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Compensazione spese legali: no se l’appello è tardivo

Una cittadina, dopo aver vinto una causa per danni da fauna selvatica, si è vista compensare le spese legali in appello, nonostante il ricorso delle amministrazioni fosse tardivo. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, affermando il principio per cui la parte vittoriosa ha sempre diritto al rimborso delle spese se l’impugnazione avversaria è dichiarata inammissibile, rendendo illegittima la compensazione spese legali in tale contesto.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compensazione Spese Legali: Inammissibile se l’Appello è Tardivo

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un’importante questione di procedura civile: la compensazione spese legali. In particolare, chiarisce se sia legittimo per un giudice compensare le spese a danno della parte vittoriosa quando l’appello della controparte viene dichiarato inammissibile per tardività. La risposta della Suprema Corte è netta e a tutela del vincitore.

I fatti di causa

Una cittadina subiva ingenti danni ai propri terreni a causa delle incursioni di cinghiali. Decideva quindi di agire in giudizio contro l’Amministrazione Provinciale per ottenere il risarcimento. Quest’ultima si difendeva sostenendo di non essere il soggetto responsabile e il giudizio veniva esteso anche alla Regione.

Il Giudice di Pace accoglieva la domanda della cittadina, condannando entrambe le Amministrazioni, in solido tra loro, al risarcimento del danno quantificato in 2.500 euro, oltre al pagamento delle spese di lite.

L’Appello e la decisione del Tribunale

Sia la Regione che l’Amministrazione Provinciale impugnavano la sentenza di primo grado. Il Tribunale, riuniti gli appelli, emetteva una decisione particolare: dichiarava inammissibili per tardività entrambi gli appelli nei confronti della cittadina danneggiata, confermando di fatto la sua vittoria. Tuttavia, anziché condannare le amministrazioni soccombenti a rifondere le spese legali del grado di appello alla cittadina, decideva per la loro totale compensazione. La motivazione addotta dal Tribunale risiedeva nei mutamenti giurisprudenziali in materia di responsabilità per danni da fauna selvatica, che avrebbero giustificato l’incertezza delle parti.

La compensazione spese legali secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della cittadina, censurando radicalmente la decisione del Tribunale. Il punto focale della decisione è che la dichiarazione di inammissibilità dell’appello per tardività è una questione preliminare che assorbe ogni altra valutazione. Se un appello è tardivo, il giudice non può e non deve entrare nel merito della controversia.

Di conseguenza, la giustificazione del Tribunale, basata sull’evoluzione della giurisprudenza, è stata ritenuta giuridicamente errata. Tale evoluzione avrebbe potuto, in teoria, giustificare la compensazione delle spese solo se l’appello fosse stato ammissibile e il giudice avesse dovuto decidere nel merito. Ma poiché gli appelli contro la cittadina erano proceduralmente viziati in partenza, l’unica conclusione possibile era considerarla pienamente vittoriosa anche in secondo grado.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che la regola fondamentale, dettata dall’articolo 91 del codice di procedura civile, è quella della soccombenza: chi perde paga le spese. La compensazione, prevista dall’articolo 92, è un’eccezione che deve essere motivata da gravi ed eccezionali ragioni.

Nel caso specifico, la tardività dell’appello rende le amministrazioni appellanti totalmente soccombenti dal punto di vista processuale nei confronti della cittadina. La posizione di quest’ultima non è stata minimamente scalfita nel giudizio di appello; anzi, è stata confermata dalla pronuncia di inammissibilità. Pertanto, negarle il diritto al rimborso delle spese sostenute per difendersi da un’impugnazione tardiva costituisce una violazione di legge. La motivazione del Tribunale, per quanto legata al merito, era del tutto irrilevante di fronte a un vizio procedurale così netto.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte ha cassato la sentenza del Tribunale nella parte relativa alle spese e, decidendo direttamente nel merito, ha condannato le due amministrazioni a rifondere alla cittadina le spese legali sia del giudizio di appello che del giudizio di cassazione. Il principio affermato è chiaro: la parte che si vede notificare un appello tardivo e si difende con successo ottenendone la dichiarazione di inammissibilità, ha pieno diritto alla rifusione delle spese legali. La compensazione in un simile scenario non è ammissibile.

È possibile compensare le spese legali se un appello viene dichiarato inammissibile per tardività?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la parte che ha ottenuto una dichiarazione di inammissibilità dell’appello avversario è da considerarsi pienamente vittoriosa e ha diritto alla rifusione integrale delle spese legali. L’inammissibilità impedisce al giudice di valutare il merito della questione, rendendo irrilevante qualsiasi altra motivazione per la compensazione.

Chi è responsabile per i danni causati dalla fauna selvatica secondo questa vicenda processuale?
Nel caso di specie, sia il giudice di primo grado che, implicitamente, le corti successive hanno confermato la responsabilità solidale della Regione e dell’Amministrazione Provinciale per i danni causati dai cinghiali, condannandole entrambe al risarcimento.

Un cambiamento nella giurisprudenza può giustificare la compensazione delle spese legali a danno della parte che ha vinto?
No, non quando l’impugnazione della controparte è viziata da un’irregolarità procedurale come la tardività. La Suprema Corte ha chiarito che le motivazioni basate sul merito della controversia, come i mutamenti giurisprudenziali, non possono essere invocate per giustificare la compensazione delle spese se l’appello non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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