimento di dissequestro dei beni. Tale atto determina infatti la cessazione della complessa attività di custodia e gestione che è propria dell’amministratore.

La presentazione del rendiconto finale può posticipare la decorrenza del termine di decadenza?
No. La Corte ha stabilito che la presentazione del rendiconto finale è un’attività successiva che serve solo a documentare il lavoro già svolto. Pertanto, la data di presentazione di tale documento è irrilevante ai fini del calcolo del termine di decadenza, che inizia a decorrere inderogabilmente dalla data del dissequestro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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